4 milioni. Tanti sono gli italiani che hanno deciso di installare l’app Immuni sul proprio smartphone. Un flop, se consideriamo che si era inizialmente parlato del 50 per cento della popolazione come obiettivo soglia per rendere l’app davvero efficace. facendo i conti, sarebbero stati necessari circa 30 milioni di download, sette volte e mezzo quelli che ci sono stati.
Ora ci si interroga su quali siano stati i motivi di un fallimento di tali proporzioni. Innanzitutto le difficoltà tecniche: il software ha subito numerosi ritardi, finendo per arrivare sui telefoni degli italiani in un momento in cui l’emergenza non faceva più così paura. La compatibilità con i telefoni non di ultima generazione si è poi rivelata difficoltosa: una persona su quattro ha dichiarato che il proprio smartphone non supportava l’app. Ma il problema non è solo tecnico. Secondo vari sondaggi che hanno provato a esplorare le percezioni degli italiani al riguardo, in molti (troppi) non hanno ritenuto di potersi fidare delle istituzioni. I dati in gioco sono molto sensibili e gli enti statali, quanto a “prestazioni telematiche”, hanno spesso dato pessima prova di sé. Come dimenticare la storiaccia del sito INPS affondato dopo pochi minuti sotto le richieste, numerosissime, dell’indennità da 600 euro concessa a inizio emergenza COVID. Il risultato è che, per quante rassicurazioni il governo voglia dare, gli italiani non si fidano. Da non sottovalutare anche la questione delle regioni che hanno preferito realizzare app distinte, creando una sovrapposizione di programmi e competenze che ha confuso gli utenti.
«La app Immuni non ha per ora raggiunto i target che si immaginavano all’inizio – ha detto il Commissario Domenico Arcuri, intervistato da Lucia Annunziata – La campagna di comunicazione c’è e continua ad
esserci. La principale delle ragioni non ha a che fare con la campagna informativa, ha a che fare con la fase del ciclo di epidemia che stiamo vivendo e che trova una qualche forma comprensibile ma non condivisibile di rilassamento generale. Però c’è, va avanti nei download. Ci servirà molto a partire dall’autunno».
Insomma, diciamolo: questa storia di Immuni sembra proprio una di quelle tante storielle che rende l’Italia spesso un Paese da operetta. Speriamo che una seconda ondata non debba mai arrivare. Ma se invece non fosse così, speriamo che Immuni si dimostri all’altezza delle circostanze e che gli italiani si lascino conquistare da lei.
Comunque bisogna dire che chi ha progettato l’app non si è fatto due semplici conti che anche un bambino avrebbe saputo fare. L’App più installata al mondo (non consideriamo quelle precaricate sui nostri smartphone) è Whatsapp, con 32 milioni di download in Italia, prima anche da noi. Pensare di eguagliarla in poche settimane con un App con possibili problematiche di privacy era veramente una mission impossible…