La depressione nasce nell’intestino?

6 Febbraio, 2021
Tempo di lettura: 2 minuti
Da sempre ci si interroga sull’origine della depressione e si cercano cure efficaci per combatterla e contrastarla
La letteratura è molto ricca in questo senso e su di essa sono stati pubblicati saggi meravigliosi, come quelli del professor Eugenio Borgna, veri e propri punti fermi della psichiatria moderna.
La depressione, appunto, sino ad oggi è sempre stata considerata di pertinenza psichiatrica.
I pazienti (con una netta prevalenza nel sesso femminile) sono ancora oggi trattati con gli psicofarmaci, spesso senza un vero successo e con frequenti e pesanti ricadute.
ll disturbo depressivo maggiore (MDD) è un disturbo dell’umore caratterizzato da sentimenti persistenti di tristezza o mancanza di interesse per gli stimoli della vita ordinaria.
Molti studi hanno scoperto che le persone con MDD presentano alterazioni del microbiota intestinale, ma si sa ancora troppo poco su quali siano i microbi che differiscono tra le persone sane e i pazienti con questa patologia.
Il microbiota intestinale è stato associato a moltissimi disturbi e patologie che coinvolgono il cervello.
Per questo ormai si parla di patologie dell’asse intestino-cervello.
Di recente, un gruppo di ricercatori ha scoperto che i pazienti con MDD hanno una “firma” microbica diversa rispetto alle persone sane.
I risultati, pubblicati su Science Advances, suggeriscono che i pazienti affetti da depressione sono caratterizzati da alterazioni del microbiota intestinale che potrebbero facilitare la diagnosi e il trattamento di questa patologia.
In particolare, nel microbiota intestinale è stata riscontrata una maggiore abbondanza di Bacteroides e livelli ridotti di Blautia che potrebbero spiegare perché le persone depresse tendono ad avere livelli elevati di citochine ed essere più infiammate rispetto alla popolazione generale.
E’ stato anche notato che il virobiota presenta delle modificazioni con un aumento di alcuni fagi.
Successivamente, i ricercatori hanno analizzato le molecole prodotte dal microbiota intestinale (il metaboloma) e hanno visto, con grande sorpresa, che la maggior parte di queste molecole è coinvolta nel metabolismo di alcuni neurotrasmettitori tra cui l’acido gamma-aminobutirrico (GABA), il principale neurotrasmettitore inibitorio del cervello umano.
Grazie a questi studi, attualmente abbiamo iniziato a trattare i disturbi dell’umore con miscele specifiche di Lattobacilli e altri integratori in modo da ridurre l’infiammazione intestinale, ripristinare l’eubiosi e il corretto assetto metabolomico, ovvero di quelle sostanze prodotte dai batteri, in grado di condizionare il nostro umore e il nostro comportamento.
La strada della conoscenza microbiotica e della terapia probiotica (psicobiotica, in questo caso) è ancora molto lunga, ma senza dubbio affascinante e ricca di sorprese, nonché di futuri successi terapeutici.
Senza dubbio, è bene partire da una corretta alimentazione in grado di incrementare o mantenere la quota di Lattobacilli, apportando i giusto contributo di prebiotici (come ad esempio gli SCFAs o le fibre solubili), riducendo la famigerata infiammazione cronica di basso grado.
Quali alimenti ad esempio?
Semplicissimo: i cibi fermentati (verdure lattofermentate, kefir, tibicos, miso, kombucha e molti altri).
Prendetevi cura di voi.
E’ tempo di stare bene!

3 Commenti

  1. Eccezionale Dott. Manera!!

    Rispondi
  2. Buonasera, potrebbe darmi qualche indicazione più precisa circa eventuali terapie? Vorrei evitare l’assunzione di psicofarmaci.
    Grazie e cordiali saluti.
    Ornella Zone

    Rispondi
    • Buongiorno. Oltre all’assunzione di pre e probiotici, il consiglio migliore è quello di rivolgersi a un bravo medio omeopata che sappia valutare il suo caso individuale e prescriverle una cura e delle regole alimentari e di vita fatte su misura per lei.

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