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19 Agosto, 2025

Eupatorium Perfoliatum

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Ague Weed o Erba indiana

È una pianta originaria del Nord America usata in ambito indigeno per le febbri intermittenti.

La sua caratteristica principale è la sensazione di contusione a tutte le ossa del corpo, si tratta di un dolore intollerabile, tremendo, profondo, come se tutte le ossa fossero rotte.

Per questo viene chiamato anche “spaccaossa”.

I dolori sono interni agli arti, alla schiena e con un’enorme sensibilità dolorosa nelle articolazioni, come se fossero slogate. Tanto che la persona urla. Si lamenta, geme involontariamente.

Questo malessere accompagna molti quadri di influenza o di febbri intermittenti caratteristiche di certe zone di alcuni paesi. Può accompagnare anche bronchiti o febbri biliose insieme ad altri dolori, come mal di testa e sensibilità al cuoio capelluto, disturbi epatici, urinari o intestinali.

Generalmente questi dolori sono collegati all’influenza o alla malaria.

C’è una agitazione intensa e, nonostante i dolori, non può stare fermo. Vorrebbe stare tranquillo, ma non riesce.

Peggiora con il freddo e con il movimento. Anche all’aria aperta o quando si scopre. Peggiora bevendo, anche se ha molta sete. Ed ha alti e bassi ogni 8 ore.

Migliora con il riposo, stando in casa. Meglio con il calore, anche con una conversazione. Meglio se si poggia sulle mani e sulle ginocchia.

È adatto a malattie degli anziani o a costituzioni logorate, esaurite, specialmente da alcolismo. Oppure in stati consuntivi e cachessia da attacchi prolungati o frequenti di febbri intermittenti o biliosi.

La cosa più peculiare è il desiderio di gelato.

Quintessenza: Dolori profondi alle ossa come rotte. Grande agitazione. Prostrazione con febbre con brividi e tremori. Sete prima del brivido. Senza sudorazione.

Dolori profondi: si sentono all’interno delle ossa e del corpo.

Ossa come rotte: come se i pezzi fossero separati, spezzati e schiacciati.

Grande agitazione: uno stato di eccitazione, emozione estrema che genera sensazioni spiacevoli come irritabilità, confusione, tensione.

Prostrazione: stato di distacco in cui si perde ogni interesse verso tutto e tutti, compresi se stessi, con incapacità alle funzioni naturali del corpo.

Febbre con brividi e tremori: aumento della temperatura corporea con scosse di freddo e movimenti involontari ritmici di parti del corpo o tutto il corpo.

Sete prima del brivido: desiderio intenso di bere più del normale, soprattutto prima dei brividi, in un momento insolito nei processi febbrili.

Febbre senza sudore: aumento della temperatura che accompagna uno stato di malattia e in cui manca la sudorazione, che normalmente sarebbe la fase naturale, salutare e finale di eliminazione delle tossine.

Caratteristiche predominanti del rimedio Eupatorium perfoliatum

Espressione ansiosa. Viso malato, terreo. A volte color rosso scuro (durante la febbre) o con guance rosse e pelle secca.

A volte pallido, tirato e scavato.

Presenta contrazioni improvvise alla guancia destra e ragadi agli angoli della bocca.

Oltre a quanto già detto, si sente ansioso, disperato e depresso.

La notte  si sente come se dovesse perdere i sensi. Sproporzionatamente abbattuto con la febbre.

Una delle due caratteristiche principali di questo rimedio è che i dolori ossei intensi, acuti e violenti, sono molto peggiori col minimo movimento e migliorano col riposo.

Il dolore alle ossa, come rotte, spezzate, con tipica sensibilità dolorosa, peggiora con la minima pressione. Più intensa a schiena, testa, torace e arti, soprattutto ai polsi, percepiti come slogati.

Di fatto, non può quasi stare sdraiato perché il dolore aumenta e urla disperatamente.

I dolori, però, vanno e vengono rapidamente. Li accompagna la sensazione di essere picchiato o di contusione in tutto il corpo, con dolori articolari e muscolari, soprattutto nella regione lombare e nei polpacci.

Grande sensibilità nelle parti colpite: testa, bulbi oculari, trachea e petto, e quando tossisce, e in tutti gli arti.

Può avere vertigini al mattino presto, sensazione di cadere a sinistra. Vertigini quando cerca di alzarsi dal letto.

La cefalea è periodica, ogni 3 o 7 giorni. Si presenta con senso di dolore interno e migliora stando tranquillo in casa o conversando. Peggiora all’aria aperta.

Cefalea accompagnata da nausea fin dal mattino, può iniziare al risveglio. Dolore intenso con pulsazioni nell’area occipitale, sempre peggiorati dal movimento. Dolore e pesantezza occipitale dopo essere stati sdraiati, deve aiutarsi con la mano per alzare la testa.

Può sentire pressione come se avesse un casco di piombo.

Tipica la cefalea violenta e il dolore alla schiena prima del brivido e durante lo stesso e la febbre, che peggiora col sudore.

La cefalea accompagna casi di disturbi biliari o gastrici. Calore al vertice della testa con acufeni o dolore parietale, pienezza dolorosa della testa nel soffiarsi il naso o tossire.

Peculiare: la testa viene portata spasmodicamente all’indietro.

Gli occhi sono lucidi e le sclere giallo-rossastre, margini delle palpebre rossi con secrezione appiccicosa. Dolore intenso ai bulbi oculari, dolori ossei perioculari, come contusi.

Fotofobia intensissima con lacrimazione (peggio nell’occhio sinistro, peggio tossendo). Acufeni, ronzii. Sente tutto pur dormendo profondamente, ma non riesce a parlare. Otiti acute. Mastoidite associata ai sintomi caratteristici.

A livello respiratorio: corizza con starnuti e dolori ossei tipici. Secrezione acquosa, ostruzione, possibili sinusiti acute.

La lingua appare con una patina gialla o bianca. Mucosa orale pallida. Alito fetido, acido. Gusto amaro o insipido.

Notevole dolore alla gola, con catarro, secchezza. Ma in generale ha buon appetito a giorni alterni. Utile nell’anoressia degli alcolisti.

La sete è molto intensa prima della comparsa del brivido e continua durante il brivido e la febbre, ma cessa col sudore. Ha sete soprattutto d’acqua fredda, ma beve a piccoli sorsi o grandi quantità ogni volta. Raramente desidera una bevanda calda.

Peculiare: riconosce che sta per iniziare il brivido perché non riesce a bere quanto vorrebbe. Sete insaziabile. Sete anche prima del vomito, con vomito subito dopo aver bevuto.

Nausea prima e durante brividi e febbre. Anche dopo aver bevuto. Nausea per l’odore del cibo, a vederlo o solo a pensarci. Anche per profumi o tabacco.

Vomito prima, durante e dopo il brivido. Anche durante febbre e sudorazione, e subito dopo aver bevuto, in particolare acqua fredda.

Vomiti biliari prima, durante e dopo il brivido e durante la febbre. Anche per acqua fredda. Possibili vomiti alimentari con dolori e sensibilità epigastrica durante la febbre.

Gastralgie dopo aver mangiato, migliorano dopo il vomito. Anche il singhiozzo.

Aiuta per l’indigestione degli anziani o dopo alcolici, con i sintomi già descritti.

Il fegato è dolente, senso di pienezza e sensibilità epatica, punture o dolori con movimento o tosse. Non tollera gli abiti stretti. Addome evidentemente timpanico. Forti coliche nella parte superiore dell’addome.

Diarrea mattutina con feci frequenti, acquose, verdi, con calore e bruciore anali e tenesmo.

Infiammazione del meato urinario. Urina marrone scuro ma trasparente e piuttosto scarsa. A volte con sedimento biancastro, come argilla. Può essere abbondante e pallida nella devo e scura nei disturbi biliari.

A livello genitale il sintomo più notevole insieme agli altri è il prurito al pube. Negli uomini spesso herpes su scroto e cosce.

Apparato respiratorio: raucedine al mattino, dolore e calore in trachea e bronchi. Sempre peggio tossendo.

Grande oppressione, dolore a respirare a fondo e rumori nel petto. Dispnea con tosse secca, sudorazione e faccia ansiosa (la dispnea lo spaventa), deve stare quasi seduto a letto.

Tosse alla sera che lo scuote, faccia rossa e lacrimazione. Peggio ra con il freddo. Tosse rauca e aspra, con senso di graffio ai bronchi. Deve stringersi il torace con le mani per il dolore che la tosse gli provoca, specie intercostale. La tosse può essere scatenata dal solletico nel petto.

Peggio dalle 2 alle 4 di notte e da sdraiato supino, meglio in ginocchio con la testa sul cuscino o appoggiata alle mani.

Tosse cronica notturna o tosse che precede o segue il morbillo o deriva da febbre intermittente soppressa.

Dolore toracico, soprattutto retrosternale, con oppressione come se il cuore fosse schiacciato o avesse poco spazio. Peggio inspirando profondamente o girando il corpo da ogni lato. Non può stare coricato sul lato sinistro. Dolore profondo nel lato sinistro del torace e nella spalla destra.

Nel corpo e arti: dolor pulsante alla nuca e all’occipite, tra le spalle (meglio dopo alzato).

I brividi risalgono o scendono dalla schiena. Tremori dorsali durante la febbre. Dolori dorsali come colpi, contusione o rottura, specie prima e durante il brivido e la febbre.

Rigidità di braccia e dita durante il brivido. Dolori agli arti, ossa e muscoli come se fossero colpiti, rotti o slogati, peggio ai polsi e polpacci; soprattutto durante l’influenza.

Dolori ossei e muscolari prima e durante il brivido e la febbre, con mani e piedi pesanti e calore nei palmi e nelle piante dei piedi.

Edemi a piedi, caviglie, ginocchia. Dolore all’articolazione metatarso-falangea dell’alluce sinistro che improvvisamente passa a destra.

Può essere associato a dolore, soprattutto ginocchio sinistro e gomito destro, peggio dalle 10 alle 16.

Affezioni reumatiche manifestate con le sudorazioni e dolori ossei con crampi. Cammina ricurvo.

Per quanto riguarda il sonno: sbadigli, peggio prima o durante i brividi, si stiracchia. Sonnolenza accompagnata da dispnea.

È senza dubbio uno dei rimedi più usati e importanti nell’influenza, ma è indicato anche in altri processi febbrili quali febbri intermittenti o malariche, morbillo, dengue, tifo esantematico, febbri biliose ecc.

Nell’influenza: dolori tipici con grande prostrazione; raucedine e tosse con laringe e torace molto doloranti; intensa corizza, accentuata sete, vomiti dopo aver bevuto; la tosse fa male a testa e torace, che devono essere sostenuti con le mani.

In ogni febbre, la febbre da Eupatorium Perfoliatum inizia con brividi intensi, con tremori e scosse esagerate rispetto al freddo sentito, specialmente al mattino, tra le 7 e le 9 (o un giorno alle 9, il giorno dopo a mezzogiorno) o di notte, salendo o scendendo lungo la schiena, preceduti da sete insaziabile, dolore generalizzato e intensi dolori ossei “come rotti”, e nausea.

Durante brividi e febbre, la sete intensa continua, così come il dolore generalizzato, le cefalee, le nausee, i vomiti e gli sbadigli. La febbre prosegue sino alla notte e non può essere seguita da sudorazione o essere seguita da sudori scarsi o vomiti biliari. I brividi spesso sono anticipati o scatenati dall’acqua fredda. La sudorazione allevia tutto, tranne la cefalea.

Più intensi sono i brividi, meno abbondanti sono i sudori e viceversa.

Il caso della famiglia Monforte

Come ogni anno ai cambi di stagione, con il grande aumento di caldo e umidità, si manifesta presto l’epidemia della cosiddetta “spaccaossa”, la Dengue. Un’epidemia quasi fissa, periodica e regolare in molte zone del Messico.

Si riconosce perché improvvisamente gran parte della popolazione, dai bambini agli anziani, inizia a soffrire la febbre con male alla testa, agli occhi, ai muscoli e alle  articolazioni. Nausea, vomito e un intenso esaurimento sono manifestazioni comuni. Talvolta anche problemi cutanei, con prurito e macchie.

A questi disturbi comuni che si potrebbero chiamare il “genio” dell’epidemia, se ne aggiungono molti altri a seconda delle caratteristiche della persona, eredità, predisposizione e circostanze, tanto che a volte il quadro rimane nascosto o con sintomi molto diversi tra le persone.

Come in tutte le epidemie, non tutti si ammalano nonostante vivano con chi si ammala, semplicemente perché hanno una vitalità maggiore, migliore equilibrio psico-biologico e, inoltre, una idiosincrasia che non risuona, non è recettiva alla noxa patogena, i germi che con umidità e calore escono dal loro luogo e trovano terreno favorevole in certe persone per continuare a riprodursi, ma non in altre.

Così accadde alla famiglia Monforte. In una settimana si ammalarono due bambini, Juanito e Diego; il nonno, José; e Miriam, la figlia maggiore.

Non si ammalarono il padre, la madre né la nonna, nonostante fossero sempre insieme.

Miriam, 15 anni, inizia con raffreddore nasale sieroso, starnuti, poi intenso mal di gola, tanto che il collo era visibilmente gonfio e dolente.

Tre giorni dopo iniziarono con dolori diffusi e febbre a 38°C con mal di testa. Due giorni più tardi, diarrea con evacuazioni blande e frequenti. Senza fame né sette d’acqua, solo desiderio di limone.

24 ore dopo, esantema su braccia e forte prurito.

Diventò piagnucolosa, bisognosa di coccole e irritabile se ignorata.

Valutando i sintomi caratteristici, fu prescritta Pulsatilla.

Il nonno presentò un quadro più complesso. Febbre con calore alla testa. Bocca e gola molto secche con sete ardente. Prostrazione estrema e stanchezza per qualsiasi minimo sforzo. Voleva dormire da solo. Si lamentava anche dormendo. La debolezza si associava a vertigini.

Intenso desiderio di limoni. Sete di bevande fredde. Evacuazioni diarroiche, liquide, frequenti, piene di rumori prima e durante.

Dolori ossei e articolari con grande disperazione, irrequietezza e bruciori in varie parti del corpo. Vuole che tutti se ne vadano e lo lascino in pace. Non tollera nulla e non risponde se gli si parla.

Allora, i sintomi caratteristici hanno richiesto Arsenicum album.

Furono i due bambini, Juanito e Diego di 5 e 7 anni, a presentare il quadro classico e caratteristico del Dengue: febbre intensa che peggiorava di notte. Sete intensa prima del vomito. Lingua coperta di patina gialla. Vomitavano tutto ciò che assumevano e vomitavano bile.

Evacuazioni verdi, liquide, frequenti, con crampi e sete insaziabile.

Raffreddore con starnuti, polmoni pieni di muco e raucedine. Peggioravano col minimo spiffero.

Dolori diffusi “come frantumati”. Polpacci contusi e slogati.

Entrambi molto agitati e irrequieti, ma il movimento non dava sollievo. Urlavano, gemevano e non c’era modo di tenerli calmi e fermi.

Per loro avviene il rimedio più classico e caratteristico della Dengue: Eupatorium perfoliatum.

Dosi: 1 granulo di 30CH, tre volte al giorno, e un quadro clinico che potrebbe durare 7-10 giorni è sparito in 2 giorni, lasciando i bambini in condizioni ottimali senza fastidi di convalescenza.

Questi esempi fanno comprendere l’importanza di riconoscere il “genio epidemico” di ogni epidemia e la necessità di individuare sempre i sintomi caratteristici, che possono non coincidere e portare a prescrivere un Simillimum diverso.

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