Il sottotipo sociale dell’enneatipo Uno si irrigidisce nella sua ricerca della perfezione, che dissimula con un atteggiamento tranquillo e calmo. Più che predicare, parla solo se si sente competente, ciò che conferisce prestigio alla sua timidezza. “Soppesa ogni sillaba, la purifica prima di parlare. Poco carnale, s’interessa più del linguaggio che delle cose di questo mondo”(D’Agostini, Fabbro, Enneagramma e personalità).
Il suo sentimento di superiorità lo rende poco adattabile, sforzandosi questo carattere di oltrepassare e finalmente nascondere i suoi stessi desideri.
Come Sherlock Holmes è, grazie all’intelligenza della sua mente perfezionista, aristocratico e perspicace.
Questo carattere sa peraltro dissimulare la sua superiorità, fino ad una vera e propria inversione di ruoli, come il valletto Jeeves che, nei romanzi di Wodehouse, riesce sempre a tirare fuori dai guai il suo inetto padrone, grazie alla sua intelligenza fuori dal comune. C’è dell’understatement nell’elegante e apparentemente accondiscendente alterigia di Jeeves.
È spesso presente in questo carattere una vigile ansia morale. Come ancora Naranjo (Dramatis Personae) suggerisce di trovare in Lord Jim, protagonista di un romanzo di J. Conrad. Jim è un giovane ufficiale della marina mercantile inglese, scrupoloso ed idealista, che tuttavia abbandona una vecchia nave – carica di passeggeri – nel timore che stia per affondare. Scappa, e non se lo perdonerà, insistendo a dichiararsi colpevole. Dal suo perfezionismo morale e dalla sua compulsiva esigenza di verità si sente precipitato in un pozzo senza fondo. Cercherà di espiare e di ritrovare l’onore perduto, eroicamente riuscendo a portare agli indigeni di un’isola dell’Indonesia le armi per ribellarsi ad un colonizzatore che li sta sfruttando. Jim si conquista la fiducia ed il rispetto della popolazione (che gli danno l’appellativo di Lord); ma, per eccesso di zelo, offre ad un pirata che era venuto a derubare il tesoro della comunità, la possibilità secondo un accordo leale di andarsene senza combattere. Il pirata Brown non tiene fede alla promessa ed uccide il figlio del capo del villaggio; il quale fa sapere a Jim che, se non scappa, sarà condannato a morte. Jim, che ha pur trovato l’amore di un’indigena, preferisce non scappare ed accetta una morte onorevole.
C’è persino qualcosa di ipocrita in una tale ostentata purezza, in un tale vano eroismo. Come quella persona di rigidi principi che è, ne I miserabili di Victor Hugo, il rude ed incorruttibile ispettore Javert. La severità della sua persecutoria indagine contro Valejan mostra quanto il perfezionismo morale possa, al suo estremo, diventare patologicamente insensibile.
Questo perfezionismo morale può rivelarsi anche nel ruolo di una vittima del puritanesimo, come in Hester Prynne, eroina de La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne. Donna autonoma ed indipendente, la sua integrità morale è evidente nelle sue nobili intenzioni, nella sua raffinata cultura. Quando la sua intensa amicizia con il pastore puritano la porta fino ad una relazione sessuale e ad una scandalosa gravidanza, ella riterrà pura questa relazione, proteggendo il segreto di chi sia il padre di suo figlio e portando con dignità il segno del disonore: la lettera A scarlatta cucita sul suo vestito. Orgogliosa del suo amore eroico, integerrima contro i pregiudizi.
Perfezionismo e suscettibilità sono due caratteristiche salienti del rimedio omeopatico Carcinosinum, a cui attiene l’energia di una cellula che, solerte ed indipendente, si è staccata dal contesto e comincia a clonare se stessa. Ipersensibilità ed animo compassionevole sono altresì aspetti caratteristici della sua personalità. Dolce e sentimentale, si sacrifica in nome di un’armonia ideale, soggetta ad una sorta di altruismo compulsivo.
Un carattere un po’ inadattabile, un po’ inadatto.
Catherine Coulter (Portraits of Homoeopathic Medicines) sottolinea il fervore ed il senso di responsabilità di Carcinosinum. “L’alto grado di impegno e serietà di Carcinosinum lo porta a facilmente assumersi la colpa”. Coulter cita Emerson: “Dio offre ad ognuno di poter scegliere tra la verità e la quiete”: Carcinosinum sceglie piuttosto la prima. Sarà allora benefico effetto dell’azione del rimedio “rilassare il rigido aspetto del paziente – così che egli smetta di considerare ogni cosa come una questione di vita o di morte – e di offrirgli un po’ di tregua nella sua pur meritoria ricerca della verità”.
Come Il principe Andrej di Guerra e Pace – riprendiamo un altro suggerimento di C. Naranjo (Dramatis Personae) – elegante e colto, idealista ma anche cinico nei suoi gesti eroici, serio e responsabile ma anche malinconico e triste. Si ravviva quando si innamora di Natasha, e finalmente quando perdona Anatole, il suo amico per il quale Natasha lo ha lasciato. Si ricorda allora del sublime amore che si può provare per un nemico moribondo. “Si può amare con amore umano una persona che si desidera, ma solo un nemico lo si può amare con un amore divino”. “L’amore umano può trasformarsi in odio, l’amore divino non si modifica: niente, neppure la morte, può distruggerlo”.
Ma riportiamo infine il carattere ai toni della commedia. Carcinosinum è in cerca della relazione perfetta, appare serio e distaccato, ma suscettibile a sentirsi trasportato in una realtà superiore. Come – riprendo un’indicazione di Liz Lalor (A Homoeopathic Guide to partnership and compatibility) – Anita (interpretata da Ingrid Bergman), nel film Intermezzo (di G. Ratoff), già lo è dalla sua passione per la musica. Maestra di pianoforte della figlia di un famoso violinista, pur ritenendo di doversi ancora perfezionare, accetta, sentendosene innamorata, di esibirsi con lui. Ma il loro intenso rapporto d’amore sarà solo un intermezzo: Holger tornerà dalla sua famiglia, Anita va a Parigi per un corso di perfezionamento.
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