Antibiotico resistenza e recupero post cura

NEWSLETTER

Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere tutti gli aggiornamenti.

16 Settembre, 2024
Tempo di lettura: 4 minuti

L’antibiotico resistenza desta sempre maggiore interesse e non poche preoccupazioni sia a livello nazionale che mondiale. La resistenza dei batteri agli antibiotici è in progressivo aumento per la capacità di adattamento dei microorganismi a diverse condizioni ambientali attraverso lo sviluppo o l’acquisizione di meccanismi che gli conferiscono questa proprietà nei confronti di tutte le classi di antibiotici.

Uso e abuso degli antibiotici

Tra le cause principali dell’antibiotico resistenza, annoveriamo certamente l’uso scorretto degli antibiotici. Solo in Italia, in presenza di infezioni, nel 25% dei casi l’uso di antibiotico non è appropriato.

L’uso improprio, anche in termini di principio attivo, incentiva l’antibiotico resistenza: spesso si ricorre da subito a medicinali da riservare alla cura di patologie severe e specifiche, invece di prediligere antibiotici di prima scelta.

L’ automedicazione, oppure non rispettare i giorni di terapia e le dosi suggerite dal medico, sono altri fattori che rendono nulla l’azione dell’antibiotico, a scapito della salute umana e a vantaggio dell’antibiotico resistenza.

Patologie a maggiore richiesta di antibiotico

Tra i disturbi, per la cura dei quali ci si rivolge maggiormente all’antibiotico, vi è sicuramente la cistite. In questo caso, l’assunzione del farmaco al di fuori della prescrizione medica rientra tra i fattori che contribuiscono al recidivare della cistite.

Anche in odontoiatria gli antibiotici vengono molto impiegati, sia per curare infezioni gengivali, che per preparare i pazienti ad eventuali estrazioni dentarie o interventi chirurgici.

Gli ultimi anni segnati dalla pandemia, e il recente picco di dati relativi a nuovi contagi da Sars-Cov2, hanno riportato ad un considerevole aumento del consumo di macrolidi, per scongiurare eventuali infezioni batteriche accessorie.

Anche in pediatria l’uso di antibiotici è in notevole aumento.

La prevenzione è la strategia migliore per combattere la resistenza agli antibiotici

La prevenzione è come sempre fatta di molteplici cose: riguarda le nostre abitudini igieniche, alimentari, stili di vita ed attenzione a tutto quello che interagisce con noi ogni giorno, e che ha un impatto sul nostro terreno biologico.

Prima di intervenire con l’uso di un antibiotico, è sempre bene accertarsi e verificare la natura batterica della patologia in atto, valutando l’antibiotico sulla base della sensibilità del batterio. Sapere della possibilità di curarsi grazie all’uso di medicine alternative, quali l’Omeopatia, la Fitoterapia e l’Oligoterapia, rappresenta un plus che elimina il problema “resistenza” batterica, e promuove una guarigione dolce e duratura, che non mette a repentaglio la salute del paziente.

Scelte alternative

Le cure alternative sono molto valide quando è in atto una malattia ma anche per operare in prevenzione.

Sulla base dei sintomi ben indagati dal medico o, se parliamo di acuti, dal farmacista, possiamo intervenire nelle affezioni del cavo orale, così come negli stati influenzali, nevralgie, odontalgie, cistiti, e chi più ne ha più ne metta, consigliando il rimedio omeopatico più adatto, capace di ristabilire lo stato di salute senza incorrere in effetti collaterali o resistenze. Esistono fitoterapici ed oligoelementi a supporto di ogni terapia e adiuvanti la guarigione personale del paziente.

Remise en forme

Come rimettere in sesto l’organismo dopo una terapia con antibiotici?

Dopo una terapia antibiotica è molto comune presentare uno stato di malessere generale che si manifesta attraverso una serie di sintomi.

Mal di stomaco, diarrea, stitichezza, candidosi, astenia, sono alcuni dei sintomi ricollegabili ad una alterazione dell’equilibrio della flora batterica intestinale, e che si presentano spesso dopo cure antibiotiche. Ciò è dovuto alla incapacità dell’antibiotico di distinguere tra batteri patogeni e non, svolgendo una azione ubiquitaria che porta al depauperamento dei batteri “amici” presenti nell’intestino.

Un microbiota sano aiuta a digerire il cibo, sintetizza vitamine e ci protegge da possibili infezioni. È il principale modulatore del sistema immunitario, sia nei bambini che negli adulti. Essendo direttamente collegato al nostro cervello, preserva la salute mentale riducendo i sintomi di ansia e depressione.

L’uso di probiotici e prebiotici risulta essere fondamentale tanto in corso di terapia antibiotica, che dopo per ridurre al minimo il rischio di disbiosi intestinale.

I Lattobacilli acidophilus ed i Bifidobatteri lactis sono da prediligere perché capaci di colonizzare l’intestino e competere con i batteri patogeni. L’associazione con Saccharomyces boulardii, un lievito probiotico capace di prevenire e trattare la diarrea associata all’uso di antibiotici, ne migliora la scelta d’azione.

Molti sono i fitoembrioestratti da consigliare in prevenzione e successivamente alle terapie: un Fitoembrioestratto a base di Ontano nero, Fico e Noce, favorisce il funzionamento fisiologico della mucosa intestinale e giova molto in presenza di uno stato flogistico o di sovraccarico mucosale, spesso all’origine di patologie autoimmuni. Assunto da solo o associato ai probiotici, risolve le sintomatologie elencate precedentemente, e rimette in piedi un sistema immunitario compromesso.

Un fitoembrioestatto a base di Noce, Mirtillo rosso e Rosmarino, svolge un’azione protettiva delle mucose intestinali, con azione antiinfiammatoria e anti-disbiosi. Contrasta i sintomi di stanchezza e spossatezza e favorisce l’eliminazione delle tossine coliche. Io lo consiglio nel post terapia antibiotica, soprattutto dopo terapie antibiotiche importanti o terapie farmacologiche invasive, per un’azione di ripristino generale del paziente.

Anche integratori a base di Vitamina C, complesso di Vitamine B ( formato da otto diverse tipologie: Vitamina B1, B2, B3, B5, B6, B8, B9 e B12)e pappa reale, permettono di lavorare sulla ripresa del sistema immunitario e di ridurre la stanchezza post convalescenza.

Seguire una dieta sana, fatta di consumo regolare di verdure, frutta, cereali integrali, yogurt e kefir, fonti naturali di probiotici, proteine nobili da carne e pesce, ed evitare zuccheri raffinati ed alimenti processati, riducendo il consumo di alcolici o caffè, può non bastare quando si è particolarmente debilitati e inappetenti.

Nei casi che lo richiedono, supportiamo la dieta con un integratore completo, che contenga oligoelementi, molecole antiossidanti, aminoacidi essenziali e non, acidi grassi omega3 e 6, che agiscono sui processi di infiammazione del microbioma, e sostanze ad azione depurativa epatica che favoriscano il processo di pulizia e disintossicazione del terreno per velocizzare la ripresa degli organi emuntori.

Prediligiamo quegli integratori che contengono elementi di origine naturale e non di sintesi, e che ci consentono di prolungare i tempi di utilizzo del prodotto.

Tra gli oligoelemti l’associazione di Rame-Oro-Argento, risulta vincente nel contrastare l’astenia psico-fisica e ridare nuova energia ad un corpo debilitato e stanco.

Praticare regolare esercizio fisico, contribuisce ad aumentare il nostro stato di benessere, sia in termini di efficacia del sistema immunitario, sia per l’azione positiva svolta sul microcircolo e sulla salute di muscoli e cervello: scarichiamo lo stress e aumentiamo la resistenza psico-fisica.

Ogni scelta compiuta nell’arco della giornata ha un impatto sulle nostre vite e sul pianeta, molto più grande di ciò che possiamo immaginare. Prendere coscienza di tutto ciò ed essere parte attiva delle nostre scelte quotidiane, ci riporta a quello stato di collettività che può davvero cambiare le sorti di un pianeta trattato spesso con tanta poca cura e rispetto, e garantirci una qualità di vita migliore.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Share This