Quando proviamo a mostrare l’efficacia dell’Omeopatia, e portiamo le prove di quanto sosteniamo, la tipica risposta di Big Pharma è che questa efficacia “non sia stata rigorosamente provata”. Ma, per i farmaci messi in commercio dalle multinazionali farmaceutiche, questo scrupoloso controllo sarà poi reale? Parliamo di medicine da cui dipende la vita di milioni di persone. Eppure a quanto pare per la medicina allopatica le maglie delle verifiche sono molto molto larghe.
Quando la fretta di approvare diventa pericolosa
Una recente investigazione giornalistica di Jeanne Lenzer e Shannon Brownlee, pubblicata da The Lever, ha messo in luce un fenomeno preoccupante: negli Stati Uniti, l’agenzia federale responsabile dell’approvazione dei farmaci sta permettendo la commercializzazione di centinaia di medicinali senza avere dati concreti sulla loro reale utilità. Questo accade attraverso un meccanismo chiamato “via di approvazione accelerata”, originariamente concepito per situazioni di emergenza sanitaria.
Il problema è che questo percorso preferenziale è diventato la norma piuttosto che l’eccezione. Le aziende farmaceutiche lo utilizzano sistematicamente per bypassare i controlli rigorosi, basandosi su dati di laboratorio anziché su risultati clinici tangibili come il miglioramento della sopravvivenza o della qualità di vita dei pazienti.
Cifre allarmanti dal mondo farmaceutico
I dati raccolti dall’investigazione rivelano le dimensioni impressionanti del fenomeno. Negli ultimi quindici anni, oltre 250 farmaci hanno ottenuto l’approvazione attraverso questa scorciatoia burocratica. La percentuale di successo è scoraggiante: quasi la metà di questi medicinali non ha mai dimostrato di apportare benefici reali nemmeno dopo otto anni di commercializzazione.
Nel settore dei tumori, la situazione è ancora più grave. Su oltre 120 farmaci anticancro approvati in un decennio, meno del 3% ha soddisfatto tutti i criteri scientifici basilari richiesti. La maggior parte ha ottenuto il via libera semplicemente perché riduceva le dimensioni delle masse tumorali in laboratorio, senza alcuna evidenza di prolungare la vita o alleviare le sofferenze dei malati.
Elmiron: la storia di un farmaco che non doveva esistere
Per comprendere concretamente come funziona questo sistema distorto, basta analizzare la vicenda di Elmiron. Questo farmaco, prescritto per problemi alla vescica, rappresenta un esempio perfetto di come le procedure di controllo possano fallire in modo catastrofico.
Il dottor Nieraj Jain, oculista presso l’Università Emory, si trovò di fronte a un enigma medico: pazienti che perdevano la vista senza una spiegazione apparente. Una donna sui sessant’anni presentava una progressiva perdita della capacità visiva, con difficoltà crescenti nella visione notturna e diurna. Le analisi della retina mostravano anomalie mai viste prima.
L’intuizione arrivò quando il medico collegò questi sintomi a un denominatore comune: tutti i pazienti colpiti stavano assumendo Elmiron. La scoperta portò alla identificazione di una nuova forma di cecità, che colpiva centinaia di persone in tutto il paese.
Ma la vera tragedia di Elmiron non risiede solo nei suoi effetti devastanti – che includono perdita della vista, gravi infiammazioni intestinali e decessi – quanto nel fatto che questo farmaco non ha mai funzionato. Quando ottenne l’approvazione nel 1996, l’azienda produttrice non aveva fornito praticamente nessuna prova della sua efficacia.
Le autorità sanitarie concessero comunque l’autorizzazione alla vendita, chiedendo all’azienda di completare successivamente gli studi necessari. Ci vollero diciotto anni per ottenere quei dati, e il risultato fu devastante: Elmiron non era più efficace di un placebo.
Il sistema che favorisce le multinazionali
Questo caso evidenzia un problema strutturale nel sistema di controllo farmaceutico americano. L’agenzia regolatoria si affida esclusivamente ai dati forniti dalle stesse aziende che vogliono vendere i loro prodotti, senza condurre verifiche indipendenti. È come se un esaminatore di guida si fidasse ciecamente di quello che gli dice il candidato sulla propria abilità al volante.
Le conseguenze sono drammatiche: i pazienti diventano cavie inconsapevoli di sperimentazioni di massa, mentre i sistemi sanitari spendono miliardi per farmaci che non servono a nulla.
Percepite anche voi l’incredibile ipocrisia con cui viene trattata l’Omeopatia? Mentre farmaci come Elmiron possono rimanere sul mercato per decenni senza alcuna prova di efficacia, causando danni irreversibili, l’Omeopatia viene sistematicamente attaccata, gli studi a suo sostegno screditati, le tantissime persone che la usano con soddisfazione ogni giorno trattati come marionette senza cervello.
Eppure, l’Omeopatia vanta un profilo di sicurezza impeccabile, senza gli effetti collaterali devastanti che caratterizzano molti farmaci convenzionali. Non esistono casi documentati di cecità, morte o gravi malattie causate da trattamenti omeopatici.
Verso una medicina più onesta
Cosa ci insegna il caso Elmiron? Che il problema non è la mancanza di standard scientifici, ma la loro applicazione selettiva. È tempo di pretendere che tutti i trattamenti medici – indipendentemente da chi li produce – vengano valutati con gli stessi criteri rigorosi e imparziali.
Solo così potremo costruire un sistema sanitario che metta davvero al centro la salute delle persone, anziché i profitti delle multinazionali.
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