Un blog ideato da CeMON

25 Settembre, 2019

La mia amica della pelle

RedazioneRedazione
Omeopatia: Festa della guarigione

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Ogni lunedì riceverai una ricca newsletter che propone gli articoli più interessanti della settimana e molto altro.
Tempo di lettura: 5 minuti

La mia amica della pelle, così ho imparato a chiamare la psoriasi. Abbiamo impiegato 7 anni a trovare un equilibrio noi due; in alcuni periodi è stato un vero inferno. Ripensare a quei periodi mi da i brividi, ed ancora oggi mi viene un nodo in gola. Da 3 anni ormai, ogni volta che vado nella casa al mare, aprendo l’armadio guardo i vestiti che indossavo allora, camicioni larghissimi, di lino bianco, lunghi fino alle caviglie. Era l’unica cosa che ho indossato per troppo tempo, come se fossi sprofondata in un limbo dal quale non sarei più riemersa.

Tutto è iniziato un giorno dopo una seduta in palestra, adoro lo sport e misurarmi con il mio corpo, ho notato delle macchioline bianche sul ginocchio destro che rapidamente si sono seccate. Un fungo! Ho pensato e sono andata avanti senza pensarci troppo. Ma le macchioline hanno da subito iniziato ad aumentare e farsi sentire, si sono allargate fino a diventare pelle secca e spessa che generava una forfora preoccupate; anche i gomiti hanno iniziato ad essere interessati dal sintomo… prima di una diagnosi del medico avevo già sospettato che fosse psoriasi, l’avevo incontrata anni addietro, ne soffriva da anni una mia vicina di casa, ed anche papà di tanto in tanto.  Con la diagnosi del dermatologo, è cominciato il mio cammino insieme alla Psoriasi, in breve tempo avevo i gomiti, le ginocchia, la parte posteriore delle ginocchia, parte del cuoio capelluto, il collo e l’orecchio, le ascelle e la parte intima fortemente interessate da violente e profonde eruzioni.

Come se non bastasse, la sensazione di prurito era insopportabile, mi grattavo in continuazione, fino a sanguinare. Ho presto smesso di andare in palestra, di andare dal parrucchiere con regolarità, la relazione con il mio compagno di allora è finita, ho smesso di incontrare gli amici… la mia vita, e quella dei miei genitori è radicalmente cambiata nel giro di pochi mesi. Non riuscivo più a fare vita sociale, gli sguardi mi ferivano tanto quanto la malattia, era troppo faticoso spiegare agli altri che prima di tutto non era una malattia contagiosa, ma la verità è che la maledetta mi stava cambiando dentro, non solo sulla pelle. Dopo un anno i sintomi sono cambiati, la pelle secca andava via rapidamente e rimaneva la pelle viva, rossa e quasi sanguinante, come quando ci si toglie una crosticina, non aveva più l’aspetto della psoriasi, le ferite erano profonde anche alcuni millimetri e non rimarginavano. Da lì il medico mi diagnosticò un’infezione da Stafilococco, nell’anno seguente ho fatto tanti cicli di antibiotici, fino a quando ho ricevuto gli esami dell’antibiogramma, ero diventata resistente quasi a tutti gli antibiotici. Lo Stafilococco era diventato purtroppo sistemico e la diagnosi fu un macigno: una glomerulonefrite che avrebbe comportato lesioni croniche ai reni.

Ricordo i primi due anni di cure, sono stati anni di tentativi, nei quali abbiamo provato pomate, unguenti, iniezioni… una volta con una pomata al catrame utilizzata in via sperimentale, per un mio errore di applicazione (l’avevo stesa su tutto il corpo) sono finita al pronto soccorso per shock anafilattico. Ho girato molti medici, allopati e omeopati, da tutte le cure ho avuto effetti positivi, ma solo temporanei. Sono passata da un medico all’altro, da una terapia all’altra, sempre con il risultato di affievolire la malattia, per vederla tornare più aggressiva qualche tempo dopo, soprattutto nei momenti in cui ero più sotto pressione, stressata o triste.

A febbraio del 2015 incontrai quello che avrebbe cambiato la mia vita. Un medico omeopata di Milano.  Quando prenotai la visita non avevo nessuna speranza di guarire, eppure ricordo quel viaggio in treno come un viaggio della speranza, misto ad una parziale rassegnazione. Il primo incontro è stato stranissimo, un lungo interrogatorio, pieno di silenzi nei quali annotava le mie risposte al suo “interrogatorio”, guardando lo schermo del computer, ero stupita ed irritata, non mi ha neanche visitata, in quel momento non mi sembrava neanche più un medico! Si è seduto alla sua scrivania quasi completamente vuota, io difronte, una sua domanda, io rispondevo e poi silenzi lunghissimi ad aspettare che finisse di annotare, in uno di quei silenzi sono esplosa e ho iniziato a sfogarmi, forse anche battendo il pugno sul tavolo e parlandogli della condizione insostenibile che vivevo… ero esausta, stavo impazzendo! In quel momento è venuto fuori un’altra persona, con una sola frase mi ha trasmesso più di quanto non abbia ricevuto in tanti anni di cure: “non sei pazza, abbiamo solo bisogno di trovare il tuo rimedio.” Con il tempo ho capito che in quella visita eravamo in due ad apprendere qualcosa, il medico sulla mia malattia ed io su di me. Quel giorno, forse inconsapevolmente ho iniziato il cammino verso la guarigione.

Alla fine della visita mi prescrisse un antibiotico, lo ricordo ancora, la chiamò bonifica di fondo, rimasi sorpresa, credevo che gli omeopati non prescrivessero antibiotici, quando glielo chiesi mi fece notare che la mia condizione immunitaria era molto pregiudicata, ed erano indispensabili per proteggermi.

Poi dopo almeno 2 ore di “visita” mi prescrisse un unico rimedio, un rimedio, si tratta di un rimedio “moderno” non molto diffuso, che al momento non trovo in Italia, ma che con 9 € per il prodotto e pochi altri per la spedizione riesco a procurarmi senza nessun problema, in Austria. Mi disse di richiamarlo dopo 3 settimane e dargli aggiornamenti, non avevo avuto nessun miglioramento, non avevo nulla di nuovo da dirgli; mi cambiò la posologia, io ero semplicemente morta, sopravvivevo a me stessa e mi preparavo all’idea di una vita da dializzata. Agli inizi di aprile, la mia pelle era molto peggiorata, ammesso che quella situazione così disperata potesse peggiorare; ero diventata mostruosa, però non avevo più dolore, ma solo prurito, lo considerai un fatto positivo, era già un piccolo sollievo, ma notai che mi sentivo più serena, con più forza, non ero più disperata. Passai dal chiedere conforto a mia madre a darle il mio conforto, avevo cominciato a contare le macchie, a chiedere a mamma di aiutarmi dove non riuscivo a guardare, avevo cominciato ad avere un rapporto diverso con la mia malattia e fu proprio lei a farmi notare il mio cambiamento di umore. Da maggio a luglio la malattia è regredita rapidamente fino a permettermi di andare al mare. Il 17 luglio del 2017 ho rivisto il mare… era un lunedì, indossavo un costume dopo tanto tempo, la mia pelle non era per niente bella, rimaneva un campo di battaglia, era brutta e segnata, ma quella condizione non mi preoccupava più, era la mia pelle. Anche nei rapporti sociali, e nella vita sentimentale è cambiato molto. La psoriasi non è scomparsa del tutto, di tanto in tanto qualche macchiolina ai gomiti esce, ma so di essere guarita. Credo che la cosa più preziosa che il mio medico ha fatto è stata quella di guarire non solo la mia malattia, ma il mio rapporto con essa, non lo so spiegare in altre parole, è qualcosa che sento da dentro, che mi aiuta a confrontarmi con essa. Da allora ho un medico speciale che non vedo mai, lo avrò visto in 7 anni 4 volte, ma con il quale ho un rapporto molto profondo. Ed ho Argentum Sulfuricum che ho imparato a conoscere e che mi aiuta a mantenere quell’equilibrio che di tanto in tanto rischio di perdere. L’omeopatia mi ha dato non solo la guarigione dalla psoriasi, che ora è la mia amica della pelle, mi ha anche aiutato a capire qualcosa su di me, a sperimentare la mia capacità di mantenermi in equilibrio…ho imparato ad accettare la vita che viene verso di me. In questi 7 anni ho imparato che siamo esseri fragili ed allo stesso tempo straordinariamente potenti.