Dott. Stefano Riva

omeopatia e epigenetica: essere protagonisti della propria salute

6 Gennaio, 2020
Tempo di lettura: 3 minuti

Abbiamo chiesto alla dottoressa Mercado di esprimere le sue considerazioni sui temi che più ci stanno a cuore e che rappresentano quel passaggio che la medicina e la salute devono compiere per rispondere in maniera efficace e sicura alla domanda di benessere della società contemporanea.

Cos’è L’epigenetica?

“Epi” in greco significa sopra. Le nostre cellule si riproducono costantemente e lo fanno in maniera identica in modo che le figlie svolgano esattamente lo stesso compito delle madri. I meccanismi epigenetici si preoccupano che ciò funzioni correttamente. Per svolgere il suo compito la cellula si serve di un sistema di lettura di quella parte del DNA che la istruisce su come eseguire il suo compito. L’epigenetica si occupa di studiare questo meccanismo e le sue mutazioni. Fino a qualche tempo fa credevamo che queste istruzioni fossero immutabili. Oggi sappiamo che queste sono influenzate dall’ambiente esterno. Nell’articolo “le coccole di mamma” riportiamo uno studio sulla relazione tra contatto fisico prolungato in età neonatale e meccanismi epigenetici, che possono arrivare a modificare il DNA. Ma ciò che rappresenta la chiave di volta della ricerca è il fatto che i comportamenti modificati sono ereditabili geneticamente.

Prima attribuivamo il carattere dell’ereditarietà solo al codice genetico DNA, e non anche alla sua interpretazione.  Partendo dalle nuove prospettive che l’epigenetica ci propone, si aprono nuovi scenari di cui la medicina può fare tesoro.  Ad esempio nel rapporto medico-paziente, è sempre più evidente come nostro contributo personale diventa fondamentale. Come la collaborazione attiva del paziente può migliorare gli effetti di una terapia? Certamente! Se il medico comprende il malato, entra in empatia con lui e propone un approccio pro-attivo alla cura della sua malattia, il percorso terapeutico diventa più rapido ed efficace. L’alleanza terapeutica tra medico e paziente è parte integrante di un percorso di guarigione. Non siamo semplici macchine. Non è quindi possibile prescindere da tutte quegli aspetti non strettamente legati alla fisicità ed alla materialità che costituiscono la malattia. Ogni malattia oltre alla dimensione fisica e materiale, possiede un piano mentale, ed infine una radice spirituale profonda. Questi aspetti immateriali sono capaci di interferire sul processo di guarigione  o favorirlo, in modo molto rilevante.

Il paziente attore del percorso terapeutico

La medicina convenzionale, tendenzialmente, non ci chiede collaborazione attiva nel percorso di cura, non ci chiede di essere attori della nostra guarigione. Sarà il farmaco chimico, la molecola specializzata a fare tutto il lavoro, lasciando in “panchina”, per usare un gergo calcistico, il nostro essere che non imparerà nulla da questo tipo di esperienza. Ma essere attori protagonisti della nostra salute significa anche mettere in atto abitudini che ci permettano di rimanere in buona salute. Innescare quel cambio di abitudini quotidiane, da sempre proposto dalle medicine olistiche, che finalmente anche la medicina convenzionale sta iniziando a prendere in considerazione. Ciò è più evidente nei casi in cui la medicina ufficiale non ha soluzioni né sicure né durature. Una ricerca sui fattori che favoriscono la salutogenesi, propone l’approccio scientifico per scoprire le cause della buona salute e migliora i livelli di salute individuale e collettivi.

In questo la medicina omeopatica, per sua natura contiene i principi della salutogenesi. La sua ispirazione vitalista permette al medico omeopata di guardare alla salute dell’individuo da una prospettiva diversa da quella della medicina convenzionale. Considerare l’uomo  nella sua totalità e non solo nella sua corporeità, permette al medico di individuare la causa morbosa da rimuovere e perfino la direzione che potrà prendere lo stato di salute nel futuro.

Nelle parole della dottoressa Mercado, si percepisce la profondità e la consapevolezza che ogni paziente spera di trovare nella persona alla quale si affida per essere curata. Dove può sentire che il suo cammino terapeutico è fatto insieme ad una persona di scienza, che sa anche cogliere quegli aspetti umani e individuali diversi in ognuno di noi.

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