Dante e Virgilio stavano percorrendo le Malebolge dell’Inferno, i 10 fossati, simili a quelli dei castelli medievali, nei quali erano puniti i fraudolenti.
Hahnemann iniziò a cantare:-Vai così vai così vai così vai così/ Stai andando forte/ . Diede una manata sulla schiena del povero Virgilio e disse:- Dai poeta dei miei stivali, apri le tue mani come se fossi Gianni Morandi e canta con me! /Apri tutte le porte/ Gioca tutte le carte/.
Ma Virgilio non riuscì a dire nulla e Hahnemann gli mollò una sberla sulla nuca. – Mi sembri uno zombie imbalsamato!-
Un fulmine colpì il medico tedesco sulla testa. Si udì la solenne voce di Dio:- Perché picchi Virgilio? –
Hahnemann: – Ciao Sapientone. Picchio questo scemo incartapecorito perché vuole cantare le canzoni di San Remo. –
Poi nuovamente rivolto a Virgilio, disse:- Proviamo a cambiare canzone. Ne cantiamo una proprio adatta a un rottame come te:- Dove si balla/ Fottitene e balla/Tra i rottami/Balla per restare a galla/.
Due fulmini colpirono la testa del medico tedesco.- Lui è un poeta e non un cantante.- Tuonò la voce di Dio.
Hahnemann: – Altro che poeta. Questo è un ebete raggrinzito, triste e rincoglionito. –
Arrivarono altri tre fulmini sulla testa di Hahnemann.
Dio: -L’inferno non è il luogo più adatto per cantare. –
Hahnemann, toccandosi la sommità della testa bruciacchiata, ribatté: -Le canzoni portano allegria. – Guardò verso l’alto.- Dai, sapientone vieni quaggiù a cantare con noi, così anche tu ti diverti e non mi spari fulmini sulla testa. –
La voce di Dio si fece triste. – Non posso. S. Pietro è risultato positivo al Covid e quassù siamo tutti in quarantena.-
– Mi dispiace per te.- Disse Hahnemann. Si guardò attorno. – A proposito, qua dove siamo finiti? – Si affacciò dal ponticello che stavano attraversando e sotto vide gente che silenziosa e piangente camminava, tenendo il collo e il viso girati dalla parte delle spalle.
– Chi sono questi poveretti, costretti a camminare all’indietro? Cos’hanno fatto di tanto brutto per meritarsi questo?-
A quel punto Virgilio si scosse dal suo torpore e disse: – Qui la pietà ha valore solo quando è morta del tutto; chi è più scellerato di colui che cerca di forzare il giudizio divino.-
Ad Hahnemann che non capiva, arrivarono quattro fulmini sulla testa.
Dio: – Questi sono gli indovini, coloro che inopportunamente cercarono di prevedere il futuro. Per punizione adesso non possono guardare avanti –
Hahnemann:- Ah, ho capito. Sono i virologi televisivi. Quelli che durante le trasmissioni hanno affermato cosa sarebbe successo durante la pandemia, senza mai prenderci una volta e facendoci pure la figura dei fessi. Eccoli là, ne riconosco alcuni. Vedo Roberto Burionunte, quello che disse “In Italia il virus non circola” pochi giorni prima che scoppiasse l’epidemia. Poi vedo Walter Ricciardao che in televisione spiegò che i green pass consentivano di frequentare gli ambienti al chiuso in maniera sicura, mentre sul sito del ministero c’era chiaramente scritto che anche chi aveva fatto tutte le dosi di vaccino contro il Covid-19 poteva ugualmente ammalarsi e trasmettere l’infezione agli altri.-
Hahnemann allargò le braccia e meditò:- Vabbè, prescrivo Lachnantes tinctoria per i poveri colli di questi dannati.-
Il medico tedesco guardò Virgilio e una scintilla di perfidia percorse il suo sguardo. – Adesso cantiamo un’altra canzone, quella che ti ho insegnato e che tu sai interpretare molto bene. Hahnemann attaccò con: /Ti saluto con amore/.
E Virgilio, come se fosse stato colpito da una scossa elettrica iniziò a cantare, dimenando mani, braccia, piedi e testa: /Con le mani, con le mani, con le mani/ Ciao ciao/ Con i piedi, con i piedi, con i piedi/ Ciao ciao/ E con la testa, con il petto, con il cuore/ Ciao ciao/ E con le gambe, con il culo, coi miei occhi/
A quel punto il poeta latino alzò la lunga veste e mostrò le chiappe nude su ognuna delle quali c’era scritto: “Ciao! Ciao!”. Per un lungo momento non si udì nulla.
Poi dall’alto la voce di Dio arrivò flebile come portata da un vento stanco: – No, non è possibile andare avanti così, io prima o poi mi dimetto per davvero.-