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23 Maggio, 2025

Gli incontri impossibili: Hahnemann e Martin Lutero.

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– Tesoro mio. – Disse Melanie. – Oggi vorrei andare un po’ in giro.-

– Con molto piacere.- Rispose  Hahnemann, pensando ad una tranquilla camminata a piedi per le vie di Parigi o ad un romantico viaggio in carrozza nella ridente campagna francese. Invece Melanie intendeva un viaggio in mongolfiera.

Al recalcitrante marito, Melanie oppose il solito quesito: – Preferisci un bel viaggio in pallone sopra la città o dormire per tre mesi senza la mia compagnia?-

Due ore dopo i coniugi Hahnemann salirono sulla gondola della mongolfiera. A pilotarla era Martin Lutero. Il famoso teologo, stanco e pallido come un cadavere, lavorò al bruciatore: l’aria calda fu spinta nel pallone e iniziò la lenta ascensione.

Il medico tedesco, un po’ titubante, mentre il pallone si alzava e tutte le cose in basso si rimpicciolivano, confessò:-  È la prima volta che viaggio per aria e, anche se supero gli ottanta anni di età, un certo timore ce l’ho.-

Lutero, con voce stanca: – Chi non è bello a vent’anni, forte a trenta, saggio a quaranta, ricco a cinquanta, non può sperare di diventarlo in seguito.-

Hahnemann, stizzito: – Non sono un vigliacco: ho solo timore per l’incolumità di mia moglie.-

Lutero, tristemente: – Il limite di tutte le leggi è l’amore.-

Hahnemann, sempre più inviperito:- Signore, non permettevi di toccare la mia famiglia.-

Lutero amaramente :- La famiglia è fonte delle fortune e sfortune dei popoli.-

Melanie, per cercare di sedare la lite tra il medico e il teologo tedesco, disse:- L’amore tra un uomo e una donna è una cosa sacra.-

Lutero, in modo malinconico: –  Dio ha creato Adamo padrone e signore di tutte le creature viventi, ma poi Eva ha rovinato ogni cosa.-

In quel momento, il pallone, investito da una folata di vento, ondeggiò paurosamente. Melanie fu sbalzata fuori dalla gondola, riuscendo però all’ultimo istante ad afferrarsi alle mani del marito.

Hahnemann implorò Lutero: – Aiutatemi. Non potrei vivere senza mia moglie. –

Lutero afferrò la donna per i capelli e la tirò all’interno della gondola poi commentò:- L’uomo è più elevato e migliore, la donna una creatura dimidiata, una bestia idrofoba, il merito maggiore che possiede è quello di generare.- Finita la frase si portò le mani alle orecchie come se avvertisse un rumore insopportabile e iniziò a respirare male.

Hahnemann: – Cosa gli sta succedendo? –

Melanie:- Dicono che senta la voce di Satana.-

Lutero, che soffriva della sindrome di Menìere, si portò le mani allo stomaco e vomitò sulla veste della donna. Il pallone, privo di comandi, iniziò a sbandare a destra e a sinistra. I coniugi Hahnemann, terrorizzati, si strinsero l’uno all’altra per non cadere nel vuoto mentre Lutero continuava a vomitare su di loro.

Melanie:- Signor Lutero, diteci cosa dobbiamo fare per riportare il pallone a terra.-

Lutero, con gli occhi sbarrati:- La medicina crea persone malate, la matematica persone tristi e la teologia peccatori.-

Il medico tedesco e la moglie si guardarono in viso senza capire. Ci provò Hahnemann con la sua solita e innata diplomazia:- Pezzo di cretino, diteci come fare scendere questo dannato pallone!-

Lutero, con le mani protese verso il cielo:-  Se non è consentito ridere in paradiso, io non voglio andarci.- Fortunatamente il pallone si sgonfiò e, a poco a poco, scese verso il basso. Finalmente Melanie e Hahnemann misero i piedi a terra.

Il medico tedesco consegnò un flacone a Lutero:- Contiene Natrum salycilicum, adatto a curare chi come voi soffre di depressione, dove a momenti di perfetta razionalità alterna altri in cui manifesta turbe emotive e alienazioni, accompagnati da sintomi quali vomito, acufeni e sordità: altro che voci di Satana!-

Tirò fuori dalla giacca la sua adorata Bibbia e la portò verso l’alto:- Se credete che mi sia spaventato, vi sbagliate alla grande: con essa vicino io non temo nulla!-

Un cavallò passò al galoppo. Il cavaliere che lo guidava era, come sempre, Zorro che strappò la Bibbia dalla mano di Hahnemann e fuggì. Il medico tedesco provò a rincorrerlo ma fu investito da un somaro che correva veloce come un razzo. A guidarlo era, come sempre, il sergente Garçia.