Un blog ideato da CeMON

17 Ottobre, 2023

Posso prendere lo stesso farmaco di un’altra persona che soffre della stessa malattia?

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Ogni lunedì riceverai una ricca newsletter che propone gli articoli più interessanti della settimana e molto altro.
Tempo di lettura: 5 minuti

In realtà potremmo dire SI… e NO. Vediamo quando è SI e quando è NO.

SI… se a parte il nome della malattia le persone hanno esattamente gli stessi sintomi della totalità della sofferenza in quel momento. Un chiaro esempio sono le epidemie.

NO… se il farmaco deve essere somministrato in base al nome della malattia, non in base ai sintomi della totalità. Ad esempio per la bronchite, l’anemia, la colite, la cistite… ecc.

Abbiamo detto più volte che non esistono malattie ma persone malate, e proprio per questo dobbiamo prestare attenzione al modo in cui la sofferenza si manifesta con tutti i dettagli, le peculiarità e le sfumature che la caratterizzano, non al nome della malattia ma al modo in cui la persona soffre.

In condizioni normali, dove i sintomi e la sofferenza di ogni persona che chiamiamo malattia sono il risultato del dialogo del suo corpo, della sua mente e della sua vita con la sua storia, diventa evidente il suo modo singolare e unico di manifestare la malattia.

È ovvio e necessario specificare i sintomi caratteristici di questa sofferenza personale, individuale e non trasferibile, così come i gemelli sono allo stesso tempo uguali e diversi, e non possono essere confusi.

Per questo possiamo dire senza ombra di dubbio che NO! Non puoi prendere lo stesso medicinale di un’altra persona che ha la stessa diagnosi ma sintomi diversi.  

Tuttavia, una situazione eccezionale in cui lo stesso farmaco può essere assunto come prevenzione e cura, come trattamento individuale e di gruppo, familiare e sociale, è quella delle epindemie, perché in questo caso i sintomi del genio epidemico sono gli stessi per tutti (con alcune piccole variazioni).

In altre parole, Si! Per qualsiasi tipo di epidemia, endemica o pandemica. 

Per epidemia si intende qualsiasi tipo di malattia, sia essa il covid, il morbillo, la varicella… o, come nell’esempio che stiamo per fare, la dengue (la famosa “febbre spacca-ossa”) che si diffonde rapidamente e ha la caratteristica di colpire un gruppo più o meno ampio di persone, in un’area geografica più o meno vasta o limitata.

Pandemica, quando l’area geografica è molto vasta o addirittura globale.

Endemica, quando la malattia si ripete ciclicamente nella stessa area geografica.

A causa di una combinazione di circostanze ambientali, emotive, igieniche e telluriche che influenzano l’ecosistema, si crea una situazione di grande squilibrio in un’area geografica specifica e limitata.

Questo squilibrio avrà determinate caratteristiche malsane. In questa situazione si attivano germi vitali che normalmente fanno parte dei cicli vitali e non sono dannosi per la salute umana. Allo stesso modo, se abbiamo un pezzo di carne fresca senza vermi e quando la stessa carne inizia a decomporsi, come dal nulla, inizia a riempirsi di vermi, cosa è cambiato? È semplicemente cambiata la condizione del terreno e sono comparsi gli abitanti che erano nascosti in quel pezzo di carne, che mentre era sano, facevano parte del suo naturale processo di vita.

Prendiamo l’esempio della dengue, caratteristica di alcune zone tropicali.

Cosa succede quando una persona ha la febbre dengue?

Il sintomo più comune della dengue è la febbre insieme a uno dei seguenti: nausea, vomito, eruzione cutanea, dolore agli occhi (di solito dietro gli occhi), dolori muscolari, dolori articolari o ossei. con una durata naturale di 7 giorni in assenza di complicazioni.

Tuttavia, questi sintomi comuni, generali e basilari servono solo a identificare il tipo di malattia o di epidemia, ma cambiano a seconda del tempo, del luogo e delle circostanze. Pertanto, possiamo dire che ogni epidemia di dengue è diversa. Di conseguenza, è necessario specificare le caratteristiche di ogni epidemia di dengue in ogni luogo specifico e momento storico.

Per poter effettuare un buon trattamento omeopatico e trovare il giusto vaccino o farmaco preventivo in ogni circostanza, è necessario riconoscere i sintomi caratteristici che si ripetono in tutti i soggetti infetti. Questi sintomi caratteristici ripetuti rivelano con chiarezza, accuratezza e precisione il Genio Epidemico, che ci condurrà alla selezione del Simillimum che servirà sia a curare i malati sia a prevenire il contagio dei sani che rischiano di infettarsi.

Esempio

Nella città di Oaxaca, in Messico, da 3 mesi è in corso una forte epidemia di febbre dengue, che è in parte endemica nella zona. I sintomi che tutti i pazienti, senza eccezione, hanno manifestato in modo stabile sono i seguenti:

  • Febbre intensa e secca. In altre parole, nessuna sudorazione.
  • Febbre continua che peggiora di notte.
  • Bocca secca con sete profonda.
  • Forte prostrazione durante la febbre.
  • Sonno irresistibile durante la febbre.
  • Assenza di appetito e vomito se si cerca di mangiare.
  • Mal di testa di vario tipo durante la febbre.
  • Dolore a tutte le articolazioni durante la febbre.
  • Eruzioni cutanee granulari su tutto il corpo.

Questi sono i sintomi che costituiscono il “genio epidemico” di questa dengue di Oaxaca nell’autunno del 2023.

Questi sintomi appartengono tutti a un rimedio profondo e acuto come ARSENICUM ALBUM, poiché possiamo vedere che è il disturbo delle persone che si sono ammalate. Questo è il rimedio Simillimum più dominante e completo.

Tuttavia, nello studio del quadro patologico sono apparsi altri 4 rimedi, anch’essi molto importanti, che hanno coperto il genio epidemico anche se in modo meno completo o con alcune variazioni. In ogni caso, sono tutti molto importanti per il medico, vista la grande varietà di pazienti che si presentano nello studio medico durante un’epidemia, dai bambini alle donne incinte e agli anziani. In altre parole, pazienti di ogni tipo e sensibilità.

Gli altri rimedi selezionati come importanti erano Bryonia alba, Phosphorus flavus, Eupatorium perfoliatum e Sulphur.

Rispettando le condizioni di ciascun paziente, si può scegliere la potenza più adatta per ogni caso, ma in generale la potenza più efficace sarebbe probabilmente 30 ch di Arsenicum album, ripetuta in plus (diluita e agitata) ogni 3 ore… e poi sospesa quando il paziente migliora rapidamente.

Questa stessa potenza di Arsenicum album 30ch può essere somministrata come preventivo/vaccino  ai membri sani della famiglia e ai parenti stretti in un dosaggio di 3 granuli mattina e sera per 3 giorni e questo è sufficiente. Possiamo dire che sono immunizzati e protetti perché in qualche modo il farmaco, somministrato in piccolissime dosi, li ha già fatti ammalare rapidamente e li ha curati fornendo gli anticorpi necessari.

Oltre a questo quadro caratteristico, ogni paziente esprime la propria individualità patologica aggiungendo sintomi personali che non si ripetono in tutti. Per questo motivo è necessario dare un Simillimum diverso a seconda dei casi.

Per esempio Paolo, oltre alla caratteristica febbre del genio epidemico, ha una tosse che provoca dolore con espettorato emorragico e una grande malinconia e tristezza.  Si decide quindi di somministrare Phosphorus flavus. In questo modo, non solo si copre il genio epidemico generale, ma si possono abbracciare anche i sintomi individuali e personali di questo paziente.

Oltre ai sintomi generali, Giovanna presenta i caratteristici dolori muscolari, più forti della febbre stessa, che peggiorano con qualsiasi movimento. Le sue articolazioni sono arrossate e calde. Si sente molto rigida. Sete inestinguibile. E questo rende Bryonia alba il Simillimum più completo per Giovanna.

Francis, invece, manifesta, oltre ai sintomi generali del genio epidemico, uno sgradevole odore acido che riempie la stanza. Le eruzioni sono non solo granulose ma anche squamose e sporche, con grande prurito e irrequietezza, localizzate per lo più nelle pieghe delle articolazioni. Questo porta alla scelta di Sulphur come Simillimum più completo.

Maria presenta, oltre al quadro generale tipico, un intenso dolore contusivo ed una estrema irrequietezza che non migliora. Il dolore più caratteristico è quello delle “ossa rotte”, con una dolorosa sensazione di debolezza estesa a tutte le ossa, soprattutto nella schiena e nei polsi. Il paziente si lamenta, geme, urla. Queste peculiarità hanno portato alla scelta di Eupatorium perfoliatum come Simillimum che copre più completamente la totalità della sofferenza di Maria con le sue peculiarità.

Da quanto detto sopra, credo sia facile capire il significato della risposta apparentemente ambigua alla domanda “Posso prendere lo stesso farmaco di un’altra persona che soffre della stessa malattia?”.

NON si può prendere lo stesso rimedio per la malattia chiamata dengue, o covid, o tifo… perché è necessario conoscere la sua piena espressione generale per la popolazione, se si tratta di una situazione epidemica. O la sua piena espressione individuale se si tratta di casi singoli.

SÌ, se i sintomi sono ben raccolti, identificati e specificati. Allora il quadro patologico, anche se non ha un nome riconoscibile ed è considerato una malattia nuova, autoimmune o del tutto sconosciuta… permette di riconoscere una similitudine all’interno delle centinaia di farmaci sperimentati e conosciuti nella loro azione concreta sull’essere umano che compongono la straordinaria farmacopea omeopatica.

È quindi possibile somministrare lo stesso rimedio a tutti coloro che soffrono esattamente dello stesso quadro sintomatologico, almeno come primo passo per avviare il vero processo di guarigione.