Sempre più studi clinici confermano in questi ultimi anni le innumerevoli proprietà salutari del Tè, una bevanda che si è dimostrata di grande valore nel migliorare significativamente la qualità della vita nei suoi consumatori abituali.
Come descritto in questo articolo abbiamo 6 classi di Tè che si differenziano per i diversi processi di lavorazione cui vanno incontro le foglie della Camellia sinensis dopo la loro raccolta e che portano a diversi livelli di ossidazione dei loro principi attivi principali: i flavonoidi. Più precisamente si va da un’assenza di processi ossidativi nei Tè verdi ad una completa ossidazione nei Tè neri passando per un’infinità di livelli ossidativi intermedi che è quella degli wulong, dei Tè bianchi e dei Tè gialli. Abbiamo poi i Tè fermentati, capitanati dai Pu’Er dello Yunnan, che subiscono invece un processo fermentativo microbico che porta alla sintesi di molecole peculiari e molto interessanti da un punto di vista salutare. Ognuna di queste classi ha delle proprietà diverse, anche se sempre molto simili, legate principalmente all’azione antiossidante capace di modulare numerose funzioni dell’organismo che vanno dalla prevenzione delle patologie neurodegenerative, cardiovascolari e tumorali, all’azione digestiva, remineralizzante e depurativa dell’organismo e, non da ultimo, quella antimicrobica, utile nel trattamento di molte patologie infettive e nella loro prevenzione.
Sulla base di queste osservazioni sono state condotte diverse ricerche per capire se il consumo di Tè potesse in qualche modo essere utile per migliorare la qualità della vita delle persone anziane, le cui patologie principali, sia quelle a carico del sistema cardiovascolare che quelle neurodegenerative, sono spesso legate ad uno stress ossidativo. I risultati ottenuti sono davvero molto incoraggianti.
Prevenzione delle patologie neurodegenerative
L’età è uno dei principali fattori di rischio per tutte le patologie neurodegenerative legate ad un progressivo deterioramento delle cellule cerebrali, e considerato che la percentuale di anziani è destinata a crescere, è molto importante lavorare per prevenirle. Osservando che alla base del declino cognitivo vi è un danno ossidativo, una disregolazione dell’omeostasi dei metalli redox e un processo infiammatorio prevalentemente cronico, gli studi sulle proprietà benefiche del Tè a questo livello sono davvero molto incoraggianti.
Più precisamente, uno studio condotto da Kuriyama in Giappone che ha analizzato gli effetti del consumo di Tè in 1030 giapponesi di oltre 70 anni, ha dimostrato chiaramente come il consumo regolare di tè sia collegato ad un rallentamento del declino cognitivo e come questo fenomeno sia dose dipendente. I risultati migliori sulle prestazioni cerebrali sono infatti stati registrati dai soggetti che consumavano 2-3 tazze di Tè al giorno rispetto a quelli che ne consumavano solo 3 o 4 a settimana e a quelli che non ne bevevano affatto.
Questo studio ha dimostrato la maggiore efficacia del Tè verde, ma sicuramente perché in Giappone le altre tipologie di Tè, come i neri e gli wulong ad esempio, sono consumate molto raramente.
Risultati identici sono stati ottenuti in uno studio norvegese dove, a differenza del Giappone, il consumo prevalente è invece quello di Tè nero. Anche in questo caso i risultati hanno confermato l’efficacia del Tè nella prevenzione del decadimento cerebrale e sono stati lineari e proporzionali al quantitativo di Tè assunto giornalmente, ovvero i risultati migliori sono stati registrati dalle persone che assumevano regolarmente Tè ogni giorno. Molto interessanti anche numerosi studi condotti da Mandel e colleghi per valutare le implicazioni dei flavonoidi del Tè nella prevenzione delle patologie neurodegenerative. Questi studi hanno evidenziato come sia il Tè verde che il Tè nero aiutino a ridurre l’incidenza di patologie importanti quali Alzheimer e Parkinson
Sulla base di tutti questi dati possiamo quindi concludere ragionevolmente che un consumo regolare e non eccessivo di Tè è correlato ad un miglioramento delle prestazioni mentali.
Prevenzione delle patologie cardiovascolari
Le malattie cardiovascolari sono una delle principali cause di mortalità in tutto il mondo, e in occidente l’aterosclerosi e le patologie coronariche in generale sono quelle più comuni. L’aterosclerosi è considerata una patologia infiammatoria cronica che porta ad una calcificazione dei vasi sanguigni arteriosi con la formazione di placche aterosclerotiche al cui sviluppo contribuiscono numerosi fattori di rischio quali l’ipercolesterolemia, l’ipertensione, l’obesità, l’età, il fumo e il diabete. La formazione delle placche aterosclerotiche, così come la loro rottura, è alla base di conseguenze potenzialmente fatali che possono portare ad attacchi cardiaci o infarto.
Uno dei primi processi alla base dell’aterogenesi è proprio la risposta allo stress ossidativo, e partendo da questa osservazione sono stati condotti diversi studi per analizzare se i flavonoidi del Tè, che possiedono una marcata azione antiossidante (ricordiamo che l’Epigallo catechina gallato che abbonda nel Tè verde è il più potente antiossidante in natura), potessero in qualche modo essere utili per prevenirlo o correggerlo. Ovviamente anche in questo caso i dati sono molto confortanti.
Gli studi più significativi condotti tra il 2010 e 2020 allo scopo di valutare l’impatto del Tè sull’insorgenza di patologie cardiovascolari, ictus, alterazione della pressione sanguigna e dei livelli di lipidi e trigliceridi nel sangue, così come dei marcatori infiammatori, sono stati brillantemente riassunti da Keller e Wallace in una interessantissima review.
Innanzitutto va sottolineata una diminuzione dei livelli di colesterolo, soprattutto colesterolo LDL, che è maggiore in seguito all’assunzione di alcuni Tè, soprattutto i postfermentati quali il Pu’Er ad esempio, tra l’altro caratterizzato da un livello di caffeina molto basso. Inoltre, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è stata riscontrata una significativa diminuzione della pressione sanguigna, sia sistolica che diastolica, sia in soggetti ipertesi che in preipertesi ad alto rischio, che hanno consumato regolarmente soprattutto Tè verde, ma anche Tè nero, rispetto al placebo.
Tutti gli studi analizzati hanno dimostrato un calo significativo (fino anche al 27% rispetto al placebo) dell’insorgenza di patologie cardiovascolari e ictus in soggetti che bevevano regolarmente una o più tazze di Tè verde o nero al giorno.
Proprio per questo l’American College of Cardiology Foundation raccomanda l’uso moderato di Tè tra i consigli nutrizionali per la riduzione del rischio di patologie cardiovascolari.
Densità ossea
Diversi studi hanno dimostrato anche una migliore densità ossea nei bevitori di Tè. Ad esempio, uno studio condotto in Giappone da Muraki su 632 soggetti di età superiore a 60 anni ha evidenziato un valore di densità ossea superiore del 10% in soggetti che assumevano regolarmente Tè rispetto ai soggetti che non lo assumevano affatto.
Non dimentichiamo poi l’azione ipoglicemizzante del Tè, confermata da diversi studi e legata sia ad un aumento della sensibilità all’insulina che alla sua sintesi, e il suo potere depurativo, grazie al quale vengono allontanate numerose tossine prodotte dal metabolismo cellulare.
Tutti questi studi incoraggiano il consumo di Tè per preservare e migliorare la qualità della vita degli anziani. Se si è sensibili agli effetti stimolanti della caffeina, che comunque nel Tè di qualità sono controbilanciati dalla L-Teanina, un amminoacido peculiare del Tè con azione rilassante, possiamo optare per quelli ad un più basso dosaggio come ad esempio il Bancha giapponese, il Kukicha o il Pu’Er cinese.
La mia raccomandazione è quella di consumare sempre Tè di qualità: oltre a possedere un quantitativo maggiore di principi attivi, i Tè di qualità elevata possiedono un profilo aromatico decisamente più accattivante.
Il Tè è una bevanda nobile e se bevuto con la giusta consapevolezza ci può sicuramente aiutare a vivere meglio e, perché no, anche più a lungo!
“Il cibo è una delle più importanti medicine che noi assumiamo ogni giorno”
Wu De