La polmonite di Wuhan: niente panico, ripeto niente panico!

Coronavirus niente panico il punto della situazione del dottor Manera
25 Gennaio, 2020
Tempo di lettura: 2 minuti

In queste ultime ore sta montando a dovere una nuova epidemia mediatica, con tanto di vera e propria “psicosi Coronavirus”: cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. Tutto è iniziato nella città di Wuhan, dove è stato identificato il primo caso di nuova infezione da Coronavirus (2019-nCoV).
Wuhan si trova nella provincia di Hubei, nella Cina Centrale e lì appunto, sono stati riscontrati i primi casi della malattia. Il virus che causa la “polmonite Wuhan” appartiene alla famiglia dei Coronavirus, causa un’infezione virale dell’apparato respiratorio ed è molto simile al virus che causò la pandemia di SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) nel 2002-2003. La SARS fu identificata per la prima volta dal medico italiano Carlo Urbani, successivamente deceduto proprio a causa della malattia da lui stesso identificata.

I pazienti ai quali è stato diagnosticato il Coronavirus, nei giorni precedenti la diagnosi hanno mostrato sintomi comuni all’influenza come febbre, tosse, fastidio al torace o dispnea (asma e difficoltà respiratoria). La polmonite Wuhan tipicamente esordisce con febbre alta (superiore ai 38° C), gola fortemente infiammata, tosse e difficoltà di respirazione. Poi si possono presentare altri sintomi simili a quelli dell’influenza, come un forte mal di testa, diarrea, dolori muscolari. La polmonite può essere diagnosticata dall’auscultazione del torace da parte di un medico esperto e da una radiografia ai polmoni.

È possibile alleviare i sintomi e il corso della malattia con rimedi antipiretici, antinfiammatori e con adeguata e abbondante idratazione. NON ci sono farmaci antivirali specifici per il virus. Gli antibiotici sono del tutto inefficaci, essendo l’infezione di origine virale. Il cortisone è controindicato in presenza di infezione virale. Durante le prime fasi di diffusione dell’infezione, è importante isolare le persone infettate o sospette di esserlo per prevenire la diffusione del virus. E’ molto importante che il personale sanitario a contatto con le persone sospette di essere infette indossi i sistemi di protezione individuale “usa e getta” quali camice, guanti e mascherine.

L’infezione da Coronavirus, esattamente come lo fu la SARS, potrebbe essere una malattia rara a causa dell’alta virulenza del virus e della rapida mutagenicità che lo renderebbe potenzialmente già molto meno aggressivo dopo pochi passaggi, quindi in grado di autolimitarsi. Quello che è abbastanza certo è che il virus pare aver compiuto una trasmissione interspecie, passando cioè dagli animali all’uomo, esattamente come face nel 2002 la SARS.

È da sottolineare che, come tutte le infezioni respiratorie di origine virale, esse risultano molto più pericolose per i soggetti più deboli da un punto di vista immunitario e nutrizionale, inoltre il Coronavirus parrebbe essere associato (quindi sinergico) all’infezione da Clamidia (agente eziologico delle polmoniti atipiche), molto attivo nelle persone defedate.

Vorrei dire che al momento NON siamo in presenza di epidemia ed è opportuno rassicurare la popolazione per evitare panico immotivato. Come sempre, i consigli che mi sento di dare sono:

– Evitare i luoghi affollati o gli assembramenti;
– Evitare i viaggi nei luoghi particolarmente interessati dall’infezione;
– Incrementare le difese immunitarie in maniera il più possibile naturale;
– ALIMENTAZIONE adeguata, disinfiammante e sana;
– VITAMINE C e D;
– BENESSERE INTESTINALE attraverso probiotici immunostimolanti, integratori e terapie che lavorino in accordo sulle competenze immunitarie;
– CURA DI TERRENO adeguata e individualizzata;
– RIDURRE lo STRESS che attraverso l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, producendo cortisolo, induce immunodepressione.

1 commento

  1. Buonasera
    Desidero conferma dal Dottor Manera sulla possibilità di fare uno screening nelle scuole con test salivari antigenici anticovid 19.
    I test sono validi e omologati?
    Grazie.
    Dr Formica, Pediatra

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