Un blog ideato da CeMON

21 Marzo, 2025

Lettera horror

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Ogni lunedì riceverai una ricca newsletter che propone gli articoli più interessanti della settimana e molto altro.
Tempo di lettura: 4 minuti

Carissimo dottore, è l’una di una notte d’inverno e fa molto freddo. Io, Gaetano Rancioni, Tano per gli amici, mi trovo sulla Pietra di Bismantova, il monte che sovrasta Castelnovo Monti, un paese dell’Appennino nella provincia di Reggio Emilia. Nascosto dietro l’altare della Madonna, nella chiesetta benedettina che si trova ai piedi di questo monte, sono in attesa della morte più raccapricciante che possa capitare ad un uomo, quella di essere divorato da creature mostruose.

Ero salito fino a qua, intorno alle 8 di ieri sera, per vincere una scommessa, una delle tante, fatta con gli amici del bar, gli stessi con cui spesso faccio a botte. 

Proprio loro, alcuni giorni fa, mi hanno una proposta: – Tano, noi scommettiamo 100 euro che tu non riesci a dormire sulla Pietra di Bismantova per un’intera notte, da solo, sapendo che gli alieni possono arrivare da un momento all’altro. –

Io ho accettato subito. Nulla mi fa paura, tranne le donne a causa della mia scarsa autostima ma questa è un’altra storia, inutile da raccontare in questo momento. Conosce la Pietra di Bismantova, dottore?  Sulla guida turistica c’è scritto:- E’ una rupe di origine calcarea, dalla cima piatta e a forma di nave, la cui formazione  risale a parecchi milioni di anni fa. Molto famosa anche ai tempi di Dante che così scrive nel Canto IV del Purgatorio: “si sale a San Leo e si discende a Noli, si ascende in cima al Monte Bismantova e al monte Cacume con i soli piedi”.

Quindi, ieri sera, sono venuto quassù, dove si dice che spesso atterrino i dischi volanti e, illuminato dalla luna piena, mi sono addormentato nel mio sacco a pelo, sicuro di non essere disturbato da nessuno. Invece, dopo un paio d’ore di sonno tranquillo, mi sono svegliato di soprassalto quando una mano si è posata sulla mia bocca.

– Zitto. Zitto, per l’amor di Dio. – Mi ha sussurrato all’orecchio una voce.

– Se quelli ci vedono siamo perduti. –

Ho sbarrato gli occhi. Sopra di me c’era un frate grassoccio e con lunghi capelli dietro le spalle, in mano teneva un grosso crocefisso. In quel momento la luna si è oscurata, il buio ci è piombato addosso e come una belva famelica ci ha inghiottiti tra le sue nere fauci.

Contemporaneamente, a poca distanza da noi, si è acceso un fuoco e, illuminati dalle fiamme, ho visto danzare un essere incappucciato con due vecchie dal naso adunco, i dentoni storti e le facce grinzose. Le tre strane creature ballavano intorno a un enorme pentolone pieno di una sostanza grigia e puzzolente, da cui uscivano topi e  scarafaggi, animali disgustosi che assieme a vermi e pipistrelli mi sono sempre divertito a uccidere per appagare un mio puro gusto sadico.

Ho chiesto: –Sono arrivati i marziani?-  Il frate mi ha guardato storto, i suoi occhi erano pieni di terrore.

Ha spiegato: – L’incappucciato è un ex prete e con le due streghe pratica un  Sabba di Magia Nera per evocare l’arrivo di Satana.-

Il frate si è alzato e, puntando contro di loro il crocefisso, ha urlato.-  Io sono Spiridione, il frate esorcista, e ordino a voi anime dannate di andarvene da qua! –

Io sono fuggito e ho trovato rifugio all’interno di questa chiesa. Pensavo di essere al sicuro, finché, preceduto da uno schiocco secco, un grosso pezzo di tetto si è squarciato e qualcosa è piombato sul pavimento. La polvere mi ha ostruito i polmoni e si è posata sui miei occhi rendendomi cieco per alcuni minuti. Poi ho visto il frate vicino a me. In verità era solo la sua testa, mentre il suo corpo giaceva  diversi metri più in là, mangiato dai topi e dagli immondi pipistrelli che gli volavano intorno.

Sentendomi in pericolo, ho cercato di fuggire fuori dalla chiesa. Ma un’enorme ombra mi si è parata davanti, costringendomi ad arretrare: un verme gigantesco dotato di denti lunghi come coltelli ha iniziato ad avanzare verso di me. Gli scossoni che subiva il suolo al suo passaggio mi hanno fatto perdere l’equilibrio e sono caduto esattamente nel punto dove adesso mi trovo. Tra stordimento e dolore vedo una sinistra figura venire verso di me. E’ l’incappucciato. 

– Allontanati, Satana! -Gli urlo.

Lui si ferma. Mi mette davanti al volto uno specchio che riflette la mia immagine: sulla testa ho grandi corna, i miei occhi sono pieni di sangue, dalla bocca spuntano lunghe zanne e tutta la pelle del mio volto è ricoperta da un pelo grigio.

– Tu sei Satana!- Dice lui. 

– No, non voglio essere il diavolo. Io sono un uomo buono. –Gli rispondo.

  Prega! – Urla la bocca del frate decapitato.- Solo così potrai salvare la tua anima. –  

-Tu sei il nostro Signore!. – Sibilano le due orrende streghe. -Ti abbiamo evocato con il Sabba e resterai con noi per sempre.-

Una fitta nebbia cala all’interno della chiesa. Quando si dirada vedo un topo, brutto e schifoso, che si avvicina a me. -Vattene da questa chiesa, brutto ratto!-

Gli urlo contro. Il topo si mette gli occhiali e dice: –Tano sono Olindo, non mi riconosci?-

– Olindo? Strano nome per un topo.- Dico io.

– Sono Olindo Fischetti, il farmacista e qua non sei in una chiesa ma nel solito bar dove bevi fino a ubriacarti. Sono venuto a portarti il farmaco omeopatico, quello scritto sulla ricetta che mi hai consegnato ieri mattina: Anacardium orientalis.-

Lo riconosco.  E’ il rimedio che lei, dottore, mi ha dato  per le allucinazioni di cui soffro quando sono ubriaco.

Lei mi ha detto:- Gaetano, questo rimedio è adatto per quelli, come te, che soffrono di abuso di alcol a causa di un grande senso di inferiorità, che sfogano le frustrazioni uccidendo animali, che si azzuffano senza un vero motivo, che nei momenti di delirio alcolico credono ci siano mostri che li inseguono e che li vogliono mangiare, oppure pensano che dentro di loro ci sia una lotta tra il bene e il male.

Io, che mi fido ciecamente di lei, caro dottore, apro il tubulo e metto il contenuto sotto la lingua, sicuro che tutti questi miei problemi, molto presto, si dissolveranno.  

 

Lascia il primo commento