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Il vermocane si moltiplica per il caldo: si potrà fare il bagno questa estate?

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11 Luglio, 2024
Tempo di lettura: 3 minuti

Immaginate di prepararvi per una giornata perfetta al mare, con sole, sabbia e… vermocani. Sì, avete letto bene. I vermocani, per i più dotti l’Hermodice carunculata o “verme di fuoco”, sono piccoli e insidiosi vermi marini che stanno diventando i nuovi protagonisti delle nostre coste. Originari del Canale di Suez, ora proliferano nei mari di Sicilia, Calabria e Puglia, a causa dell’inarrestabile riscaldamento del Mediterraneo. Questi predatori voraci, dotati di aculei tossici e di un’abilità rigenerativa che renderebbe invidiosi persino i Gremlins, stanno trasformando la tranquilla esperienza balneare in una sfida di sopravvivenza, preoccupando biologi, pescatori e bagnanti.

Il vermocane è un predatore vorace e carnivoro, che può raggiungere lunghezze impressionanti, fino a un metro in alcuni casi. Il suo corpo è dotato di setole urticanti contenenti tossine, che fungono sia da meccanismo di difesa che da strumento di caccia. Una delle caratteristiche più notevoli di questi organismi è la loro capacità di rigenerarsi: se spezzati a metà, possono far ricrescere le parti mancanti, aumentando così la loro resilienza.

I biologi dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste, con laboratori a Panarea e Milazzo, hanno osservato un aumento significativo della presenza di questi vermi nei mari Italiani. Questo fenomeno è attribuito principalmente, al riscaldamento globale e, di conseguenza, delle acque del Mediterraneo, creando condizioni favorevoli alla loro proliferazione.

Impatti dei vermocani sull’ecosistema marino e rischi per la salute umana

L’aumento della popolazione di vermocani sta avendo un impatto notevole sull’ecosistema marino. Questi predatori si nutrono di una vasta gamma di organismi, tra cui coralli, ricci di mare, stelle marine, meduse e gorgonie. La loro voracità li porta anche ad approfittare dei pesci intrappolati nelle reti dei pescatori, causando danni economici significativi al settore della pesca. Sebbene il vermocane non sia aggressivo verso l’uomo, il contatto accidentale può essere spiacevole. Le setole urticanti causano una reazione simile a quella di una medusa: bruciore, eritema, prurito e, in alcuni casi, intorpidimento. La gravità della reazione dipende dalla zona del corpo colpita, con le aree di pelle più sottili che risultano più sensibili.

I biologi stanno studiando le tossine prodotte dai vermi, ma al momento non esistono rimedi specifici contro le loro punture (potrebbe essere indicata la pomata a base di Tintura Madre di Apis). La crescente presenza di questi organismi nel Mediterraneo ha reso necessaria una campagna di informazione rivolta a cittadini e turisti. Uno studio condotto dall’Università di Modena e Reggio Emilia ha rivelato che nell’84,5% dei casi, i vermi sono stati avvistati in prossimità o sopra scogli e rocce. Meno comuni, ma non impossibili, sono gli avvistamenti su sabbia, alghe, piante marine o relitti di imbarcazioni.

 

Situazione attuale in Italia

In Italia, la presenza dei vermocani sta diventando particolarmente preoccupante. Le coste del Mar Tirreno e del Mar Adriatico stanno assistendo a un aumento significativo di questi invertebrati. Secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), negli ultimi due anni è stato registrato un incremento del 25% nei casi di contatto umano con i vermocani lungo le coste italiane.

Le regioni più colpite includono la Toscana, il Lazio e l’Emilia-Romagna, dove bagnanti e pescatori hanno segnalato un numero crescente di incidenti. Le autorità locali stanno adottando misure preventive, come l’installazione di segnaletica informativa nelle spiagge e la promozione di campagne di sensibilizzazione per educare il pubblico sui rischi associati ai vermocani. Inoltre, sono in corso studi per monitorare le popolazioni di questi vermi marini e comprendere meglio le dinamiche della loro diffusione.

Alcune università italiane stanno collaborando con il CNR per sviluppare tecniche di monitoraggio innovative, utilizzando droni e sensori subacquei. Con l’aumento delle temperature nel Mediterraneo, è probabile che la popolazione di vermocani continui a crescere, rendendo sempre più frequenti gli incontri con questi animali marini. Ciò potrebbe influenzare negativamente l’esperienza balneare per turisti e residenti lungo le coste italiane.

L’aumento della popolazione di vermocani nel Mediterraneo è un chiaro indicatore dei cambiamenti in corso nei nostri mari. Mentre la ricerca continua per comprendere meglio questi organismi e il loro impatto, è fondamentale che il pubblico sia informato e consapevole della loro presenza. La convivenza con nuove specie marine richiederà adattamento e cautela, ma non dovrebbe impedire il godimento responsabile delle nostre coste.

Quest’estate, mentre vi preparate per una rilassante giornata in spiaggia, ricordate di portare con voi la crema solare, un buon libro e, perché no, una guida rapida su come evitare i vermocani. Perché nulla dice “estate italiana” come l’arte di schivare un verme lungo un metro con aculei urticanti. In fondo, chi ha bisogno di meduse quando si possono avere i vermocani per rendere l’estate ancora più emozionante?

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