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Consumo eccessivo di carne e possibili soluzioni

Esplosione demografica e pratiche alimentari sbagliate hanno reso l'eccesso una minaccia globale
17 Febbraio, 2021
Tempo di lettura: 3 minuti

Il 18 maggio del 1804, nella cattedrale di Notre Dame, a Parigi, Napoleone Bonaparte prende dalle mani di Papa Pio VII la corona e si auto proclama Imperatore di tutti i francesi. Sembra un’epoca lontana ma in realtà, se consideriamo la storia dell’Uomo, è appena un attimo fa. A quei tempi il pianeta Terra era abitato più o meno da un miliardo di persone. C’erano volute decine di migliaia di anni per arrivare a quella cifra. Ma ce ne vollero solo 123 per raddoppiarla. Oggi, dopo soli 216 anni da quando Napoleone si proclamò imperatore, abbiamo moltiplicato quella cifra per 8: al mondo siamo 8 miliardi di persone.

Consumo eccessivo di carne e possibili soluzioni

Con una crescita demografica enormemente accelerata, è fisiologico che il nostro sistema alimentare vada in sofferenza. Nutrire una popolazione così vasta e in continua crescita, mette inevitabilmente sotto stress l’eco-sistema globale. Eppure, anche partendo da questi presupposti, si potrebbe fare molto meglio di come facciamo oggi. Il consumo di carne, in continua crescita in ogni parte del mondo, è sicuramente parte del problema, per le conseguenzei eco-ambientali che produce.

Allevamenti intensivi e produzione di gas serra

Il consumo di carne globale negli ultimi 60 anni. Fonte: Journal of Science

Se il settore agricolo è responsabile di circa un quarto delle emissioni globali, la fetta più consistente dei gas serra proviene direttamente dalla produzione intensiva di carne e derivati animali. I processi digestivi degli animali da allevamento, e in particolare dei bovini, prevedono infatti la produzione di enormi moli di gas e letame altamente inquinanti. Ad essi, in modo collaterale ma altrettanto nocivo, si aggiunge il danno all’ecosistema dato dalla riconversione dei suoli necessaria alla produzione dei mangimi con cui gli animali verranno nutriti.

Ma la ferita ambientale non è certo l’unico aspetto che rende il consumo eccessivo di carne un problema. Ci sono molte altre ragioni che dovrebbero indurci a riconsiderare le nostre abitudini alimentari, sia di natura etica che per la salute.

Una dieta che fa male alla salute sotto molteplici aspetti

Partiamo dalla salute: nel 2015, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha classificato la carne lavorata come “cancerogena per gli esseri umani”. E sebbene sia stata più cauta sulla normale carne rossa, l’ha comunque definita “probabilmente cancerogena per gli esseri umani”. Anche le malattie cardiovascolari, è cosa risaputa da tempo, hanno una stretta correlazione col consumo di carne. Come se tutto ciò non bastasse, gli antibiotici utilizzati in grandi quantità nell’allevamento intensivo di animali, stimolano nelle colonie batteriche la selezione naturale, contribuendo alla nascita di batteri pluri-resistenti agli antibiotici. Da qualsiasi lato lo si guardi, insomma, mangiare troppa carne è molto nocivo tanto per  la  salute individuale che per quella collettiva.

Un’oca viene nutrita forzatamente con un tubo per produrre il pregiato foie gras

Una crudeltà che non possiamo più far finta di non vedere

Passiamo all’aspetto etico. A chiunque di noi sarà capitato qualche video girato all’interno di uno dei numerosissimi allevamenti intensivi. Purtroppo sono di quei video che non si dimenticano facilmente. Immagini di una violenza terribile, barbara, disumana. Vere e proprie torture che avvengono nella gelida indifferenza di una catena di montaggio in tutto e per tutto simile a quella di una fabbrica. Molti di noi scelgono di non sapere cosa avviene in quei capannoni, perché ignorare è l’unico modo che ci permetta di gustare ancora quel raffinato foie gras.

 

Cosa stiamo facendo per arginare il problema

Come è possibile che tutto questo avvenga sotto i nostri occhi, tutti lo sappiano, ma nessuno faccia nulla? In effetti non è così. Qualche piccolo, incerto passo stiamo cercando di farlo e la speranza è che il processo di riconversione possa accelerare nei prossimi anni. La consapevolezza alimentare negli ultimi anni è diventata una priorità per fasce crescenti della popolazione, incentivando comportamenti virtuosi. Pensiamo, ad esempio, alla forte crescita dei movimenti vegetariani e vegani.

Il consumo di antibiotici in allevamento è stato fortemente regolato in Europa. Anche in Cina, la nazione che forse più di tutte vi faceva ricorso, le cose stanno cambiando velocemente. Al punto che, secondo Nature, gli allevatori ne hanno ridotto l’utilizzo del 57% tra il 2014 e il 2018.

La coltivazione in vitro della carne, una nuova frontiera tra luci e ombre

La nuova frontiera è rappresentata dalla coltivazione della carne. In pratica, partendo da poche cellule animali e attraverso l’utilizzo di staminali, è possibile produrre quantità virtualmente infinite di fibre di carne. Una tecnologia che, per quanto se ne sappia fino ad oggi, presenta luci ed ombre. Da un lato, infatti, permette di soddisfare il fabbisogno globale di carne senza ricorrere all’uccisione di milioni di animali. Evita, poi, il ricorso massiccio agli antibiotici. Dall’altro, però, potrebbe presentare rischi per la salute dei quali ancora non siamo ancora a conoscenza. Anche il beneficio ecologico è molto discusso, dipende da come venga prodotta l’energia dei laboratori dove la carne coltivata viene prodotta.

Data l’importanza di questo argomento nel dibattito pubblico e le implicazioni che esso comporta per il futuro prossimo venturo dell’Uomo, ci riserviamo presto di dedicargli un approfondimento sulle pagine di Generiamo Salute.

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