Gli incontri impossibili: Hahnemann e Alfred Joseph Hitchcock

2 Febbraio, 2024
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Melanie, mal sopportando di avere vicino un marito sempre troppo corrucciato a causa del lavoro, convinse Hahnemann a distrarsi e a prendere lezioni di recitazione. Lo portò negli studi della Paramount e lo presentò al regista inglese Hitchcock perché lo facesse recitare in qualche suo film.

Hahnemann: – Vorrei recitare in un luogo vicino a un bagno. Sono anziano ed ho qualche problema di prostata. – 

Hitchcock, mangiandosi un grosso panino al salame, annuì: – La durata di un film dovrebbe essere direttamente commisurata alla capacità di resistenza della vescica umana.- Lo mandò sul set dentro una doccia, nudo e con una parrucca bionda in testa,  a recitare il film “Psyco”.

Dopo avere ricevuto alcune dozzine di dolorose coltellate, il medico tedesco domandò: – Vorrei avere una parte in un film dove ho una vita più riposante.-

Il regista inglese, mentre trangugiava in un sol boccone un enorme pezzo di Saint Honorè, si leccò le dita e disse: – Il cinema non è un pezzo di vita, è un pezzo di torta.-  Comunque cercò di accontentarlo, afferrò una mazza da baseball e gli ruppe una gamba, poi lo fece sedere su una carrozzina a rotelle, gli diede un binocolo e lo fece recitare in “La finestra sul cortile”.

Hahnemann, stizzito e claudicante sbuffò: – Vorrei recitare una parte più logica per uno della mia età. Magari dove contemplo un bel panorama dall’alto di una torre.

Hitchcock: – C’è qualcosa di più importante della logica: l’immaginazione. Detto fatto, lo portò su un campanile e lo buttò giù, come nel film “La donna che visse due volte”. –

Mi dia una parte in film meno drammatici!- Implorò il medico tedesco, di ritorno dal pronto soccorso. 

Hitchcock, bevendosi un’intera bottiglia di whisky: –  Il dramma è la vita con le parti noiose tagliate.

Melanie:Credo che recitare in teatro sia più adatto per mio marito.  Hitchcock, continuando a ingozzarsi di cibo e di alcol, obbedì. Lo fece recitare in “Paura in palcoscenico” dove Hahnemann fu tramortito con un attizzatoio.

A quel punto Hahnemann, ferito e umiliato, prese un tubulo di Platinum metallicum e lo porse al regista inglese. – Altezzoso, narcisista, sofferente di bulimia, con continui bisogni di eccitamento o di assistere ad avvenimenti drammatici, ossessionato da impulsi violenti come quello di uccidere. Questo è il rimedio giusto per lei. Prego, adesso si accomodi in questo grande frigorifero, qua troverà tutto il cibo che vuole. – 

Hitchcock, leccandosi le labbra, vi entrò. Hahnemann chiuse la porta e si sfregò le mani.-

Caro, ma questo non è un frigorifero! – Disse Melanie.-

E’ una voliera.- Ammise Hahnemann, sedendosi su una sedia su cui c’era la scritta: regista. Si mise un berrettino in testa, s’infilò un paio di occhiali scuri, mentre sul suo viso compariva un sorrisino perfido, poi urlò in un megafono:- Questa è la scena più cruenta del film “Gli uccelli”, quella dove un uomo viene aggredito e accecato da uno stormo di corvi. Silenzio in sala. Ciack, si gira!-     

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