Può esistere un antinfiammatorio omeopatico?

13 Luglio, 2023
Tempo di lettura: 4 minuti

Cos’è l’infiammazione?

L’infiammazione è un meccanismo di difesa che ha l’obiettivo di localizzare ed eliminare l’agente nocivo e rimuovere i componenti danneggiati del tessuto promuovendo la guarigione.
Una risposta infiammatoria che dura solo pochi giorni è chiamata infiammazione acuta.
Se l’agente che causa un’infiammazione non può essere eliminato, o se c’è qualche interferenza con il processo di guarigione, una risposta infiammatoria acuta diviene infiammazione cronica. Come ad esempio può essere un’allergia, in cui un agente normalmente innocuo come il polline stimola l’infiammazione e le reazioni autoimmuni.

Quali sono le cause dell’infiammazione?

Le cause che possono stimolare l’infiammazione includono microrganismi, agenti infettivi come virus e batteri, traumi fisici, ustioni, radiazioni, sostanze chimiche corrosive come acidi, alcali e agenti ossidanti.

Quali sono i sintomi dell’infiammazione?

I sintomi dell’infiammazione sono generalmente rossore, calore, dolore e gonfiore. Il rossore deriva dalla dilatazione dei piccoli vasi sanguigni nell’area della lesione. Il calore è causato dall’aumento del flusso sanguigno attraverso la zona interessata e viene sperimentato solo nelle parti esterne del corpo (pelle). Il dolore è causato in parte dalla distorsione dei tessuti causata dal gonfiore, ma anche da alcuni mediatori chimici dell’infiammazione, come la bradichinina, la serotonina e le prostaglandine. Il gonfiore, chiamato edema, è causato prevalentemente dall’accumulo di liquidi all’esterno dei vasi sanguigni.

Come si cura l’infiammazione in allopatia?

È possibile intervenire con farmaci antinfiammatori che possono essere suddivisi in due grandi gruppi:

Farmaci antinfiammatori non steroidei o FANS;
Farmaci antinfiammatori steroidei, anche noti come corticosteroidi o cortisonici.

Gli antinfiammatori non steroidei espletano la loro azione antiflogistica ostacolando la sintesi delle prostaglandine implicate nei processi infiammatori attraverso l’inibizione dell’enzima ciclossigenasi (COX-1 COX-2 COX-3).

I FANS “tradizionali” esercitano la loro attività inibitoria sia nei confronti della COX-2 che nei confronti della COX-1, pertanto, non sono selettivi.

I COXIB (o COX-2), invece, vanno ad inibire selettivamente la ciclossigenasi di tipo 2; tuttavia, se da un lato essi comportano meno effetti collaterali rispetto ai FANS non selettivi, dall’altro lato è stato evidenziato che essi possono esporre a un maggior rischio di sviluppare disturbi cardiovascolari.

Gli effetti colaterali più comuni dei FANS sono:
Bruciore o irritazione gastrica; ulcere gastriche o peggioramento di ulcere già esistenti, gastrite erosiva; Nausea; Vomito; Dispepsia; Inibizione della funzionalità piastrinica; disturbi renali; disturbi del fegato.
Sono controindicati in pazienti con scompenso cardiaci e con disturbi della coagulazione.
Cautela va usata anche nei pazienti affetti da asma e molti FANS risultano controindicati anche in gravidanza e durante l’allattamento al seno.

I FANS selettivi, inoltre, non devono essere usati in presenza di:

Cardiopatie ischemiche;
Patologie cerebrovascolari;
Patologie arteriose periferiche;
Scompenso cardiaco moderato e grave.

I corticosteroidi invece, sono dotati non solo di attività antinfiammatoria, ma anche di attività immunosoppressiva, vengono impiegati nei casi che presentano una componente infiammatoria e/o autoimmune (ad esempio, patologie reumatiche, reazioni allergiche, asma, dermatiti, ecc.).
La loro azione è riconducibile alla sintesi di lipocortina in grado di inibire la fosfolipasi A2, enzima che permette di ottenere l’acido arachidonico a partire dai fosfolipidi di membrana. Dall’acido arachidonico inizia la cascata di reazioni che porta alla sintesi di prostaglandine e leucotrieni pro-infiammatori, inibendone la formazione, i corticosteroidi riescono ad esercitare la loro azione antiflogistica.
L’azione immunosoppressiva dei farmaci antinfiammatori steroidei è imputabile anche all’inibizione della sintesi e della liberazione di importanti mediatori della risposta immunitaria. Ad esempio l’interleuchina 1 (IL-1) che la stimola la proliferazione di linfociti B, l’attivazione dei linfociti T, la produzione di prostaglandine da parte di vari tipi di cellule e la produzione di altre citochine.

Fra i principali effetti collaterali ricordiamo:

Aumento dell’appetito; Gonfiore addominale e ritenzione di liquidi; Aumento del peso corporeo; Assottigliamento della cute; Ispessimento del cuoio capelluto;
Aumento della sudorazione; Acne; Vampate; Debolezza muscolare; Ulcera peptica; Ritardata guarigione delle ferite; Mal di testa; Capogiri; Fragilità ossea; Stanchezza, nervosismo; Aumento della glicemia; Problemi renali.

Come agisce L’Omeopatia sulle infiammazioni?

Hanhemann nei primi due paragrafi dell’Organon afferma che “compito altissimo e unico del medico è di rendere sani uomini malati, ciò si dice guarire”.
E che la suddetta guarigione deve essere ottenuta in modo veloce, dolce, duraturo.

Nello stato di salute comanda la Forza Vitale che vivifica come dynamis il corpo materiale e mantiene l’organismo in armonia (§ 9).
Se un agente morbigeno ha il potere di disaccordare il Principio Vitale abbiamo reazioni avverse che chiamiamo malattia e l’infiammazione né è di fatto una.

La medicina sarà scelta “dall artista della salute” in base alla sua capacità di suscitare, in dosi ponderali, nella totalità dei sintomi quella morbosità nel corpo sano (§ 17 e 21).
Quindi la stessa medicina che provoca nel soggetto sano quei sintomi, opportunamente diluita e dinamizzata, in dosi potenziate e rimpicciolite, solleva e converte in salute velocemente, dolcemente, durevolmente la malattia (§ 22 e 25).

Il potere curativo dunque, è conferito alle medicine quando hanno sintomi simili alla malattia ma la superano in forza (potenza) (§ 27).
Ciò avviene in base al principio che una affezione dinamica più debole (la malattia) viene spenta da una più forte (il farmaco omeopatico diluito e dinamizzato) (§ 26).
Una volta accordato il Principio Vitale, il farmaco svanisce il suo effetto e lascia il corpo libero e in salute.

La scienza allopatica non ha questo potere, come ci insegna esperienza e talvolta, siccome è una medicina fortemente soppressiva, i sintomi ritornano più forti dopo un breve miglioramento (§ 23).

Il caso clinico di Anna

Angela 46 anni, borsite al ginocchio con dolore, gonfiore, rossore e calore della cute.
Sceglieremo Belladonna che sappiamo provoca, in dosi ponderali, processi infiammatori a carico di centri nervosi, vasi sanguigni, capillari, mucose (occhi, bocca, gola), cute, organi, caratterizzati da calore, rossore, edema, dolori brucianti e sensazione di pulsazione nella zona centrale.
Il farmaco omeopatico è di fatto un “quanto” di energia, pertanto va somministrato nella giusta diluizione e nel giusto tempo.
Diluizione e tempo che saranno scelti “dall’artista della salute” in base alle sua esperienza, capacità diagnostiche, conoscenze della materia e cliniche (§ 246).
Così in poche ore potremo riscontrare il meccanismo di azione sopra elencato.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


NEWSLETTER

Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere tutti gli aggiornamenti.

Share This