Redazione

Medici per l’ambiente si schiera contro gli allevamenti intensivi

L'associazione di medici mostra attraverso un position paper i vantaggi dell'allevamento biologico e i rischi di quelli intensivi
21 Ottobre, 2021
Tempo di lettura: 3 minuti

Gli allevamenti intensivi sono una piaga. Qui sulle pagine di Generiamo Salute ne abbiamo parlato più di una volta, segnalando la gravità del problema e l’urgenza di trovare una soluzione. oggi anche l’associazione “Medici per l’Ambiente – ISDE Italia” si schiera apertamente contro di essi, attraverso un position paper che paragona allevamenti intensivi e biologici. Un documento che fuga ogni dubbio sulla strada che l’umanità dovrà percorrere se vorrà salvarsi da un disastro annunciato (non che, in realtà, ce ne fosse ancora bisogno).

Medici per l’ambiente si schiera contro gli allevamenti intensivi

L’associazione di medici si sofferma su molti aspetti che rendono gli allevamenti intensivi un “suicidio di lungo periodo”. Primo tra essi, anche solo per la rilevanza ottenuta di recente per colpa dell’epidemia di Covid-19, il rischio di zoonosi. Di cosa si tratta? È la possibilità che un virus animale possa trasmettersi all’uomo. Ma i problemi degli allevamenti intensivi non finiscono certo qui. C’è poi la questione dell’elevatissima emissione di gas serra (di cui potete leggere nel nostro articolo linkato in alto), o lo stesso consumo del suolo. Avendo necessità di grandi appezzamenti di terreno, infatti, gli allevamenti intensivi fagocitano letteralmente lo spazio da dedicare alle coltivazioni per il nutrimento umano o provocano deforestazioni di grandi proporzioni.

Quali sono i rischi?

E, ancora, l’inquinamento prodotto dalla filiera necessaria ad alimentare gli animali, spesso controllata molto meno di quella umana. L’inquinamento del suolo, e attraverso questo, delle falde acquifere. E, non ultima, la crudeltà sugli animali, che spesso arriva a picchi raccapriccianti di cui i consumatori finali sono spesso all’oscuro: oche nutrite forzatamente attraverso tubi, pulcini tritati vivi perché maschi, vitelli staccati dalle madri dal primo giorno di vita per dedicare il latte alla vendita.

Anche il biologico ha i suoi problemi

“Medici per l’ambiente”, nel sottolineare i vantaggi del passaggio all’agricoltura biologica, non distoglie però lo sguardo sui gravi problemi che affliggono anche questi. Problemi dati soprattutto dalla scarsità di controlli a cui vengono sottoposti e dalle leggi che ne regolano il funzionamento, permissive quando non totalmente inesistenti.

Ecco, quindi, le conclusioni del paper in questione

Le conclusioni del position paper

ISDE:
1. respinge l’opportunità e la necessità degli allevamenti intensivi
2. ammette lo sviluppo dell’allevamento biologico in funzione dei fabbisogni alimentari fondati sul concetto di dieta sana fornito dalla FAO
3. sostiene la necessità per l’allevamento biologico di sottomettersi ad una fase autorizzativa pubblica e a valenza sanitaria
4. chiede controlli pubblici di sanità sul rispetto alle normative del biologico degli allevamenti
5. Dato che gli allevamenti Bio devono alimentare e dunque coltivare Bio, chiede indagini specifiche che correlino il trend del consumo dei pesticidi dei territori in relazione alla SAU
del biologico gestite da Enti Statali (ISPRA) e Associazioni ambientali riconosciute a livello nazionale
6. chiede il sostegno alla ricerca per la rilevazione della presenza di prodotti vegetali modificati sul genoma (OGM) di alimenti o mangimi
7. chiede un protocollo di allevamento per specie, superando il concetto attuale legislativo comunitario di una direttiva comune per tutte le specie.
8. Visto l’inderogabilità dell’intervento ambientale, al fine eventualmente di coprire processi di costi benefici svantaggiosi, chiede alla Ue un imponente progettazione finanziaria di
transizione destinata agli allevatori per modificare l’attuale sistema di allevamento intensivo
9. Chiede che vengano riviste e superate le definizioni che si sono succedute negli anni in merito agli allevamenti (biologico, intensivo, etico etc.) per arrivare ad un unico modello
regolamentato di allevamento rispettoso di ambiente, natura, animali e salute umana
10. Ritiene il benessere animale ‘reale’ e non virtuale fondamentale al fine di armonizzare le necessità produttive con il rispetto per ambiente e natura, superando in tempi ristretti vecchie
concezioni produttive.
11. Ritiene fondamentale l’apertura degli allevamenti al ‘cielo’, inteso come possibilità di uscire dalla ghettizzazione del cemento armato, come adombrato in alcuni articoli dal regolamento
UE 464 del 2020
12. Ritiene fondamentale la politica UE volta alla eliminazione in tempi strettissimi delle gabbie

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