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La lenta agonia della nostra Sanità e l'opportunità del Pnrr
31 Maggio, 2022

La lenta agonia della nostra Sanità e l’opportunità del Pnrr

RedazioneRedazione
Dal 2007 al 2019 perso il 27% dei posti letto e oltre 200 strutture

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Le emergenze sanitarie aumentano, e aumenteranno sempre di più, mentre il sistema sanitario nazionale svanisce sotto gli occhi. Dai primi giorni della pandemia, tutti noi abbiamo realizzato quanto sia importante per un Paese avere un servizio sanitario pubblico efficiente. E perché il sistema sia efficiente occorrono strutture, macchinari e personale qualificato. Purtroppo, nonostante non passi giorno senza che ci venga ripetuto che globalizzazione ed emergenza climatica comporteranno un fisiologico aumento di epidemie e pandemie, la nostra sanità pubblica viene inesorabilmente, anno dopo anno, depredata delle sue risorse.

La lenta agonia della nostra Sanità e l’opportunità del Pnrr

No, non è solo una percezione soggettiva, né un’acritica nostalgia dei bei tempi andati: ci sono i numeri a dimostrarlo. Dati impietosi che emergono dagli Annuari del Ssn del Ministero della Salute, e che raccontano di una sanità pubblica depotenziata – quando non vampirizzata – anno dopo anno. Il confronto con i dati del 2007 è impressionante. Se nel 2007 il Ssn contava 650mila unità, divise per le varie mansioni, oggi si ferma a 600mila. Più nel dettaglio, il personale medico è diminuito di 4.500 unità, passando da 106,8 mila a 102,3 mila, mentre il personale infermieristico ha perso 7.700 unità, da 264mila a 256,4 mila. Questo per fermarsi a due sole categorie, ma è ovvio che i tagli hanno colpito tutti i settori, da quello sanitario a quello amministrativo.

Il taglio riguarda posti letto, strutture e personale

La situazione non cambia se si guarda alle strutture.  Siamo passati dai 1.197 ospedali del 2007 ai 992 del 2019, con il taglio di ben 205 strutture sul territorio nazionale. Se poi allungassimo lo sguardo indietro fino al 2000, all’epoca gli ospedali erano 1.321, 300 in più di oggi. Date queste premesse, la riduzione di posti letto è solo una logica conseguenza: 259.476 posti letto  nel 2007, 190 mila del 2019. Equivale a -27% in 12 anni. Una tendenza che non accenna certo a fermarsi, e che potrebbe diventare ancor più drammatica se il denaro in arrivo col Pnrr non verrà investito nel migliore dei modi. Il Dm71 dal titolo “Modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale”, che presto diventerà ufficiale attraverso un dpcm, sarà in un senso o nell’altro un punto di svolta. Ultima occasione per la nostra sanità pubblica, oppure pietra tombale.

Tutto questo accade sullo sfondo di una sanità e di una professione medica in conclamata crisi di paradigma, dottrina e disciplina, che si riflette sui rapporti con gli utenti del servizio sanitario: noi tutti.

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