Un blog ideato da CeMON

Animali da compagnia e benessere degli anziani
3 Settembre, 2025

Animali da compagnia e benessere degli anziani

RedazioneRedazione
Cani, gatti e altri compagni pelosi migliorano la salute fisica ed emotiva degli over 75: i dati di Firenze aprono la strada a una riflessione nazionale.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Ogni lunedì riceverai una ricca newsletter che propone gli articoli più interessanti della settimana e molto altro.
Tempo di lettura: 3 minuti

C’è qualcosa di profondamente terapeutico nello sguardo di un animale. Non perché guarisca le malattie, ma perché spesso riesce a guarire la solitudine, e questo – per chi ha superato i 75 anni – vale quasi quanto una cura. Lo sanno bene a Firenze, dove una recente indagine ha misurato l’impatto degli animali da compagnia sulla salute degli anziani. Ma il messaggio che emerge da quella ricerca parla a tutto il Paese: l’amore a quattro zampe può e deve essere parte integrante del nostro sistema di cura, soprattutto nella terza età.

Cosa ci dice l’esperienza fiorentina

L’indagine condotta dal Comune di Firenze in collaborazione con l’associazione Veteris e con il professor Andrea Ungar, docente di Geriatria, ha coinvolto oltre mille cittadini over 75. Di questi, il 30,7% possiede un animale da compagnia. Gatti (54,9%) e cani (47,4%) sono gli amici più fedeli, ma non mancano volatili e altri piccoli animali domestici. In più dell’88% dei casi, il rapporto dura da oltre un anno, segno di una relazione stabile e significativa.

La cosa sorprendente è che ben l’87,7% degli intervistati si prende cura personalmente del proprio animale, anche in presenza di difficoltà motorie. E chi ha un cane lo accompagna fuori almeno una volta a settimana nel 91,1% dei casi: un’abitudine che si traduce in movimento, aria aperta, contatto sociale, prevenzione.

Tra i benefici percepiti, spiccano quelli legati alla salute mentale ed emotiva: il 49,4% dice di dormire meglio grazie alla presenza dell’animale, il 45,8% si diverte di più e il 70,8% trova conforto e distrazione dai pensieri negativi e dagli acciacchi fisici. Il 56,8% sottolinea soprattutto l’affetto costante che riceve dal proprio animale, mentre per il 73,2% il vantaggio principale è la compagnia.

Durante la pandemia, poi, la presenza di un animale ha rappresentato un’ancora emotiva per molti. Il 50% degli over 75 intervistati aveva un animale in casa nel periodo del lockdown, e l’82% di loro ha dichiarato che quell’amico peloso lo ha aiutato a superare paure, isolamento e difficoltà.

Una riflessione che riguarda tutta l’Italia

Questi dati non vanno letti solo come fotografia di un contesto locale. In un Paese come l’Italia, dove oltre il 23% della popolazione ha più di 65 anni e il numero degli animali da compagnia supera i 65 milioni, la questione ha un valore nazionale. Favorire la relazione tra anziani e animali non è solo una scelta affettiva, ma una strategia sociale ed economica di lungo termine.

I benefici, infatti, non si limitano all’umore: meno sedentarietà, meno depressione, meno isolamento significano anche minore ricorso a farmaci, visite, ricoveri. In altre parole, più benessere e meno costi per il sistema sanitario.

Ci sono anche criticità

Non mancano però le difficoltà. Il 56,8% degli intervistati nell’indagine fiorentina segnala i costi – tra spese veterinarie e manutenzione – come ostacolo principale alla convivenza con un animale. Inoltre, in caso di ricovero o malattia, l’impossibilità di prendersene cura può trasformarsi in fonte di ansia.

Alcune regioni, come la Toscana, stanno già progettando misure di sostegno: ambulatori veterinari gratuiti, servizi di pet-sitting solidale, reti di assistenza. Ma servirebbe un intervento più ampio e strutturato, anche a livello statale, per garantire agli anziani la possibilità di vivere questa relazione in modo sereno e sostenibile.

Un richiamo anche per la medicina dolce

Chi si occupa di medicina dolce sa bene quanto corpo e mente siano intrecciati. L’Omeopatia riconosce da sempre il ruolo centrale dell’ambiente affettivo nel mantenimento dell’equilibrio psicofisico. Non è un caso se molti rimedi omeopatici agiscono proprio su stati emotivi come l’apatia, la paura, la malinconia.

L’amore incondizionato di un animale può essere, in questo senso, un complemento prezioso alla cura. Non come terapia alternativa, ma come parte di un ecosistema di benessere. E forse, anche chi si occupa di salute dovrebbe imparare dal cane che non giudica, ma accompagna.

LEGGI ANCHE: Omeopatia: la prova dell’efficacia nelle onde cerebrali

Lascia il primo commento