La mattina, quando la sveglia interrompe il nostro sonno, la tentazione di premere il pulsante snooze è quasi irresistibile. Questo gesto apparentemente innocuo, che promette qualche minuto extra di riposo, nasconde però alcuni rischi per il nostro benessere quotidiano. Il sonno è un processo sofisticato e delicato, governato da cicli precisi che il nostro corpo ha perfezionato nel corso dell’evoluzione. Durante un risveglio naturale il cervello attraversa una fase chiamata “inerzia del sonno”, caratterizzata da temporanea confusione e intontimento. Questa fase transitoria, del tutto normale, si risolve spontaneamente in pochi minuti, permettendoci di iniziare la giornata con energia. L’utilizzo dello snooze, tuttavia, interferisce con questo processo naturale.
Lo studio
Una ricerca condotta su 450 adulti ha evidenziato che il 57% delle persone utilizza quotidianamente questa funzione, con una maggiore prevalenza tra le donne, i giovani e chi conduce uno stile di vita più sedentario. Lo studio ha rivelato che chi posticipa regolarmente la sveglia tende a sentirsi meno riposato e accumula maggiore stanchezza durante la giornata. Il motivo è radicato nella fisiologia del sonno: quando rimandiamo la sveglia, forziamo il cervello a iniziare un nuovo ciclo di sonno profondo, che richiederebbe normalmente tra i 75 e i 90 minuti per completarsi. Gli effetti fisiologici sono significativi: chi usa lo snooze mostra una frequenza cardiaca a riposo più elevata durante la notte (1.86 battiti in più al minuto) e nell’ultima ora di sonno presenta alterazioni importanti dei cicli del sonno, con più tempo trascorso in sonno leggero e una riduzione del sonno profondo e REM. Il tempo medio trascorso a letto dopo il primo allarme è di circa 27 minuti, periodo durante il quale si creano mini-risvegli forzati che disorientano l’organismo invece di rinvigorirlo. I giorni con risveglio naturale mostrano una durata del sonno significativamente maggiore (8.74 ore) rispetto ai giorni con sveglia (7.83 ore) o snooze (7.95 ore). Chi utilizza lo snooze tende anche a consumare più caffeina durante il giorno, probabilmente per compensare la minore qualità del riposo. Le motivazioni principali di questo comportamento includono l’incapacità di alzarsi al primo allarme, il comfort del letto, la sensazione di sentirsi meno stanchi al risveglio definitivo e l’essere parte di una routine strutturata. Tuttavia, contrariamente alle aspettative di ottenere un riposo supplementare, questa pratica finisce per compromettere la qualità del sonno e le prestazioni fisiche e mentali nell’arco della giornata.
La qualità del risveglio si rivela quindi importante quanto la quantità di sonno stesso. Comprendere questi meccanismi può aiutare a modificare le abitudini mattutine, privilegiando un risveglio unico e deciso che permetta al corpo di iniziare la giornata nel modo più naturale e benefico possibile. Sebbene siano necessari ulteriori studi per comprendere appieno l’impatto di questa abitudine, le evidenze suggeriscono che l’uso dello snooze potrebbe avere effetti negativi sulla salute a lungo termine, in particolare sull’aumento della frequenza cardiaca a riposo.