100 tonnellate di plastica rimossi dall’oceano grazie all’Ocean Voyages Institute

Gli spazzini del mare battono così il loro stesso precedente record di 48 tonnellate
19 Agosto, 2020
Tempo di lettura: 2 minuti

103 tonnellate di plastica che non infesteranno più l’oceano. Un’opera di raccolta e riciclaggio che la nave Kwai dell’Ocean Voyages Institute (OVI)  ha condotto nel corso di 48, lunghi giorni trascorsi nel Pacifico settentrionale, ai margini della Great Pacific Garbage Patchun’immensa concentrazione di plastiche di varia natura che le correnti ammassano nelle acque tra le Hawaii e la California, e che si stima possa avere la grandezza della Francia.

Per la quantità di rifiuti raccolti, si tratta di un record che ha doppiato il precedente detenuto dallo stesso OVI, che nella precedente spedizione si era fermato a 48 tonnellate di rifiuti. “Sono così orgogliosa del nostro duro gruppo di lavoro”, ha detto Mary Crowley, fondatrice e direttrice esecutiva dell’Ocean Voyages Institute. “Abbiamo superato il nostro obiettivo di rimuovere 100 tonnellate di materie plastiche tossiche di consumo e reti fantasma abbandonate, e in questi tempi difficili stiamo continuando a contribuire a ripristinare la salute del nostro oceano, che influenza la nostra e quella del pianeta. Gli oceani non possono aspettare che queste reti e detriti si rompano in microplastiche che compromettono la capacità dell’oceano di immagazzinare carbonio. Puntiamo ad espanderci in altre parti del mondo che necessitano disperatamente di tecnologie di pulizia efficienti. Non ho dubbi sul fatto che il nostro lavoro stia rendendo gli oceani più sani e più sicuri per la fauna marina, poiché queste reti non intrappoleranno o danneggeranno più una balena, un delfino, una tartaruga o una barriera corallina”.

L’operazione di raccolta e riciclaggio è più complessa di quanto si creda: attraverso sistemi di GPS via satellite e grazie all’uso di droni, i blocchi di rifiuti plastici vengono individuati, per poi venire raccolti  e riposti nella stiva della nave, in attesa di essere consegnati ai centri appositamente allestiti per il trattamento ecologico. Il team punta inoltre a triplicare nel 2021 sia le navi di ricerca nel Nord Pacifico che i tempi di raccolta.

 

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