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Corpo – Mente – Anima: la Medicina secondo Papa Francesco

Il Pontefice ha ricordato l'importanza della comprensione della complessità dell'essere umano
31 Maggio, 2021
Tempo di lettura: 3 minuti

Non un semplice insieme di ingranaggi, ma un’armonia di corpo, mente a anima. Papa Francesco ha ricordato la complessità dell’essere umano e della sua coscienza, intevenendo alla V Conferenza Internazionale “Exploring the Mind, Body & Soul. How Innovation and Novel Delivery Systems Improve Human Health”. Il focus sul mondo della Medicina e della Salute della conferenza non poteva essere più attuale, proprio mentre l’intero pianeta combatte duramente con una terribile pandemia. Ed infatti il Pontefice è partito proprio dalle difficoltà del presente, senza tralasciare l’aspetto sociale della risposta sanitaria al Covid19.

Corpo – Mente – Anima: la Medicina secondo Papa Francesco

Le parole di Francesco hanno ricordato a tutti noi come la salute non sia uno stato assoluto, e non vada ricercato nella perfetta comprensione di ogni processo. La salute è una condizione complessa e sfuggente, data da un bilanciamento di fattori di cui la nostra manifestazione materiale non è che la parte più visibile.

“Il vostro Convegno unisce la riflessione filosofico-teologica alla ricerca scientifica, specialmente nell’ambito medico – ha detto il Papa – Questo mi offre anzitutto l’occasione per esprimere la comune gratitudine a chi ha scelto come impegno personale e professionale la cura dei malati e il sostegno dei più bisognosi“.

Il ringraziamento per medici e infermieri

“In questo periodo nutriamo tutti un sentimento di riconoscenza verso chi si dedica instancabilmente a contrastare la pandemia, che non cessa di mietere vittime e che, allo stesso tempo, mette alla prova il nostro senso di solidarietà e di fratellanza. Ecco perché pensare e tenere al centro la persona umana esige anche una riflessione sui modelli di sistemi sanitari aperti a tutti i malati, senza alcuna disparità“.

La Medicina nelle sue tante sfaccettature

Francesco è poi passato ad esaminare nel dettaglio i tre aspetti al centro della conferenza, mente, corpo e anima. “Lo strato biologico della nostra esistenza, che si esprime attraverso la nostra corporeità – ha detto – costituisce la dimensione più immediata, ma non per questo la più facile da comprendere. Non siamo spiriti puri; per ognuno di noi, tutto inizia con il nostro corpo, ma non solo: dal concepimento alla morte noi non semplicemente abbiamo un corpo, ma siamo un corpo, e la fede cristiana ci dice che lo saremo anche nella risurrezione”.

Il corpo e lo strato biologico dell’esistenza

La storia della ricerca medica ci presenta, a questo riguardo, una dimensione dell’affascinante viaggio dell’essere umano alla scoperta di sé stesso. E non pensiamo solo alla medicina accademica per così dire “occidentale”, ma alla ricchezza delle varie medicine nelle diverse civiltà del mondo. Senza dubbio, le scienze hanno aperto davanti a noi un orizzonte di conoscenze e interazioni che pochi secoli fa non erano nemmeno pensabili”.

La mente e la sua essenza impalpabile

Di pari importanza, in un equilibrio perfetto davanti al quale non possiamo che rimanere estasiati, la mente: “Attualmente, si tende spesso a identificare tale costitutivo essenziale con il cervello e i suoi processi neurologici. Tuttavia, pur sottolineando la rilevanza vitale della componente biologica e funzionale del cervello, essa non è, però, l’elemento in grado di spiegare tutti i fenomeni che ci definiscono come umani, molti dei quali non sono misurabili e, dunque, vanno oltre la materialità corporea. Infatti, l’essere umano non può possedere una mente senza materia cerebrale; ma, nello stesso tempo, la sua mente non può essere ridotta alla mera materialità del suo encefalo. È un’equazione da seguire, questa”.

L’anima, che tutto unisce

Il discorso del Pontefice non poteva che concludersi sull’anima, terzo elemento e filo che tutto unisce. “Anche se, nel corso del tempo, questo termine ha assunto diverse accezioni nelle varie culture e religioni, l’idea che abbiamo ereditato dalla filosofia classica assegna all’anima il ruolo di principio costitutivo che organizza tutto il corpo e dal quale originano le qualità intellettive, affettive e volitive, compresa la coscienza morale. Infatti, la Bibbia e, soprattutto, la riflessione filosofico-teologica con il concetto di “anima” definivano l’unicità umana, la specificità della persona irriducibile a qualsiasi altra forma di essere vivente, inclusa la sua apertura verso una dimensione soprannaturale e, quindi, a Dio. Questa apertura al trascendente, a qualcosa di più grande di sé, è costitutiva e testimonia il valore infinito di ogni persona umana. Possiamo dire, in linguaggio comune, che è come la finestra, che guarda e porta verso un orizzonte”

 

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