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31 Ottobre, 2024

Registro elettronico: quando il controllo diventa eccessivo

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Introdotto nel 2012, il registro elettronico è stato progettato per digitalizzare e semplificare le procedure scolastiche ma ha suscitato reazioni contrastanti nel mondo dell’istruzione. Mentre alcuni ne lodano l’efficienza amministrativa, altri rimpiangono la semplicità e l’intimità del tradizionale diario cartaceo. Questo strumento presenta indubbi vantaggi, come la semplificazione della documentazione, l’accesso completo al profilo dello studente e un supporto significativo per coloro che sono affetti da DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) o BES (Bisogni Educativi Speciali), che potrebbero avere difficoltà a prendere nota degli assegni a causa di varie problematiche. In un’ottica di inclusività, il registro elettronico dovrebbe essere sempre garantito a questi studenti. Tuttavia, non mancano le criticità che richiedono un’attenta riflessione.

Generazioni e tecnologia: una sfida educativa

Oggi ci troviamo in un’epoca complessa segnata da un notevole gap tra generazioni: proviamo a guidare giovani esistenze che sembrano appartenere a un universo parallelo rispetto al nostro passato, e non è solo questione di destrezza con la tecnologia. Il web ci offre il vantaggio dell’informazione ma è un’arma a doppio taglio che allo stesso tempo espone al pericolo di eccessiva visibilità e distorsioni rischiose della realtà, delle emozioni e dei rapporti interpersonali. La sfida più grande è comprendere i giovani e il loro universo connesso, infatti anche noi adulti possiamo cadere vittime di un impiego scorretto della tecnologia. Tra gli altri usi impropri bisogna fare attenzione a quello del monitoraggio: utilizziamo applicazioni per localizzare i figli, software per restringere l’uso di internet e impieghiamo un programma anche per visualizzare il registro scolastico online e supervisionare l’intera esperienza accademica dei nostri figli adolescenti. Tutto questo senza menzionare i gruppi di messaggistica dei genitori… terrore per chi è riuscito a mantenere, nonostante tutto, un briciolo di sanità mentale. 

Controllo o crescita?

Ricordate quella volta in cui avete saltato la scuola e passato ore a perfezionare la firma dei vostri genitori, sviluppando abilità degne di un falsario, per giustificare un’assenza taciuta? Oppure quella circostanza in cui siete riusciti a rimediare a un voto insufficiente prima che i vostri genitori lo scoprissero? Questi piccoli segreti e strategie di sopravvivenza scolastica non esistono più. Ogni passo falso, ogni scivolone, ogni piccola ribellione viene immediatamente catturato e immortalato nel grande “occhio” digitale del registro elettronico. Un mondo in cui la privacy dei nostri figli non esiste, lasciando poco spazio alla crescita personale, all’apprendimento dai propri errori e alla costruzione di una vera autonomia. Oggi, la notifica che si attiva sul cellulare sostituisce la responsabilità del figlio di riportare a casa l’esito di un’interrogazione o di un compito, invece di prendere nota delle informazioni importanti. Non dovrebbe essere un mezzo per le mamme di monitorare costantemente i compiti a casa, una responsabilità che spetta agli studenti fin da piccoli, alimentando nei genitori un falso senso di controllo. L’automatizzazione della comunicazione di voti, note e assenze porta a conseguenze significative. Da un lato, i genitori si sentono obbligati a intervenire, lodando o punendo in base ai voti, senza lasciare spazio al dialogo e al confronto; dall’altro, i figli perdono l’opportunità di sperimentare una relazione autentica con i genitori, di sviluppare il dialogo familiare e di affinare le proprie capacità di autocritica. Il registro elettronico tende a deresponsabilizzare gli studenti e a impoverire il legame tra genitori e figli. La relazione tra adulti e giovani si costruisce attraverso l’esperienza del giovane nell’analizzare, sintetizzare e restituire la realtà all’adulto. Un voto, quando comunicato in modo meccanico e asettico, rischia di ridurre il ragazzo a un semplice numero, privando l’esperienza scolastica di significato e ignorando il percorso di crescita.

La pressione del voto: ansia e perdita di autonomia

La visibilità costante della media dei voti sul registro elettronico può causare ansia da prestazione o allontanare ulteriormente lo studente dal percorso scolastico e dai tentativi di recupero. Questi sono solo due esempi di fragilità che vengono alimentate dall’accesso facile ai voti e alle note. In generale, la costante visibilità della media dei voti può catalizzare l’attenzione dei genitori e degli studenti: i primi potrebbero pretendere prestazioni elevate, mentre i secondi rischiano di studiare solo in funzione del voto, identificandosi con esso. Ogni volta che uno studente sente di essere definito dal proprio voto, immedesimandosi nella figura cristallizzata del “cattivo studente”, cresce l’ansia da prestazione e, inversamente, il rischio di perdere curiosità, interesse e senso critico. Il registro elettronico provoca nei ragazzi reazioni psicologiche molto diverse rispetto al tradizionale diario scolastico cartaceo. Il diario cartaceo, essendo uno strumento personale, permette agli studenti di annotare pensieri, note e considerazioni personali, come ricordarsi di ripetere un tale argomento. Con il registro elettronico gli studenti tendono a limitarsi a ciò che è riportato nel sistema digitale, percependo questo strumento come un confine rigido che non favorisce l’autonomia e la curiosità individuale. 

Il “giovane Holden” contemporaneo si destreggia tra l’efficienza del digitale cercando un equilibrio che preservi l’autenticità dell’esperienza scolastica. In questo scenario, affronta una realtà educativa che, pur abbracciando le innovazioni tecnologiche, rischia di eclissare l’essenza del percorso formativo e le esperienze fondamentali per la crescita personale. Questa riflessione ci invita a riconoscere l’importanza di commettere errori, consentendo ai giovani di apprendere e maturare in un ambiente che promuove il dialogo, l’autonomia e la responsabilità. Come osserva acutamente Holden: “La maggior parte della gente è così dannatamente falsificata e ci sono così tanti ragazzi che si lasciano incastrare. Io non voglio diventare così.” – J. D. Salinger

 

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