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17 Giugno, 2020

Pelle e sole: grandi amici o acerrimi nemici?

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Il sole è fonte di vita: senza di esso molti processi essenziali per il mantenimento dell’equilibrio degli ecosistemi non potrebbero avvenire. Una delle reazioni biochimiche più importanti per la vita sulla terra, la fotosintesi clorofilliana, non sarebbe possibile senza la luce solare.

Il sole amico

Del sole beneficia anche il corpo umano e in molteplici modi che migliorano il nostro stato di benessere generale. Pensiamo solamente all’effetto positivo che la luce solare ha sul nostro tono dell’umore, favorendo la produzione di dopamina e serotonina, gli ormoni del buon umore e anche sul nostro sistema immunitario. Inoltre il sole ha un’azione di rinforzo sulle ossa, visto che le radiazioni ultraviolette favoriscono la produzione della Vit D, fondamentale nella fissazione del Calcio nelle ossa. Non dimentichiamo anche il miglioramento di alcune malattie dermatologiche, come psoriasi, eczema e dermatite seborroica, grazie ad una corretta esposizione solare.

Il rovescio della medaglia

I raggi solari possono essere anche dannosi per la nostra salute. Invecchiamento cutaneo, formazione di macchie, infiammazioni quali eritemi e orticarie e purtroppo anche tumori della pelle sono alcune delle conseguenze a cui possiamo andare incontro quando ci si espone al sole senza le dovute precauzioni. I raggi solari sono vere e proprie particelle di energia che arrivano sulla nostra pelle: questo incontro può diventare uno scontro aperto, con conseguenze più o meno gravi, sia per un fattore pienamente estetico, sia per quanto riguarda il benessere del nostro organismo.

La funzione della melanina, responsabile della pigmentazione cutanea, è quella di proteggerci dalle radiazioni UV. Questa proteina è prodotta dai melanociti, che la immagazzinano sotto forma di piccoli pacchetti, i melanosomi, che vengono ceduti ai cheratinociti, le cellule dell’epidermide.

Il trasferimento di questi pacchetti contenenti melanina, avviene attraverso dei prolungamenti che si insinuano tra le cellule dell’epidermide. In questo caso la melanina arriva nella parte superiore della pelle dove si dispone come uno scudo protettivo sui nuclei delle cellule ed è in grado di assorbire 2/3 degli UVB e circa il 70% degli UVA.

Quando ci si espone ai raggi solari, i melanociti iniziano a spingere in superficie la melanina che assorbe appunto le radiazioni. Questo meccanismo ha però bisogno di alcuni giorni per entrare a pieno regime. Ecco perché una delle regole per godersi al meglio il sole è esporsi in maniera graduale, per poco tempo i primi giorni, soprattutto se si è di fototipo basso.

L’organismo umano ha in dotazione alcune difese naturali per proteggersi dalle aggressioni del sole: il naturale film idrolipidico che forma una pellicola protettiva della pelle e lo strato corneo sottostante, che sotto l’attacco delle radiazioni aumenta di spessore.

Occorre però fornire alla nostra pelle strumenti di protezione aggiuntiva e potenziare i naturali meccanismi di protezione della pelle, specie all’inizio dell’esposizione solare, quando il processo di attivazione della melanina non è ancora a pieno regime, per evitare danni anche molto seri.

L’abbronzatura inizia da casa

Forse non tutti sanno che un’abbronzatura bella, duratura e soprattutto sana, inizia da casa. Per preparare la pelle alle giornate da trascorrere al mare o in montagna è infatti opportuno già da 15-20  giorni prima della partenza, seguire delle regole ben precise. Vediamo come prepararsi in modo adeguato e godere della parte “buona” che il sole può offrire alla nostra salute.

L’idratazione della pelle gioca un ruolo fondamentale, soprattutto in estate. E’ utile quindi reintegrare a pieno i liquidi eliminati, bevendo molta acqua e utilizzare creme idratanti di ottima qualità. In commercio esistono cosmetici talmente naturali che mimano perfettamente la matrice bio-lipofila della nostra pelle, consentendo un’idratazione e una pulizia adatta a tutti i tipi di pelle, anche le più sensibili. Tali cosmetici migliorano notevolmente l’aspetto della nostra pelle e la rendono pronta all’esposizione solare.

Anche l’alimentazione è molto importante, soprattutto perché tramite l’assunzione di alcuni cibi, come le carote, possiamo aumentare la nostra dose giornaliera di Beta-carotene, che deve arrivare a 7mg e di Licopene, contenuto nei pomodori, un ottimo antiossidante, utile a combattere l’azione dei radicali liberi. Anche angurie, meloni, pesche, albicocche e verdura fresca sono utili per stimolare la produzione di melanina e aumentare quindi la protezione naturale della nostra pelle al sole.

Esistono sul mercato diversi tipi di integratori alimentari che possono essere di grande aiuto, insieme ad una adeguata alimentazione, per aumentare le naturali difese della nostra pelle. Gli integratori a base di carotenoidi e antiossidanti quali Licopene, Luteina, Vitamina E, Vitamina C e Selenio rivestono un ruolo importante e soprattutto la Luteina è utile per proteggere non solo la pelle, ma anche gli occhi nella maculopatia degenerativa, legata all’invecchiamento cellulare. Assumere integratori con probiotici prima durante e dopo l’esposizione solare ha effetti salutari sull’organismo, frenando il processo infiammatorio provocato dall’esposizione ai raggi UV e attivando le cellule di Langerhans, essenziali per difendere la pelle da aggressioni esterne.

Gli Acidi grassi essenziali, come l’acido Linoleico e l’acido Alfa- linoleico, contenuti in integratori a base di Olio di Enothera e Olio di Semi di Lino sono importanti per mantenere un buon film idrolipidico della pelle e preservare l’integrità delle strutture cellulari del derma.

Infine Oligoelementi quali Zinco, Selenio, Rame e Magnesio favoriscono la rigenerazione cellulare della pelle e sono utili soprattutto per evitare scottature alle persone che hanno una carnagione molto chiara.

La protezione durante l’esposizione

Al momento dell’esposizione non dimentichiamo di utilizzare prodotti con protezione solare di buona qualità e con un filtro adatto al nostro tipo di pelle, applicandoli sulla pelle con frequenza, perché l’acqua e il sudore abbassano il potere protettivo degli stessi.

Inoltre è importante non esporsi tra le 11 e le 15  e ricordarsi che anche con il tempo nuvoloso, le radiazioni sono presenti. Quando il cielo è solo velato passa circa il 98% dei raggi e poi c’è tutta l’irradiazione del suolo: la neve riflette fino all’82%, la sabbia il 17%, l’acqua il 5%, l’erba il 3% e persino il cemento riflette un 3% dei raggi.
Per avere la massima sicurezza, la dose minima raccomandata è di 2 milligrammi per cmq di pelle, la stessa quantità utilizzata per condurre i test scientifici sull’efficacia dei prodotti. In totale, dunque, si dovrebbero applicare 30-35 grammi di prodotto sull’intero corpo.  Quindi un prodotto solare di circa 200 ml sarà sufficiente per circa 6 applicazioni.

Evitare l’applicazione di prodotti fotosensibilizzanti sulla pelle sia farmaci che cosmetici. Molti medicinali, tra cui numerosi antibiotici, possono dare problemi di fotoallergie, o comunque rendere la pelle più sensibile ai danni solari.

Le creme lenitive a base di calendula ed iperico possono essere ottimi doposole, per mantenere un buon grado di idratazione e rinfrescare. L’iperico o Erba di S. Giovanni è legata al sole come nessun’ altra. Si diceva possedesse i massimi poteri curativi durante la Festa di S. Giovanni (24 giugno), tre giorni dopo la notte di mezza estate, nel momento della fioritura, quando era impregnata del pieno potere del sole estivo.
Paracelso era convinto delle proprietà cicatrizzanti, antisettiche e depurative dell’iperico.  Vedeva nella superficie delle foglie, simile ai pori della pelle, il segno che la pianta potesse essere usata per trattare ogni tipo di inestetismo e per favorire la depurazione attraverso i pori della pelle.
Oggi la letteratura scientifica ha dimostrato che con le sue proprietà rilassanti, calmanti e curative, regala sollievo non solo alla pelle arrossata, screpolata ed irritata ma anche alle lievi scottature.

Una pelle al passo con i tempi

Per tutta l’antichita’ e fino all’Ottocento il segno esteriore di aristocrazia e ricchezza era la pelle bianca. La pelle abbronzata era sintomo di povertà perché solo chi svolgeva lavori umili e manuali era costretto a vivere sotto il sole. Già ai tempi dei Romani, le donne patrizie avevano l’abitudine di proteggersi dai raggi del sole con ombrellini.

Nel 1903 quando Niels Ryben Finsen ottenne il Premio Nobel per aver scoperto la fototerapia, ovvero la terapia basata sull’uso della luce, la concezione dell’abbronzatura inizia a cambiare. Non più nemica, la luce del sole diventa un’alleata nella prevenzione e nel trattamento di alcune malattie della pelle. L’ulteriore svolta avvenne intorno agli anni ’20 ad opera della ben nota stilista Coco Chanel che, al ritorno da una vacanza in Costa Azzurra, si presentò abbronzata. Da quel momento tante persone vollero emularla e la tintarella, col passare del tempo, divenne sempre di più lo status che distingueva i ricchi che potevano permettersi ferie, rilassandosi al sole, dagli operai che lavoravano chiusi nelle fabbriche. Negli ultimi anni la pelle abbronzata è diventata sempre di più sinonimo di bellezza, a livello internazionale, tanto che continuamente la maggior parte delle persone vanno alla ricerca di un bel colorito bronzeo per tutto l’anno, ricorrendo spesso a metodi artificiali poco salutari.

Prima della prossima inversione di tendenza, non ci resta che mettere in pratica le nostre preziose regole per salvaguardare le proprietà naturali della nostra pelle e goderci i raggi del sole in totale sicurezza.

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