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3 Luglio, 2020

Il latte materno è miracoloso, se fai sport ancor di più

RedazioneRedazione
I bambini allattati al seno crescono meglio, soprattutto se la mamma ha fatto una leggera attività fisica durante la gravidanza

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Per il neonato il latte materno è vita. Prima ancora che possa vedere coi suoi occhi il mondo circostante, prima che possa sentire gli odori, la prima cosa che conoscerà sarà il gusto del latte materno. Non sorprende, quindi, che nel suo sviluppo abbia un ruolo tanto importante. Così importante che l’allattamento al seno è caldamente consigliato da OMS e UNICEF, che nella campagna congiunta “Ten steps to successful breastfeeding” hanno voluto portare alla luce cifre davvero impressionanti: “Se tutti i bambini fossero allattati al seno nei primi due anni di vita, si stima che ogni anno potrebbe essere evitata la morte di 820 mila bambini sotto i 5 anni”. Questo perché il latte del seno della mamma è ricco di ingredienti fondamentali nella crescita del piccolo, quali anticorpi, enzimi, globuli bianchi, batteri e cellule staminali. Un giusto equilibrio di questi elementi aiuta il neonato a proteggersi dalle infezioni e previene un gran numero di malattie e disfunzioni. È noto da tempo che i bambini che siano stati nutriti in questo modo per i primi 6 mesi di vita abbiano meno probabilità di sviluppare una lunga serie di patologie, quali diarrea, gastroenterite, nausea, influenza e infezioni di vario genere. Inoltre ci sono studi che mostrano come i neonati allattati al seno abbiano circa la metà delle possibilità di essere vittime della sindrome da morte improvvisa (SIDS). E, addirittura, secondo ricerche di un paio di anni fa, nel latte della mamma ci sarebbe una sostanza che agisce come potente anti-tumorale, e che è in fase di test anche negli adulti.

Il latte materno è, insomma, un elixir fondamentale perché il bambino cresca forte, sano e intelligente. Un siero i cui benefici possono essere ulteriormente migliorati da una corretta attività fisica svolta dalla mamma durante la fase della gravidanza. Secondo uno studio effettuato dal Wexner Medical Center e dal College of Medicine dell’Ohio State University, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Metabolism,  fare una moderata attività fisica durante la gravidanza aumenta un composto nel latte materno che nei figli riduce per tutta la vita i rischi di gravi problemi di salute come diabete, obesità e malattie cardiache. Quella che fino al secolo scorso si credeva una nozione medica assodata, che voleva per le future mamme un lungo riposo forzato, viene completamente ribaltata dalla medicina di oggi. Secondo questa ricerca lo sport, ovviamente svolto senza eccessi e previa approvazione del proprio medico, stimola nel latte materno la produzione di un composto noto come 3sl, responsabile di un gran numero di benefici per il lattante. “L’aumento del 3sl non è necessariamente correlato all’intensità dell’esercizio, quindi anche solo una camminata giornaliera è sufficiente per raccoglierne i benefici”, commenta Kristin Stanford, docente di fisiologia e biologia cellulare che ha condotto il lavoro. Lo studio ha preso prima in esame alcuni cuccioli di topo nati da madri sedentarie ma alimentate con latte di madri attive. Una volta verificato che il miglioramento dello stato di salute dato dall’attività fisica era stato trasferito nei cuccioli, è stato chiaro che non poteva trattarsi di una caratteristica genetica, ma che era veicolato da qualcosa presente nel latte. Dai topi si è poi passati a 150 donne in gravidanza, sulle quali l’effetto benefico è stato ugualmente riscontrato.

Purtroppo l’allattamento al seno, nonostante quanto fin qui si è detto sull’infinita lista di benefici che comporta, è praticato sempre meno. Questo per fattori molteplici, il primo dei quali è la difficoltà delle neo-mamme di conciliare vite sempre più frenetiche con i giusti tempi da dedicare alla prole. In altri casi lo stile di vita non c’entra: è molto frequente nelle donne lo sviluppo di ragadi al seno portate dalla suzione da parte del neonato. Queste lesioni possono diventare anche molto dolorose, arrivando a rendere impossibile questa pratica fisiologica. Se per la prima ipotesi può essere opportuna una maggiore collaborazione familiare nella gestione delle incombenze di una fase così difficile come quella dei primi mesi di vita dei figli, per la seconda è spesso necessario ricorrere a prodotti specifici, che possano alleviare la dolenza e permettere di tornare all’allattamento naturale, con enormi benefici fisici e psicologici tanto per la madre, quanto per il bambino.

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