Con le attività ferme il mondo torna a respirare

Da Shanghai a Milano tassi d'inquinamento in picchiata e cieli e mari azzurri che tornano a fare capolino nelle metropoli
14 Aprile, 2020
Tempo di lettura: < 1 minuto

Se per l’Uomo è una fase storica durissima, non si può dire lo stesso per la Terra. Le attività ferme in tutto il mondo, gli aerei a terra, il traffico veicolare quasi azzerato, hanno comportato una riduzione drastica dell’inquinamento atmosferico. Un po’ tutti abbiamo visto le foto dei canali di Venezia turchesi o delle acque azzurre del golfo di Napoli, ma l’effetto è stato ancora più pronunciato nelle aree del mondo in cui l’inquinamento è normalmente fuori scala. In particolare, le grandi megalopoli asiatiche, come Shanghai o New Delhi. Secondo il ministro dell’Ambiente cinese l’inquinamento nel mese di febbraio (nel pieno dell’emergenza e dello stop alle attività, quindi) è sceso del 23 per cento rispetto all’anno precedente.

Le immagini delle acque limpide di Venezia hanno fatto il giro del mondo

 

 

Ora che il blocco è attivo da noi in Europa da quasi un mese, con differenze di pochi giorni a seconda dei Paesi, lo stesso effetto può essere rilevato anche sulle nostre capitali. Utilizzando i dati del satellite Copernicus Sentinel-5P, gli scienziati del KNMI (il Reale Istituto Meteorologico d’Olanda) hanno rivelato un forte calo dell’inquinamento atmosferico nelle principali città europee e in particolare nelle città di Milano, Parigi e Madrid. Tra tutti gli inquinanti, quello che si è ridotto maggiormente è il diossido di azoto, uno dei principali veleni presenti nell’atmosfera.

Un effetto drastico, che possiamo constatare anche di persona, e senza complicati materiali.  Semplicemente se guardiamo l’orizzonte, non vediamo più quella soffocante cappa di smog a cui i nostri occhi erano così abituati, da non farci più caso. Ora non possiamo che sperare che tale miglioramento perduri nel tempo, quando il frenetico mondo dell’Uomo farà ripartire i motori.

Puoi approfondire l’argomento su CNN e National Geographic.

 

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