Lockdown: allarme per bambini e giovani

16 Maggio, 2021
Tempo di lettura: 4 minuti

 

A un anno dall’inizio della pandemia COVID-19, si è visto un regresso praticamente in ogni area chiave dell’infanzia”. Ha aggiunto: “Il numero di bambini affamati, isolati, maltrattati, ansiosi, che vivono in povertà e costretti a sposarsi è aumentato. Allo stesso tempo, è diminuito il loro accesso all’istruzione, alla socializzazione e ai servizi essenziali, tra cui salute, nutrizione e protezione. I segni che i bambini porteranno come cicatrici della pandemia negli anni a venire sono inconfondibili“. “I bambini devono essere al centro degli sforzi di recupero”. “Questo significa dare la priorità alle scuole nei piani di riapertura. Significa fornire protezione sociale, compresi i trasferimenti di denaro per le famiglie. Occorrerà raggiungere i bambini più vulnerabili con servizi critici. Solo così potremo proteggere questa generazione dal diventare una generazione perduta”. E’ quanto afferma Henrietta Fore, Direttore esecutivo dell’UNICEF.

Dal rapporto UNICEF emerge come la pandemia COVID-19, e le conseguenti restrizioni, abbiano colpito duramente bambini:

Nei paesi in via di sviluppo, la povertà infantile si prevede possa aumentare del 15%. Si teme inoltre che 140 milioni di bambini in questi paesi appartengano a famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà.

Per oltre 168 milioni di alunni del pianeta le scuole sono chiuse da un anno. Due terzi dei paesi con chiusure totali o parziali si trovano in America Latina e nei Caraibi. Mentre le scuole erano chiuse, almeno 1 bambino su 3 in età scolare non è stato in grado di accedere all’apprendimento da remoto.

Prima della fine del decennio potrebbero verificarsi circa 10 milioni di matrimoni infantili in più, minacciando anni di progressi nella riduzione della pratica. Almeno 1 bambino e un giovane su 7 ha vissuto a casa per la maggior parte dell’ultimo anno, con conseguenti sentimenti di ansia, depressione e isolamento.

A partire da novembre 2020, principalmente nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale, altri 6-7 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni potrebbero aver sofferto di deperimento o malnutrizione acuta: si tratta di un aumento del 14% che potrebbe tradursi in 10.000 decessi infantili in più ogni mese. Si è verificato inoltre un calo del 40% nei servizi nutrizionali per bambini e donne.

Circa 3 miliardi di persone in tutto il mondo non dispongono di servizi di base per il lavaggio delle mani con acqua e sapone domestici. Nei paesi meno sviluppati inoltre i tre quarti delle persone, i due terzi delle scuole e un quarto delle strutture sanitarie, non dispongono dei servizi igienici di base necessari per ridurre la trasmissione di COVID-19. In media 700 bambini di età inferiore ai cinque anni muoiono ogni giorno per malattie dovute alla mancanza di acqua, servizi igienici e igiene.

A rendere ancora più drammatico il quadro contribuisce l’allarme lanciato da alcuni psichiatri italiani, tra cui il professor Vicari, primario dell’unità operativa complessa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del nosocomio pediatrico romano Bambin Gesù.

Per il professore “è anche a causa del Covid-19 e di questo periodo (con o senza lockdown) che sono aumentati atti autolesionistici e suicidari; si rileva inoltre una crescita di disturbi mentali sia nei ragazzi che nei bambini: irritabilità, ansia, sonno disturbato”. In una intervista alla Repubblica afferma: “Da ottobre ad oggi, quindi dopo la prima ondata Covid, abbiamo registrato un aumento dei ricoveri del 30% circa. Fino ad ottobre avevamo il 70% dei posti letto occupati ( 8 in tutto), oggi il 100%. Nel 2011 abbiamo avuto 12 ricoveri per attività autolesionistica, a scopo suicidario e non, mentre nel 2020 oltre 300, quindi quasi uno al giorno”. “Tutto questo è assolutamente associato al periodo di chiusura, gli adolescenti vivono con grande preoccupazione questo periodo e quindi c’è una ripercussione sui loro vissuti particolarmente importante. Mi comincio a chiedere quando tutta questa emergenza sarà finita quello che dovremo gestire. Sarà un’onda lunga”. E ancora: “C’è un altra fetta nel mondo di giovani che si chiudono sempre di più dentro casa, dentro la stanza, che trascorrono ore ai videogiochi senza nessun interesse sociale. Che vivono l’inutilità della relazione e confinano sempre più questo mondo ai tablet o agli strumenti tecnologici. Finita l’emergenza sarà molto difficile farli uscire di casa. È li che trovano rassicurazione. È lì che gli si rinforza il sintomo di una fobia sociale che spesso si accompagna a forme più o meno acute di depressione”.

Molti psichiatri ed insegnati italiani si sono associati alle preoccupazioni per il boom di tentativi di suicidio tra i bambini e i ragazzi, attribuendolo alla mancanza di attività sportiva e di socializzazione.

A livello globale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i suicidi si collocano al secondo posto tra le cause di morte nella fascia d’età 15-29 anni. Seconda causa di morte anche per i giovani italiani dai 15 ai 24 anni. Sui 4.000 suicidi l’anno registrati nel nostro paese, riferisce ISTAT, oltre il 5% è compiuto da ragazzi sotto i 24 anni.

Il dramma sociale che colpisce giovani e bambini in questo difficile passaggio storico può trovare un fondamentale ausilio nelle politiche socio-assistenziali che una società civile dovrebbe mettere in campo; gli stessi supporti psicologici in ambito scolastico e territoriale dovrebbero essere potenziati per mettere un argine al disagio che coinvolge le nuove generazioni in questa fase di lockdown e distanziamento sociale persistenti. Peraltro già da anni assistiamo ad una pesante crisi identitaria e culturale degli adolescenti, legata in buona parte al nichilismo dei valori dominanti nella nostra epoca come sostenuto dal professor Galimberti.

Le medicine complementari, in primis la Medicina Omeopatica, possono dare un significativo contributo terapeutico, soprattutto nei casi in cui la sofferenza esistenziale, psicologica e fisica dei giovani e delle loro famiglie non riesce a trovare risposte nella medicina convenzionale ad impronta prettamente farmacologica. Come anche indicato nel documento OMS “Piano Strategico per le MT&C 2014-2023”  il supporto delle medicine tradizionali, caratterizzate da approcci terapeutici olistici personalizzati, è di fondamentale importanza per la medicina del futuro, grazie all’approccio nel contempo scientifico ed umanistico.

 

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1 commento

  1. Uno sguardo allargato e attento al patrimonio della società di domani. Grazie Dott.

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