Un blog ideato da CeMON

antibiotico-resistenza
13 Aprile, 2023

Resistenza agli antibiotici: il ruolo degli antidepressivi

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Ogni lunedì riceverai una ricca newsletter che propone gli articoli più interessanti della settimana e molto altro.
Tempo di lettura: 3 minuti

L’antibiotico resistenza rappresenta un argomento di studio e di interesse mondiale, essendo una problematica sempre più presente su tutto il territorio, ed impattante sulle nostre vite.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2050 il numero di decessi da infezioni multiresistenti supererà il numero di decessi per cancro.

In questo scenario l’Italia si pone come uno dei paesi in Europa con i maggiori tassi di resistenza antibiotica a batteri sia Gram-positivi che Gram-negativi, a causa non solo dell’abuso e del cattivo uso di antibiotici nell’ambito della salute umana, ma anche a causa dell’utilizzo di antibiotici in veterinaria e nelle pratiche agro-alimentari.

A complicare un quadro già di per se poco rassicurante, giungono nuovi studi che evidenziano una possibile correlazione tra l’uso di antidepressivi e lo sviluppo di antibiotico resistenza da parte dei batteri.

Antidepressivi e resistenza batterica

Secondo uno studio condotto da un gruppo di scienziati dell’Università del Queensland a Brisbane, in Australia, dopo alcuni giorni di esposizione ad antidepressivi, colture di batteri in laboratorio sviluppano resistenza a diverse molecole di antibiotico.

Il gruppo di ricerca guidato da Jianhua Guo, già nel 2018 aveva scoperto che il batterio Escherichia coli sviluppa resistenza a diversi antibiotici dopo esposizione all’antidepressivo fluoxetina.

Esponendo all’antidepressivo colture cellulari tenute in condizioni normali di ossigenazione, vengono prodotte specie reattive dell’ossigeno in conseguenza a stress ossidativo. Queste molecole tossiche scatenano meccanismi di difesa nei batteri, compreso un sistema di espulsione attraverso il quale i superbatteri sono in grado di allontanare le molecole di antibiotico.

In tal modo i batteri Escherichia coli erano capaci di respingere gli antibiotici pur non avendo sviluppato necessariamente dei geni che gli conferiscano una maggiore resistenza.

L’esposizione agli antibiotici ha anche aumentato la capacità dei batteri di mutare e di sviluppare geni specifici per l’antibiotico resistenza, il cui passaggio da un batterio all’altro è risultato favorito dall’antidepressivo Sertralina.

È stato inoltre evidenziato che tali processi avvengono molto lentamente in batteri che crescono in condizioni anaerobiche, ossia in assenza di ossigeno.

Lo scopo di tale studio è stato esclusivamente quello di evidenziare che molti farmaci pur non prendono direttamente di mira i batteri, possono avere effetti indesiderati sulla loro capacità di difesa, potenziandoli.

Cosa possiamo fare in merito?

Arginare il problema dell’antibiotico resistenza attraverso lo sviluppo e la ricerca di nuove molecole antibiotiche, è alquanto riduttivo come discorso. È importante oggi più che mai, educare tutti alla consapevolezza di sé e al rispetto per la salute. Tutto questo passa necessariamente attraverso un cambiamento nelle nostre abitudini di vita.

Non dimentichiamo l’importanza della prevenzione. Prevenzione intesa prima di tutto come mantenimento di uno stato d’equilibrio psico-fisico-animico che ci consenta di resistere a qualunque attacco opportunistico ai danni della nostra salute.

Preservare e mantenere la salute

Risulta chiaro che la prevenzione deve necessariamente passare attraverso una corretta alimentazione. Corretta alimentazione non vuol dire soltanto corretto apporto di fibre, di vitamine e minerali, ma scegliere con consapevolezza il cibo da portare a tavola, facendo attenzione alla provenienza e ai metodi di coltivazione.

Integriamo la nostra alimentazione con tutte quelle sostanze considerate “essenziali” e di cui siamo ad oggi carenti, sia per la qualità del cibo, per le tecniche di cottura e per la conservazione degli alimenti: vitamina C, vitamina D, oligoelementi.

Non trascuriamo l’attività fisica: anche una passeggiata di 20/30 minuti tutti i giorni può aiutarci, e quando possibile abdichiamo l’auto o l’ascensore, a favore di bici e scale.

Nell’ambito dell’integrazione, un aiuto importante ci viene fornito dalla scelta di probiotici che favoriscano il mantenimento di un corretto funzionamento dei batteri che popolano il nostro intestino e che regolano tante importanti funzioni cellulari, aiutandoci nel mantenimento di uno stato di salute.

Grazie all’assunzione di Lattobacilli e Bifidobatteri, possiamo contrastare a livello intestinale sia i processi infiammatori che i fenomeni di invecchiamento, andando a riequilibrare se necessario, il microbiota intestinale.

I probiotici sono anche in grado di intervenire attivamente nella regolazione dell’asse intestino-cervello, scongiurando alterazioni dell’umore che possono nascere da una condizione di disbiosi intestinale.

Valutiamo le possibili alternative al farmaco allopatico, in presenza di un qualsiasi disturbo da curare. Tante sono le testimonianze cliniche circa l’efficacia delle medicine “dolci”, non solo in termini di guarigione della malattia, ma anche di prevenzione e diminuzione di recidive.

Essere attenti e consapevoli nelle scelte personali di vita può cambiare la qualità della stessa e risultare alla lunga, il migliore investimento che si possa fare per noi stessi e per i nostri figli che rappresentano il futuro della società.

2 commenti

  • ileana pettiti

    trovo molto utili e interessanti queste informazioni scientifiche che non si riescono a reperire nella “normale” letteratura scientifica

Lascia il tuo commento