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18 Ottobre, 2025

Istinto di coalizione

L’istinto umano di essere un buon membro di un’aggregazione

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BIO – Medicina Costruzione Sociale nella Post-Modernità – Educational Papers • Anno VII • Numero 25 • Marzo 2018

Scritto in collaborazione con Eugenia D’Alterio – biologa

Pazzi di identità

Il 22 novembre del 2017, John Tooby, psicologo e antropologo evoluzionista,1 ha affermato, in un suo intervento all’Edge Foundation a New York, che una nuova, scoraggiante, realtà aumentata è stata accesa, neurologicamente, sovrapponendosi a quella più vecchia realtà alla quale ci eravamo adattati.

Nel suo intervento, Tooby insisteva che è importante rendersi conto che questa nuova realtà è costruita e portata avanti dai nostri programmi di coalizione e, come qualunque altra realtà sociale, non ha un’esistenza indipendente dalle nostre azioni. BIO Educational Papers Medicina Costruzione Sociale nella Post-Modernità Retroscena, sin dal suo primo numero di marzo 2012, sottolinea che lo sforzo intellettuale di ciò che viene considerato come “scienza” è, in realtà, il risultato di una coalizione di interessi, vale a dire, di una costruzione sociale.

Dalla sua prospettiva di antropologo e psicologo evoluzionista, Tooby sostiene che: “tu sei membro di una coalizione solo se qualcuno (simile a te) ti interpreta come uno che vi appartiene, e, se non lo sei, nessuno ti interpreta come tale”. A livello osservazionale, è evidente che,noi umani, progettiamo coalizioni2 su tutto, anche dove non avrebbero collocazione, come nella scienza. Riguardo questo appetito umano per la coalizione, Tooby ci ricorda che “siamo pazzi di identità”.3

L’incredibile ricchezza di idee, dei principali pensatori contemporanei, presenta, anche, una sfida unica. La domanda che ha dominato i grandi pensatori in materia durante il 2017 è stata: quale termine scientifico o concetto dovrebbe essere più ampiamente riconosciuto da questa ricchezza? Solo a gennaio del 2017 sono stati scritti più di duecento importanti saggi in materia raccolti dalla Edge Foundation. In un tale flusso di argomentazioni è del tutto comprensibile che i lettori abbiano perso o appena sfiorato il saggio seminale di John Tooby, “Coalitional Instincts che, per molti studiosi, propone un fenomeno che richiede attenzione prioritaria dovuta alle conseguenze che il comportamento di coalizione genera nelle bio-politiche che gestiscono la vita umana.

Cosa ha da dire Tooby, il padre della psicologia evoluzionista, sulle coalizioni, sull’identità, sul tribalismo? Le sue argomentazione dovrebbero costituire le prime pagine dei principali quotidiani d’oggi. Presentando il tema “Istinti di Coalizioni” si spera di collocare la realtà politica in una più ampia conversazione basata sulla scienza e sollecitare che sia sterile parlare di medicina senza ricordare che essa è uno degli strumenti dell’applicazione della bio-politica del potere. Infatti, la discutibile distinzione tra scienza e potere politico-finanziario (o tra medicina e potere, se si preferisce questa presunta separazione) rimane una questione aperta e piuttosto inconciliabile.

Istinti di coalizione

Ogni essere umano, compresi gli scienziati, porta tutto il marchio della condizione umana. Ciò include programmi neurali evoluti specializzati per la navigazione nel mondo delle coalizioni – squadre, gruppi di ogni genere, nazioni e tutte le modalità aggregative delle popolazioni. Anche se il concetto di istinti di coalizione è emerso negli ultimi decenni, non esiste ancora un termine con- cordato per questo concetto. Questi programmi neurali ci permettono e ci inducono a formare, mantenere, aderire, sostenere, riconoscere, difendere, disertare, creare fazioni, sfruttare, resistere, subordinare, diffidare, detestare, opporsi a certe coalizioni. Le coalizioni, comunque, sono insiemi di individui interpretati dai loro membri e / o da altri che condividono un’identità astratta comune, la propensione a comportarsi come un’unità, a difendere interessi comuni e ad avere stati mentali ed altre prerogative condivise.4

Ma, perché, noi umani, percepiamo il mondo in questo modo? La maggior parte delle specie meno evolute non può farlo, anche quelle specie che hanno gerarchie lineari.5 Tra gli elefanti marini, ad esempio, un alfa può escludere, in modo riproduttivo, altri maschi. Beta e gamma sarebbero fisicamente in grado di battere alfa, se solo potessero coordinarsi cognitivamente. Il vantaggio della forma fisica è enorme per risolvere la serie spinosa di problemi computazionali cognitivi e motivazionali inerenti alla recitazione (o azione) in gruppi: due possono batterne uno, tre possono batterne due, e così via, spingendo a una corsa alla competizione numerica, alla mobilitazione, ma, particolarmente, alla coordinazione e alla coesione efficaci.

Ancestralmente, l’evoluzione del codice neurale, intenta a gestire questi problemi di aggregazione, ha sempre quotato o valutato la capacità di competere con successo per l’accesso alle limitate risorse per la riproduzione.6 Infatti, noi discendiamo da quelli meglio equipaggiati con istinti di coalizione. In questo nuovo mondo evoluto, in cui viviamo, il potere si è spostato dagli alfa solitari a quelli che coordinano più efficacemente l’alfabeto decrescente delle capacità dei singoli e dei sottogruppi, dando origine a un nuovo, più ampio, panorama di minacce e opportunità politiche: gruppi o fazioni rivali che si espandono o si restringono a seguito della nostre posizioni dominanti o meno.

La funzione primaria che ha guidato l’evoluzione delle coalizioni è l’amplificazione del potere dei suoi membri nei conflitti con i non membri.[/efn_note]Ibidem[/efn_note] Questa funzione spiega una serie di fenomeni altrimenti sconcertanti. Ad esempio, ancestralmente, se non si era parte di una coalizione, si era nettamente in balia di tutti gli altri, quindi, l’istinto di appartenere a una coalizione era una necessità urgente, che preesiste e prende il posto di qualsiasi base politica per l’appartenenza a un gruppo o meno.

Questo è il motivo per cui le credenze di gruppo sono libere di essere così strane. Infatti, i programmi di coalizione si sono evoluti per promuovere l’interesse personale dei membri stessi (in posizione dominante riguardo status, legittimità, risorse, forza morale, ecc.). Anche le coalizioni la cui ideologia organizzativa ha origine (apparentemente) nella necessità di promuovere il benessere umano, spesso scivolano nelle più estre- me forme di oppressione, in completa contraddizione con i presunti valori del gruppo.[/efn_note]Ibidem[/efn_note] In effetti, i rivali sgambettanti, dal punto di vista morale, sono un punto primario dell’ideologia e quando capita che tutti sono d’accordo su qualcosa (ad esempio che la schiavitù è sbagliata), essa cessa di essere un problema morale, significativo, perché non mostra più i rivali locali in una cattiva luce. Molti sostengono che oggi ci sono più “schiavi” nel mondo che nel diciannovesimo secolo. Tuttavia, poiché i rivali politici non possono essere delegittimati per essere dalla parte sbagliata, pochi si preoccupano di essere abolizionisti attivi, rispetto a essere, diciamo, agenti dell’ordine.

Inoltre, per guadagnare l’appartenenza ad un gruppo si devono inviare segnali che indichino, chiaramente, che lo si supporta, in modo differenziale, rispetto ai gruppi rivali. Quindi, la ponderazione ottimale delle convinzioni e delle comunicazioni nella mente individuale farà bene pensare ed esprimere contenuti conformi e lusinghieri alle convinzioni condivise del proprio gruppo di appartenenza e attaccare e travisare i gruppi rivali. Più siamo distaccati dalla verità neutrale, migliore è la comunicazione per affermare l’identità di coalizione, generando polarizzazione in eccesso rispetto a disaccordi politici effettivi. Le comunicazioni di verità pratiche e funzionali sono, generalmente, inutili come segnali differenziali, perché ogni persona onesta potrebbe ribadirle indipendentemente dalla lealtà di coalizione. Al contrario, è improbabile che le credenze insolite ed esagerate, come le credenze soprannaturali (ad esempio, Dio incarna la Santissima trinità), l’allarmismo, le cospirazioni o i confronti iperbolici, siano espressive dell’identità, perché non esiste una realtà esterna a motivare i non membri a parlare di assurdità.

Evitare una “verità pratica e/o funzionale” per migliorare la comunicazione con la coalizione solleva un problema per gli scienziati: la mentalità della coalizione rende tutti, compresi gli scienziati, molto più stupidi nelle collettività di coalizione che come individui. Paradossalmente, un partito politico unito da credenze soprannaturali può rivedere le sue convinzioni sull’economia o sul clima senza che i revisori siano membri della coalizione ritenuta cattiva, cioè opposta. Ma le persone la cui appartenenza alla coalizione è costituita dalla loro condivisa adesione a proposizioni scientifiche “razionali” hanno un problema quando – come è generalmente il caso – sorgono nuove informazioni che richiedono una revisione della credenza. Mettere in discussione o non essere in accordo con i precetti della coalizione, anche per ragioni razionali, rende un membro della coalizione cattivo e immorale, che rischia di perdere offerte di lavoro, i propri amici e l’amata identità di gruppo. Questo aspetto blocca la revisione della credenza.

La formazione di coalizioni attorno a questioni scientifiche o fattuali è disastrosa, perché mette il nostro bisogno di ricercare o costruire “verità scientifiche” contro l’appetito umano, quasi insuperabile, di essere un buon membro della coalizione. Una volta che le proposizioni scientifiche, oppure etiche, sono moralizzate, il processo scientifico viene ferito, spesso fatalmente. Ma nessuno si comporta scientificamente o eticamente quando non si dà il miglior merito possibile a teorie rivali con le quali non si è in accordo.

  1. John Tooby antropologo che insieme sua moglie Leda Cosmides, ha dato un grande aiuto nello studio della psicologia evoluzionista. Tooby ricevette il suo Ph.D all’Università di Harvard nel 1989 dopo aver fatto studi anche in psicologia sperimentale e in biologia. Attualmente è professore di antropologia all’Università della California di Santa Barbara. Ha iniziato la sua carriera di insegnante alla Stanford University, dal 1999 al 2001 è stato presidente dell’Human Behavior and Evolution Society. Nel 1992, assieme a sua moglie Leda Cosmides e al suo collaboratore Jerome Barkow, Tooby perfezionò il libro The Adapted Mind: Evolutionary Psychology and the Generation of Culture. Tooby e Cosmides cofondarono e diressero l’UCSB Center for Evolutionary Psychology. Tooby sta attualmente lavorando su un libro sull’evoluzione della riproduzione sessuata e sui sistemi genetici.
  2. Coalizione: raggruppamento inteso a fronteggiare un avversario comune, oppure un’unione, per lo più temporanea, tra gruppi, partiti o stati per il conseguimento di vantaggi comuni.
  3. Ibidem
  4. John Tooby, “Coalitional Instincts”. Edge Bio Conversation. 11.12.17. https://www.edge.org/conversation/john_tooby-coalitional-instincts
  5. Il tipo più semplice di ordinamento gerarchico è lineare, con un individuo dominante (individuo alfa) capace di imporsi su tutti gli altri, un secondo individuo (individuo beta) che domina su tutti tranne che sul primo, un individuo gamma, uno delta, e così via fino all’ultimo, soggetto a tutti gli altri… www.sapere.it › Enciclopedia › Animali e piante › Zoologia › Etologia
  6. John Tooby, “Coalitional Instincts”. Edge Bio Page. Conversation. 11.12.17. https://www.edge.org/conversation/john_tooby-coalitional-instincts

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