Viviamo un’epoca in cui si sente la necessità di nutrire la speranza, questo vale per gli adulti come per i bambini. Avvertiamo un profondo desiderio di rinascita, il bisogno di passare da uno stato di buio, ad uno di luce, e nel senso più ampio del termine. La medicina olistica ritrova il concetto di “rinascita” nella scienza dello spirito, l’Antroposofia, con il concetto che si identifica nell’ “esperienza”.
Ciò che è fuori da noi è anche dentro di noi
Ogni forma vivente è dotata di energie sottili, chiamate anche corpo eterico, le quali permettono, attraverso la loro frequenza, una connessione continua con il tutto o corpo astrale, l’Uno cosmico. Percezioni vive che risvegliano l’amore e la cura per ciò che ci circonda e per noi stessi.
Ecco allora il motivo per cui la Primavera viene abbracciata, percepita in noi, come forza vitale, di rinascita, attraverso i sensi. Osserviamo, respiriamo questa forza manifesta di energia gioiosa, ricca di colori caldi che si rigenera e rifiorisce in tutto ciò che ci circonda, rivivendola dentro noi stessi.
Una vita nuova che troviamo nell’archetipo della Pasqua, descritto, anche se in diversa forma, nel Vangelo. In una conferenza tenuta a Dornach il 27 marzo 1921, Cosa vuol dire “Risurrezione”, Rudolf Steiner, teosofo, padre dell’Antroposofia, spiegò cose molto interessanti e comprensibili, una tra queste la concezione del Venerdì Santo. Fece notare come l’immagine del Cristo martoriato e torturato a morte, sia sempre stata messa più in primo piano nell’evoluzione moderna, mentre l’idea della Risurrezione, il vero concetto della Pasqua, sia sempre di più andato scemando.
Abbiamo bisogno di vivificare la nostra cultura con il pensiero della Pasqua, di elevarci di nuovo allo Spirito.
“Il pensiero pasquale deve diventare una festa interiore che (..) entri nella nostra volontà, la riscaldi, la infiammi affinché essa diventi piena di vigore, in vista di quelle azioni che l’evoluzione dell’umanità esige da noi.” Il momento Pasquale diviene dunque una festa interiore, di risveglio, nella quale celebriamo la rinascita, il movimento verso la Luce, la trasformazione della materia, il ritorno alla vita attraverso l’azione. Questa festività é determinata dalla relazione fra il Sole e la Luna (tant’è che si tratta di una festa mobile e non fissata da una data precisa), uno dei diversi motivi per il quale il suo significato più profondo viene sentito come la celebrazione della trasformazione.
Facendo riferimento al Vangelo, nell’ultima cena, vediamo il pane, archetipo del corpo, della materia, ed il vino, archetipo del sangue, dello spirito. Il calice (che contiene il vino), forma del fiore, si eleva verso l’alto.
Qual’è il messaggio che si vuole trasmettere attraverso la figura del Cristo?
Non altro che quello del “condividere” l’esperienza del corpo vivente, la materia, nell’incontro con l’altro per arrivare alla rinascita ed elevazione dello Spirito, Luce interiore, coscienza. Nella rappresentazione di Giuda Iscariota, uno dei discepoli più vicini e fedeli al Cristo, vediamo, ad esempio, come il “tradimento”, riferito a sé stessi ed alla Luce, Spirito, diventi un atto esperienziale per arrivare a capire quanto il girare le spalle alla parte più profonda, interiore, di noi, possa diventare insopportabile per l’Anima, che vive ed abita il corpo fisico, in quanto dissonante con essa, infedele.
Sii fedele a te stesso, non tradire te stesso
Il personaggio di Giuda è uno dei più celebri nella storia cristiana. Tre sono i profili di Giuda: quello dell’eterno traditore (profilo religioso), quello della marionetta nelle mani di Dio (profilo teologico), e quello di un uomo che ha agito seguendo impulsi ed emozioni umane (profilo umano). Tutti questi archetipi permettono una preziosa ed essenziale chiave di lettura, affinché il dono della vita e della sua esperienza, possano essere interpretati in modo più consapevole rispetto al significato di ogni evento incontrato e vissuto. Tutto è “funzionale” alla nostra evoluzione personale.
“Il simbolo della festa di Pasqua è il granello di frumento che si sacrifica affinché nasca una nuova pianta. Ecco che il “sacrificio” e il “divenire” si fondono in questa festa.”
Steiner e la Festa di Pasqua
Ecco quindi che, anche nella simbologia del seme, ritroviamo ancora una volta la rigenerazione di Sé stessi, (dal periodo di gestazione, dal buio), l’esplosione libera della Natura, la forza interiore dell’azione attraverso la volontà. La pianta decide per sé stessa, si partorisce, in armonia con ciò che la circonda, ed in modo simbiotico anche l’uomo. Si potrebbe dire che tutta la terra è il Cielo di un Creatore che ci racconta la Vita.
Ci sono semi di Cielo ovunque. Tutto può diventare grembo di vita nuova. Un seme porta vita e fecondità anche dove sembrava esserci solo morte. Ciascuno di noi è un seme che può lasciare vita al suo passaggio. Ovunque siamo.
L’uovo: raffigurazione e simbolo di fecondità e di vita eterna.
Diffuso nell’alimentazione quotidiana, come fonte di proteine, l’uovo è un oggetto così comune nelle nostre case, che difficilmente potremmo fermarci a riflettere sul profondo significato simbolico, radicato in tutte le culture e in tutte le epoche, che esso porta con sé. L’uovo, come il seme, è normalmente considerato ricettacolo di vita, un involucro chiuso ermeticamente dal guscio coriaceo, all’interno del quale una nuova vita si forma maturando nel tempo, per poi riemergerne al momento opportuno, dopo averne frantumato il guscio dall’interno.
L’Uovo Cosmico o Uovo del Mondo, sono concetti che ritroviamo diffusi in tutte le culture più antiche. Esprimono un significato cosmologico, anticipato seimila anni prima di Cristo, la Teoria del Big Bang ad esempio, solo recentemente riconosciuta come conoscenza scientifica e accettata come tale.
Come simbolo di fecondità e di vita eterna, l’uovo viene raffigurato in opere d’arte come quadri e statue; nell’arte cristiana, un uovo posto in mano alla Madonna o a Maria Maddalena assume degli aspetti simbolici del tutto particolari, comuni peraltro in tutta la tradizione associata alla festa della Pasqua. Nell’Alchimia, l’uovo è simbolo di quella trasformazione, interiore, da materia grezza a oro.
Tanti significati diversi, ma solo in apparenza. E’ un archetipo universale che rappresenta, in estrema sintesi, le forze cosmiche della Natura e la rigenerazione per mezzo di esse in relazione ai ritmi stagionali nonché alla Primavera. Non è nemmeno un caso se ritroviamo nell’uovo, oltre al suo valore nutrizionale, anche un’ “informazione” intrinseca, che risulta, nella sua complessità, una preziosa e sana alleata nel ritrovare forza fisica. Senza dimenticare che ogni alimento, come altro elemento in natura, emettendo un segnale, ha una risonanza data dalla sua informazione vibrazionale, e modifica qualcosa dentro noi stessi.
Ritorniamo quindi al concetto di fare esperienza di tutto ciò con il quale veniamo a contatto, anche con l’energia sana, vitale, o meno, dell’alimento stesso, e non solo. Ritroviamo anche nel lunedì dell’Angelo, la tradizione di festeggiare la gioia della “Resurrezione”, il ritorno dell’uomo e della Natura al mondo ed alla vita, nel pic-nic di Pasquetta, dove mai mancano le uova sode “benedette”, elemento/alimento che caratterizza questo giorno, rafforzando nuovamente il messaggio di rinascita e forza vitale.
“L’Angelo” ne è la rappresentazione
il movimento verso la Luce, verso l’alto, quello del fiore, in questo caso visto come archetipo dell’uomo, che libera le sue forze dal seme, (buio, terra, intero, chisura), verso l’esterno, (alto, vita, apertura, espressione dell’individualità).
Tutto ciò che appartiene alla Natura, ed apparentemente sembrerebbe esterno da noi, è quindi dentro di noi, fa parte del nostro bagaglio, della nostra mappatura originale. Anche la medicina dell’individuo, l’omeopatia, ce lo insegna da sempre. L”esperienza” di ciò che caratterizza il rimedio, attraverso la sua informazione, viene riconosciuta come propria dall’organismo, promuovendo nell’immediato il processo di guarigione.
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