Redazione

Le coccole di mamma ed il DNA

A prima vista potremmo parlare del potere dell’amore, ma forse a ben vedere si tratta del grande disegno della vita
18 Ottobre, 2019
Tempo di lettura: 2 minuti

Quando arriva un neonato in casa capita spesso che parenti ed amici si affrettino a suggerire al papà ed alla mamma a non coccolarlo, perché potrebbe prendere il vizio e diventerà difficile tenerlo nella culla o nel passeggino.

In verità non esiste nessun dato certo o studio a testimonianza del fatto che una relazione molto fisica con il proprio bambino possa provocare danni. Al contrario sono molti gli studi di genetica e soprattutto di epigenetica che propendono per l’esistenza di una relazione tra le esperienze fisiche in età neonatale e quanto trascritto nel suo DNA. Quindi buone notizie: le coccole non fanno male! Al contrario, secondo uno studio del SALK Institute di San Diego realizzato su topolini lattanti, hanno un’azione profonda sul piano genetico andando ad influenzare il comportamento di alcune parti del DNA.

Secondo lo studio del SALK, i topolini che hanno ricevuto le attenzioni della mamma, presentano caratteristiche del DNA diverse da quelle di altri cresciuti nella mancanza totale o parziale di cure materne.  Gli scienziati si sono soffermati sul numero di trasposoni (in poche parole si tratta di frammenti di DNA capaci di replicarsi autonomamente passando da una posizione ad un’altra del genoma) nei neuroni di una specifica parte del cervello. Non è ancora chiaro quale sia l’effetto di questo diverso comportamento del DNA e non tarderanno ad arrivare ulteriori approfondimenti. Lo studio è in sé molto complesso e richiede una preparazione scientifica approfondita per comprenderlo nel dettaglio; ma ciò che qui ci interessa constatare è come l’ambiente, in questo caso le cure della mamma, hanno un effetto sul DNA dei piccoli roditori, lo modificano in alcune sue parti.

Lo studio non ha evidenziato se questo comportamento dei geni si ripercuota sull’esperienza di vita o sulla salute di questi individui, ma non mancano studi che affrontano il tema arrivando a conclusioni dove pare evidente come le esperienze della primissima infanzia ricoprano un ruolo fondamentale in molti aspetti fisiologici e comportamentali degli individui, come la gestione dello stress, le capacità relazionali degli individui, fino ad arrivare a considerare queste esperienze neonatali, basilarii anche per il sistema cognitivo.

Non possiamo ancora dire se questi dati siano validi anche per i nostri bambini, ma studi dello stesso tipo sono in corso anche su altre specie, come i primati per esempio in cui i risultati confermano la tesi sull’importanza delle esperienze neonatale, nello sviluppo del soggetto e del suo equilibrio di salute. Gli scienziati ci fanno notare come i primati che hanno avuto un’infanzia in cui hanno sperimentato la mancanza fisica della madre, siano più esposti a disturbi sociali, aumento delle condizioni di stress nel confrontarsi con altri individui sconosciuti della stessa specie. Viceversa, i soggetti che hanno avuto cure materne adeguate siluppano una maggiore elasticità mentale che si traduce in una migliore capacità di risolvere problemi.

A prima vista potremmo parlare di potere dell’amore, ma forse a ben vedere si tratta del grande disegno della vita, di quelle qualità materiali ed immateriali di cui siamo fatti, che lavorano in modo sinergico e delle quali non abbiamo ancora sviluppato una consapevolezza completa. Ora quando la zia ci dirà di non coccolare troppo il nostro cucciolo, potremo partire da lontano, da San Diego e tornare a casa per condividere quei momenti di unione con il nostro bambino che rimarranno scritti per sempre nel profondo delle sue cellule.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


NEWSLETTER

Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere tutti gli aggiornamenti.

Share This