Aspettare per tutta la vita la maternità. E poi, quando arriva, aver paura per la propria vita. È un destino tragico, eppure ancora oggi accomuna molte delle future madri nel mondo. Purtroppo il problema della salute materna odierno è tutt’altro che risolto, e anzi, a giudicare dal nuovo rapporto delle agenzie delle Nazioni Unite, le cose non procedono nella giusta direzione. Secondo l’ultimo report dell’ONU, che prende in considerazione il periodo dal 2000 al 2020 ed è intitolato “Tendenze nella mortalità materna”, dal 2015 in poi l’umanità ha invertito il proprio percorso virtuoso ed il numero delle donne che muoiono di gravidanza o parto è tornato a salire: una ogni 2 minuti.
La salute materna in peggioramento dal 2015
C’è, come è facile immaginare, una grande differenza tra i paesi a basso e ad alto reddito. Ben il 70% di tutte le morti legate alla maternità sono concentrate in 9 nazioni dell’Africa Subsahariana, che versano in condizioni di gravissima povertà. In questi paesi i tassi di mortalità arrivano a essere doppi rispetto a quelli delle regioni del mondo più ricche. (551 decessi materni ogni 100.000 nati vivi, rispetto ai 223 a livello globale). Da segnalare, però, che non in tutto il mondo il trend è in peggioramento. Due delle regioni prese in considerazione, Australia e Nuova Zelanda e Asia centrale e meridionale, hanno registrato una sensibile diminuzione dei decessi, rispettivamente del 35% e del 16%.
L’importanza dell’accesso ai servizi sanitari fondamentali
“Mentre la gravidanza dovrebbe essere un momento di immensa speranza e un’esperienza positiva per tutte le donne, ancora oggi è tragicamente un’esperienza incredibilmente pericolosa per milioni di persone in tutto il mondo che non hanno accesso a un’assistenza sanitaria di alta qualità. Queste nuove statistiche rivelano l’urgente necessità di garantire a ogni donna e ragazza l’accesso a servizi sanitari fondamentali prima, durante e dopo il parto e che possano esercitare pienamente i propri diritti riproduttivi”. Parola di Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
Quali sono i rischi peggiori per una partoriente?
I rischi maggiori per la salute delle partorienti sono le infezioni legate alla gravidanza, la pratica degli aborti condotti al di fuori delle normali cautele sanitarie, emorragie e pregresse condizioni di salute, quali la sieropositività. Molti di questi fattori potrebbero essere arginati, quando non eliminati, da un accesso più facile alle cure mediche. Secondo Natalia Kanem, direttrice esecutiva dell’Unfpa, “È inaccettabile che così tante donne continuino a morire inutilmente durante la gravidanza e il parto. Oltre 280.000 vittime in un solo anno sono inconcepibili. Possiamo e dobbiamo fare di meglio investendo urgentemente nella pianificazione familiare e colmare la carenza globale di 900.000 ostetriche in modo che ogni donna possa ricevere le cure salvavita di cui ha bisogno. Abbiamo gli strumenti, le conoscenze e le risorse per porre fine alle morti materne prevenibili; ciò di cui abbiamo bisogno ora è la volontà politica”.
La possibile incidenza del fattore Covid
È importante notare che i dati del rapporto non comprendono gli anni della pandemia da Sars-Cov-2. È quindi possibile, e anzi purtroppo probabile, che rispetto ai numeri che possiamo leggere in questo report la situazione sia ulteriormente peggiorata.
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