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Agro-omeopatia sistemica: un approccio vincente all’agricoltura
30 Ottobre, 2025

Agro-omeopatia sistemica: un approccio vincente all’agricoltura

RedazioneRedazione
Lo studio di Di Lorenzo, Dinelli, Marotti e Trebbi propone di superare la visione antropocentrica con il concetto di similitudine metabolica

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Per molto tempo, l’agro-omeopatia ha seguito un’impostazione che potremmo definire “antropocentrica”: il mondo vegetale veniva interpretato attraverso la lente dei sintomi umani. Si trattava di una trasposizione diretta della Materia Medica clinica, che ha permesso di muovere i primi passi ma che inevitabilmente ha mostrato dei limiti.

Le piante non hanno la stessa espressività sintomatologica degli esseri umani, né la stessa fisiologia e morfologia. Non posseggono neanche un componente mentale di tipo umana e ridurre il loro linguaggio vitale e biochimico a un parallelismo con il nostro significava perdere la ricchezza dei loro processi biologici.

Questo è il punto di partenza della riflessione contenuta nello studio “Systemic Agro-Homeopathy: A New Approach to Agriculture”, pubblicato su Integrative Medicine International da Francesco Di Lorenzo, Giovanni Dinelli, Ilaria Marotti e Grazia Trebbi.

L’holon agricolo come organismo complesso

Il contributo principale dello studio è l’introduzione del concetto di holon agricolo, (agroecosistema), una visione che considera l’azienda agricola una come un’unità complessa, formata da una molteplicità di specie coltivate, ma anche di suolo, acqua, microrganismi, fauna, condizioni climatiche e attività umane.

Ogni elemento non esiste isolatamente ma in relazione con gli altri, e l’agricoltore diventa parte attiva di un organismo vivente più grande. Con questo cambio di prospettiva, l’Omeopatia non si limita a “curare” una pianta, ma interviene sull’intero equilibrio del sistema, stimolando le capacità di autoregolazione dell’agroecosistema.

La similitudine metabolica al posto della similitudine sintomatologica

La vera rivoluzione proposta da Di Lorenzo e colleghi è l’abbandono della logica centrata sulla sola similitudine sintomatologica, aggiungendo ad essa l’ipotesi della similitudine metabolica. Questi due aspetti diventano un nuovo criterio per la scelta dei rimedi omeopatici ultradiluiti.

L’idea è di basarsi sui metaboliti secondari prodotti dalle piante e da altri organismi come funghi e batteri: sostanze che svolgono ruoli fondamentali nei processi di difesa e di adattamento. Questi metaboliti diventano un nuovo criterio per la scelta dei rimedi omeopatici ultradiluiti, permettendo di agire in risonanza con i processi vitali delle colture, senza forzature né trasposizioni artificiali dal mondo umano. È un approccio che apre la strada a interventi più coerenti con l’ecologia del vivente e che può rafforzare la resilienza delle coltivazioni.

Un paradigma per un’agricoltura sostenibile

L’agro-omeopatia sistemica delineata nello studio non rappresenta soltanto un raffinamento teorico, ma una vera proposta per un’agricoltura capace di integrare sostenibilità, rispetto per l’ambiente e innovazione scientifica. Guardare a un campo coltivato come a un sistema complesso a risposta non lineare, significa anche rifiutare la logica riduzionista della chimica agricola, che interviene in modo frammentario e spesso distruttivo. L’Omeopatia diventa così uno strumento in grado di stimolare i processi naturali di autoregolazione, ponendosi come alleata della vitalità intrinseca dell’agroecosistema.

Uno sguardo al futuro dell’agro-omeopatia

Lo studio di Di Lorenzo, Dinelli, Marotti e Trebbi segna un passaggio importante nel dibattito sull’Omeopatia applicata all’agricoltura. Proponendo il superamento dell’antropocentrismo e introducendo, al fianco del
principio di similitudine il concetto di similitudine metabolica, gli autori offrono una chiave di lettura capace di rinnovare profondamente la pratica agro-omeopatica. È un invito a ripensare la fattoria non come un insieme di elementi da gestire separatamente, ma come un organismo complesso da sostenere, in cui l’Omeopatia diventa parte di un equilibrio ecologico più ampio e armonioso.

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