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13 Novembre, 2024

Crisi climatica: alluvioni in Spagna confermano eventi estremi

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Il 2023 e il 2024 hanno fornito prove inequivocabili dell’aggravarsi della crisi climatica globale, manifestatasi attraverso eventi meteorologici di eccezionale intensità. La recente tragedia che ha colpito la regione di Valencia, in Spagna, ne è l’esempio più devastante, con oltre 200 vittime causate da alluvioni di portata eccezionale. In poche ore, l’area è stata sommersa da una quantità di pioggia equivalente alle precipitazioni di un intero anno. Secondo le analisi condotte dall’Imperial College di Londra, il riscaldamento globale ha giocato un ruolo determinante nell’amplificare l’intensità di questi eventi. Gli esperti prevedono un’ulteriore intensificazione di simili fenomeni negli anni a venire, correlata all’aumento delle temperature che si sta pericolosamente avvicinando al limite critico di 1,5°C sopra i livelli pre-industriali (una soglia considerata cruciale per evitare conseguenze catastrofiche). Nonostante gli impegni assunti con l’Accordo di Parigi del 2015, che mirava a contenere l’aumento al di sotto dei 2°C (preferibilmente 1,5°C), la situazione continua a destare seria preoccupazione. L’utilizzo continuato di combustibili fossili sta causando un incremento delle temperature che, a sua volta, determina un aumento dell’umidità atmosferica. Questo processo porta a precipitazioni sempre più intense. Con l’attuale aumento di 1,3°C, gli effetti sono già evidenti e le recenti alluvioni mortali ne sono una tragica testimonianza. La comunità scientifica internazionale continua a sottolineare l’urgenza di interventi immediati per contrastare questa tendenza, mentre gli eventi estremi si susseguono con frequenza e intensità allarmanti.

Verso la COP29: le sfide da affrontare

In vista della Cop29, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite che si terrà a Baku, le Nazioni Unite hanno sottolineato l’ampio divario tra le azioni finora intraprese e quelle necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati. Le attuali promesse di riduzione delle emissioni porterebbero a un aumento della temperatura media globale tra 2,6 e 3,1 gradi, con conseguenze potenzialmente devastanti. Il team del World Weather Attribution dell’Imperial College ha sviluppato una metodologia innovativa che, in collaborazione con esperti locali, permette di valutare rapidamente l’influenza dei cambiamenti climatici sugli eventi meteorologici estremi. Le recenti inondazioni di Valencia sono coincise con la pubblicazione di un rapporto che evidenzia la correlazione tra cambiamenti climatici antropogenici e i dieci eventi meteorologici più letali degli ultimi vent’anni. La siccità nel Corno d’Africa del 2010 rappresenta l’evento più drammatico, con circa 258 mila vittime, seguito dal ciclone Nargis in Myanmar nel 2008, che ha causato circa 138 mila morti. Il rapporto sottolinea come la vulnerabilità e l’esposizione della popolazione trasformino i rischi meteorologici in perdite umane. Anche i paesi più sviluppati non sono immuni da questi pericoli, come dimostrato dalle ondate di caldo nell’Europa centrale e occidentale nel 2022 e 2023, che hanno causato circa 90 mila vittime. I ricercatori segnalano inoltre una probabile sottostima dei decessi, particolarmente nei paesi più poveri colpiti da ondate di calore.

L’urgenza di un’azione globale

Gli studi del Centro per il clima della Croce Rossa/Mezzaluna Rossa evidenziano l’impreparazione globale nell’affrontare l’attuale riscaldamento di 1,3°C, nonché scenari futuri più critici. Le analisi sottolineano la necessità per tutti i paesi di prepararsi a eventi più frequenti e intensi, riducendo contestualmente le emissioni. La questione dei finanziamenti ai paesi più vulnerabili sarà centrale nei negoziati di Baku, considerando che subiscono le conseguenze più gravi pur avendo contribuito minimamente al problema. Il Centro per le politiche ambientali dell’Imperial College enfatizza l’urgenza di accelerare l’abbandono dei combustibili fossili e di incrementare significativamente i finanziamenti per il fondo perdite e danni, considerando insufficienti i 700 milioni di dollari promessi alla Cop28.

Mentre la comunità internazionale si riunisce per la Cop29 di Baku, la sfida più grande sarà quella di tradurre la crescente consapevolezza in azioni concrete, superando le resistenze economiche e politiche che finora hanno rallentato il processo di decarbonizzazione. Come dimostrano le tragedie recenti, il costo dell’inazione potrebbe essere infinitamente superiore a quello della transizione ecologica.

 

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