Parto naturale: posizioni e benessere

2 Maggio, 2021
Tempo di lettura: 7 minuti
Quando nasce un Bambino nascono anche una Mamma e un Papà, una Famiglia “Cellula Strutturale” della società, dell’organismo  tutto ambiente “Pianeta Terra”, coerente con l’evoluzione Universale verso gli “alti fini dell’esistenza”.

Partorire per la donna è l’avvenimento più naturale e mirabile dell’esistenza, istintivamente preparata a farlo da milioni di anni. Non c’è niente da imparare, non si impara a partorire naturalmente: tutto è codificato nella memoria neurovegetativa inconscia – schema corporeo cerebrale. Necessario risvegliare e riappropriarsi della propria straordinaria energia, forza vitale latente, sacra essenza femminile e venerabile destino di madre dell’umanità.

Visualizzazione: madre e figlio unità della vita

Visualizzazione: madre e figlio unità della vita

Recuperare calma, serenità, respirazione libera autogena, capacità di ascoltarsi. Ogni donna possiede il suo “straordinario corpo per partorire”. Più si è rilassate, tranquille e in pace con se stesse, più il corpo riesce a “ricordarsi” automaticamente come far nascere il bambino nel modo migliore possibile.

“Non agire”, lascia scorrere la tua forza interiore. Con la calma e la tranquillità il bambino nasce come l’acqua del fiume che defluisce verso il mare adattandosi e superando ogni ostacolo. Libera la mente da ogni pensiero. Tutto quello che è necessario  è “essere  te stessa”  e lasciare al corpo il compito di “fare”.

Ogni informazione è utile senza tuttavia lasciarsi condizionare da troppe notizie di medicina tecnica. Il corpo in gravidanza si adegua e si prepara spontaneamente alla magia della nuova vita. Si entra automaticamente in uno stato meditativo, di calma, di nuova forza interiore, con un aumento della capacità percettiva del nuovo “sé”.

La meditazione energetica durante la gravidanza

 

Il segreto per gravidanza e parto fisiologico è vivere in armonia con sé stessi, l’ambiente e la famiglia. Rispettare i ritmi naturali della vita. Evitare il più possibile sostanze e farmaci chimici. Liberarsi dalle paure, pregiudizi e false credenze tramandate da parenti e amici.

Gravidanza serena: Imprinting perinatale epigenetico

Il benessere del futuro bambino inizia vivendo in serenità l’atto del concepimento, la gravidanza, il parto e il successivo periodo neonatale: fasi dell’imprinting epigenetico. La vita si realizza ed evolve avvalendosi della “contaminazione – riprogrammazione continua” tra l’Uno e il Tutto, secondo la moderna visione della medicina quantistica ed epigenetica: condivisione e cooperazione informazionale coerente tra il “terreno costituzionale ambientale” e quello individuale. Non è la trasmissione “genetica verticale” classicamente intesa a determinare lo sviluppo psico fisico degli esseri umani, ma quella “orizzontale  epigenetica”, vale e dire l’integrazione – riprogrammazione continua evolutiva sinergica tra il DNA degli esseri viventi e l’ambiente (organismo tutto Pianeta Terra).

Gli studi degli etologi hanno dimostrato che il tipo di relazione che si stabilisce nel rapporto “madre – figlio” durante la gravidanza, il parto e il periodo post-natale è decisivo per la personalità e il benessere futuro della vita adulta. Si realizza il bisogno d’amare nel senso affettivo – sessuale e in quello relazionale sociale, la percezione del senso civico, del rispetto verso il prossimo e l’abilità d’integrazione nella vita comunitaria.

Come l’acqua scorre e supera ogni ostacolo, così il miracolo della nascita si compie da sé

Lo “stress” del parto: garanzia per la sopravvivenza

La madre e il bambino durante la gravidanza, il parto e il secondamento, producono una serie di sostanze ormonali (endorfine e oxitocina in particolare) che contribuiscono al realizzarsi di un “equilibrio mente corpo” straordinario e unico, rafforzando l’unità materno – fetale. Durante e dopo il parto vi è l’acme di produzione di oxitocina, prolattina, endorfine e adrenalina: tutte sostanze che stimolano il benessere, l’amore e l’attaccamento tra madre e bambino (allattamento), condizionando le rispettive personalità.

Possiamo affermare che lo stress del travaglio e della nascita spontanea sono la garanzia migliore possibile per un fisiologico e naturale puerperio e per lo sviluppo psicofisico del neonato (imprinting perinatale).

Prendere coscienza e liberarsi delle proprie paure nascoste, sapersi mettere in discussione con coraggio rivedendo i propri limiti culturali e sociali, pregiudizi, false credenze restrittive, rappresenta la “conditio sine qua non” per donare ai figli un futuro migliore.

La “trappola” transgenerazionale

Il patrimonio genetico custodito nel DNA cellulare è il più prezioso tesoro che guida la vita e il suo evolversi; tuttavia rappresenta, a volte, la “trappola” che imprigiona la mente in disastrosi pregiudizi trans generazionali. Bisognerebbe interrompere il circolo vizioso del tramandare antiquati modi di pensare e preconcetti deleteri: paura delle malattie, ansia per il futuro, abitudini alimentari e comportamentali antigieniche (alcool, fumo, ritmi sonno veglia alterati, sedentarietà), vedute miopi e limitanti, accettazione acritica di propagande mediatiche.  

A volte i bambini sono “vittime” della pigrizia mentale e delle frustrazioni sofferte dei genitori nella loro insoddisfacente esistenza, diventando un loro strumento inconscio di tentativo di “rivincita” personale sociale .

«Non v’è nulla che abbia un influsso psichico più forte sull’ambiente circostante e in special modo sui figli che la vita non vissuta dei genitori».

C.G. Jung

Liberarsi dalle false credenze, condizionamenti negativi familiari, ambientali, sociali trans generazionali, significa liberare i figli dalla “trappola dei pregiudizi ereditari” e permettere la loro fisiologica crescita.

“Tutti dovrebbero conoscere il proprio albero genealogico.
La famiglia è il nostro forziere del tesoro
ma anche la nostra trappola mortale”.

Alejandro Jodorowsky

Posizioni parto: il parto bio – logico dinamico

In quasi tutte le tradizioni del mondo la donna ha sempre partorito in modo “bio-logico”: logico – coerente e in armonia con le leggi biofisiche gravitazionali, posturali e naturali che evolvono e si perfezionano da milioni di anni.

 Il parto s’intende dinamico quando si rispetta l’adattamento reciproco posturale innato tra madre e feto, la libertà di movimento durante il travaglio, la scelta della posizione istintivamente più favorevole per la nascita del figlio.

Le posizioni più naturali e fisiologiche per la nascita sono quelle verticali: accovacciate, carponi, sedute o semi sdraiate sul fianco. Tutte posture che sfruttano la forza di gravità, permettendo l’eventuale ausilio di sgabelli o supporti vari (fune, appoggi). Tutte queste posizioni godono della “libertà di movimento”, di autonomia gestionale per la scelta dei tempi del parto, potendo la partoriente seguire l’istinto naturale e scegliere la posizione ritenuta più favorevole dal punto di vista posturale e antalgico.

Gestire il dolore del parto

Il pregiudizio più diffuso e deleterio associato al parto è l’identificazione delle contrazioni uterine col dolore, evocativo di paura, ansia, pericolo. Maledizione biblica certificata nelle Sacre Scritture: “Tu donna partorirai con dolore!”. In realtà siamo di fronte a una delle mistificazioni più clamorose della storia dell’umanità: la traduzione esatta rivela l’accezione di “fatica”, non dolore! La parola ebraica “ètzev” indica fatica, sforzo importante ma gratificante, non dolore nel senso di sofferenza patologica! Il parto è l’esperienza più faticosa e impegnativa ma straordinaria, fantastica e gratificante che trasforma la “femmina” in donna matura, verso il destino degli alti fini della propria esistenza di donna e madre del genere umano.  

Il “dolore” durante il parto rappresenta una preziosa guida, permettendo di scegliere la postura migliore possibile per far nascere il bambino e modulare la forza della spinta per prevenire lesioni e proteggere il proprio corpo. Le tecniche di analgesia (peridurale) durante il parto andrebbero evitate, a meno che non vi siano indicazioni particolari.

Mantra ed energia del respiro durante il travaglio

La recita di un mantra, canto o vocalizzo, accompagnate o meno a suoni musicali, sono di grande aiuto per la partoriente, in particolare per la gestione delle contrazioni più intense durante la fase espulsiva. La respirazione e la voce sono formidabili strumenti che la donna ha a disposizione per “auto assistere” il proprio parto.  Dopo aver sperimentato sufficientemente il respiro autogeno globale, associare la “respirazione energetica vibrazionale” (OM) durante e per tutta la fase espiratoria.

Il “mantra OM” (pronuncia A…U…M…) stimola l’energia globale, la consapevolezza, l’autocoscienza, la profondità e la potenza respiratoria. Fondamentale durante il parto per aumentare le energie nel periodo espulsivo e rilassare tutto l’asse Psico Neuro Endocrino – Pelviperineo.

Il suono dell’OM viene associato alla vibrazione primordiale che ha accompagnato la nascita dell’Universo (Big Bang): il suo vocalizzo mobilita la nostra energia primordiale intrinseca, favorendo l’armonia e la sincronia vibrazionale degli organi. Effettuando varie ripetizioni con questo tipo di  “respirazione – mantra” si ha un notevole aumento della capacità di concentrazione, forza vitale e capacità respiratoria.

 I tre vocalizzi dell’OM (A – U – M) rappresentano i tre diversi gradi di coscienza  principali (stati energetici) dell’essere umano, dal più superficiale (corpo fisico) a quello più profondo (anima).

Posizione del parto supina: l’inizio del disastro perineale

La posizione del parto orizzontale – distesa sulla schiena era praticamente sconosciuta fino al 1700. Il passaggio dalla “postura eretta – accovacciata” a quella supina sdraiata sul dorso per la nascita, fu introdotta dal medico francese F. Mauriceau (1637-1709), con lo scopo di rendere il parto più “comodo” alle abuliche e sedentarie nobili francesi e facilitare l’approccio del medico e dell’ostetrica alla gestione dell’area genitale femminile, non più costretti nella scomoda, poco “nobile” e sgradita posizione piegata in avanti o inginocchiata ai piedi della donna.

Da allora cambia progressivamente la strategia di assistenza al parto che diventa sempre più “medicalizzato”, operativo, passivo per la donna e quasi una patologia.

Dispersione dei vettori di forza gravitazionali sull’area lombo sacrale nel parto orizzontale

L’analisi retrospettiva della prognosi e degli esiti dei parti nella posizione supina – sdraiata sul dorso, ha evidenziato un vertiginoso aumento di parti distocici, abuso dell’episiotomia “profilattica” e parti cesarei. Nella posizione sdraiata – supina sul lettino da parto, si determina un ostacolo alla forza di gravità che agisce meno favorevolmente sul canale del parto per la progressione del feto. Il bacino risulta bloccato sul lettino ostetrico: la donna perde la possibilità di gestire la performance posturale. Non a caso l’uso del forcipe e della ventosa sono state introdotte dopo questi cambiamenti strategici.

 

Parto in posizione verticale

Nella postura verticale la donna è “padrona” del suo corpo, del controllo dei movimenti articolari, dell’attività muscolare, respiratoria, potendo adeguarsi ai diversi tempi del parto e trovare la posizione più favorevole per facilitare la nascita.

   

Parto nella postura accoccolata con supporto del partner: il modo ideale per partorire.

Nella posizione accoccolata – accovacciata i vettori di forza delle catene posturali muscolo-fasciali discendenti convergono sulla parte presentata fetale, facilitando la nascita.

La donna si riappropria del suo corpo, diventa la protagonista principale del “suo” parto. Può adattare la sua postura, rimodulandola continuamente in relazione alla progressione del feto nel canale del parto. Tutti questi aspetti posturali e dinamici sono compromessi nella posizione orizzontale, sdraiata sulla schiena.

Convergenza dei vettori di forza gravitazionali

Nelle posture verticali i vettori di forza gravitazionali convergono sulla parte presentata fetale: il bambino nasce senza bisogno di spingere. Il tempo dell’espulsione della testa fetale va “accompagnato” e atteso con calma respirando senza spingere, per evitare lacerazioni. I muscoli e le fasce vagino – perineali sono molto elastici, devono dilatarsi gradualmente: evitare spinte “a scatti”. L’ostetrica che assiste al parto lubrificherà la vagina e il perineo con olio di mandorle associato a qualche goccia di tea tree oil, aiutando in tal modo il bambino a “scivolare” fuori e nascere.

Essere libere di muoversi durante il travaglio significa poter controllare e regolare la sinergia tra respirazione (movimento diaframmatico respiratorio), muscoli addominali e muscoli del pavimento pelviperineale (movimento diaframma urogenitale).

Fondamentale riabilitare il pavimento pelvico in caso di scarsa coscienza perineale e di disfunzioni muscolo – fasciali: co – contrazione dei muscoli adduttori e degli addominali, ipotonia, discinesie e soprattutto il più deleterio dei disturbi funzionali muscolari: l’inversione del comando perineale. In tal caso la donna invece di rilasciare il perineo e contrarre i muscoli del torchio addominale fa tutto al contrario!  

Dopo la nascita il bambino va accolto sul ventre materno, attaccarlo subito al seno, coperto con un telo caldo. Il cordone ombelicale va tagliato solo quando non pulsa più. L’allattamento al seno materno dovrebbe durare almeno 6 mesi: rappresenta la terapia preventiva fondamentale per ogni bambino, per assicurargli benessere per tutta la vita.

Per approfondimenti: Giovanni Alvino – “Pelviperineologia olistica: la donna tra corpo, mente e anima”.  Ed Salus 2020

LEGGI ANCHE: I batteri iniziano a lavorare anche prima della nascita

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