Non siamo tutti uguali. Un mantra che non smettiamo di ripetere, e che, almeno per quanto riguarda la differenza uomo-donna, trova oggi un riconoscimento anche in ospedale. L’ospedale in questione è L’Antonio Cardarelli di Napoli. Qui, infatti, la direzione strategica della struttura ha deciso di porre in essere un tavolo tecnico, che dovrà portare molto presto alla nascita di un ambulatorio di medicina di genere. Un ambulatorio, cioè, che tenga conto delle differenze tra uomini e donne, e sappia predisporre cure che tengano conto di come corpi diversi reagiscano in modi diverse alle cure.
Un ambulatorio che rispetta la differenza uomo/donna: la svolta di Napoli
“In un anno e mezzo di pandemia abbiamo imparato molto sul Covid e sui danni che produce. Uno dei dati che sembra emergere con chiarezza è che la risposta anticorpale delle donne è molto differente da quella degli uomini – spiega la dottoressa Maria Ludovica Genna, responsabile del centro di qualificazione biologica Napoli Campania Centro – Così come è differente la capacità di rispondere alle terapie e di superare l’infezione nelle sue fasi più acute. Le differenze tra maschi e femmine, ben note anche in moltissimi ambiti della medicina, nel tempo hanno dato vita alla “medicina di genere””.
L’approccio maschilista alla ricerca medica
La svolta del Cardarelli prova a arginare un problema sempre più diffuso in ambito medico, e di cui già in passato vi avevamo parlato: quello dell’approccio smaccatamente maschilista della ricerca. Quasi tutti i farmaci sul mercato, infatti, sono testati quasi esclusivamente su maschi, giovani e bianchi. Con le ovvie conseguenze negative del caso, dal momento che è ormai noto da tempo quanto invece sia differenziata la risposta alle terapie.
Due donne a capo del progetto
Il tavolo tecnico che dovrà indirizzare la road map che porterà all’apertura dell’ambulatorio, avrà come referente la dottoressa Maria Ludovica Genna. La coordinatrice, invece, sarà Gesualda La Porta, direttrice del Polo Didattico e membro del Tavolo tecnico regionale dei presidenti C.U.G. sulla medicina di genere. La dottoressa La Porta sottolinea che “lo scopo è quello di sostenere quel cambiamento culturale già in atto che vede il paziente al centro, come soggetto unico, e che apra sempre più all’idea della personalizzazione delle terapie”.
Tutte le differenze tra uomo e donna in medicina
Dare attuazione al Piano nazionale per la medicina di genere – sostengono il direttore generale Giuseppe Longo e il direttore sanitario Giuseppe Russo – era per noi una priorità. Le donne, per le stesse patologie, possono presentare, rispetto agli uomini, segni e sintomi diversi; si pensi all’infarto del miocardio. O diverse localizzazioni, come nel caso di neoplasie del colon o del melanoma. Le donne possiedono un sistema immunitario in grado di attivare risposte immunitarie più efficaci rispetto agli uomini, e sono quindi più resistenti alle infezioni, ma nello stesso tempo mostrano una maggiore suscettibilità alle malattie autoimmuni. Anche il Covid ci dice che maschi e femmine non possono essere curati allo stesso modo, l’approccio terapeutico deve essere in qualche modo personalizzato”.
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