Rinaldo Octavio Vargas - sociologo
Sfere di luce viventi – La fisica dei sistemi complessi
Il concetto di memoria cellulare
Il dolore degli animali riguarderebbe la comunicazione, non solo il sentimento
Noi umani non siamo cittadini epistemici modello
La settimana per raccontare gli sviluppi delle nostre esistenze
Potrebbe l’ostentazione di un’elevata posizione morale nascondere un vizio?
La frode finanziaria è il frutto della distorsione della realtà
Kant e lo scopo metafisico della vita.
È possibile adeguare in nostro concetto di riproduzione biologica?
Il cervello umano visto dal paradigma della termodinamica
La questione etica inerente alla scelta della collocazione dell’uomo nel mondo
Rinaldo Octavio Vargas, 66 anni, sociologo. Direttore responsabile di BIO Educational Papers Medicina Costruzione Sociale nella Post-Modernità Retroscena
La mia visione del mondo e, per tanto, quanto faccio, sono pervasi dalle idee che rinunciano alle assunzioni di linearità e agli interventi metafisici nell’indagine dei sistemi dinamici. Penso addirittura che l’autopoiesi comprenda transizioni e caos. Si direbbe, allora, che mi riconosco nei paradigmi della complessità e dell’evoluzione. Da queste posizioni collaboro nella divulgazione di idee circa la complessità di ciò che siamo e del mondo a cui apparteniamo. Lo faccio con la speranza che tali idee contribuiscano a ridimensionare la presunzione del credo in una realtà semplice corredata da una verità. Penso che vivremmo meglio se, come popolazioni, potessimo riorganizzarci riconoscendo, umilmente, che siamo solo sapiens che conversano circa le loro osservazioni locali. Il mio curriculum, spero non deludervi, piuttosto che un elenco di posizioni occupate, costituisce solo un percorso di tentativi di sviluppare una qualche consapevolezza della mia esistenza sociale di fronte all’altro e agli orizzonti di senso e non senso in cui capito. Sono debitore a tutti i pensatori e studiosi che hanno fatto tramontare (prima e dopo la caduta di Nietzsche a Torino) le certezze della modernità. Mia è soltanto la furbizia di ricopiarli e disporli congiuntamente negli incisi che caratterizzano la mia scrittura. Ah, sì, mi piace parecchio cucinare ed imbandire – e certamente il buon vino.