Un blog ideato da CeMON

Il primo caso di Covid cronico
Asian doctor wearing face shield and PPE suit to check senior woman patient protect safety infection Covid-19 Coronavirus outbreak at quarantine nursing hospital ward.
20 Luglio, 2022

Hanno scoperto un primo caso di Covid cronico

RedazioneRedazione
Un paziente 60enne malato di cancro è positivo al virus da 471 giorni: ci sono dei rischi

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Ogni lunedì riceverai una ricca newsletter che propone gli articoli più interessanti della settimana e molto altro.
Tempo di lettura: 2 minuti

Il primo paziente affetto da Covid cronico è infetto da 471 giorni. Più di un anno. L’uomo, un 60enne malato di cancro del Connecticut (USA), è il caso di infezione da Sars-Cov-2 più lungo che sia stato finora scoperto. Attenzione: non parliamo di casi di long Covid, ossia di casi in cui il virus è stato debellato dall’organismo ma gli effetti sul corpo continuano a farsi sentire, ma di un paziente in cui il virus è ancora vivo e attivo. A rendere il caso ancor più preoccupante c’è il fatto che nel sangue dell’uomo siano state trovate ben 3 diverse varianti del Sars-Cov-2. Un pessimo segno, dal momento che gli scienziati da tempo ipotizzano che la veloce replicazione del virus nelle persone immunocompromesse sia il modo in cui è più probabile che insorgano nuove varianti.

Il primo caso di Covid cronico

I ricercatori della Yale University, che hanno portato alla luce il caso, lo hanno riportato sulla rivista MedRxiv e attendono ora la revisione prima della pubblicazione. Non esitano a esporre le loro preoccupazioni, dal momento che a detta loro il virus nel paziente sta mutando due volte più veloce di quanto non avvenga di solito nelle persone sane. “Questa infezione cronica ha provocato un’evoluzione e una divergenza accelerate di Sars-CoV-2, un meccanismo che potenzialmente contribuisce all’emergere di varianti di Sars-CoV-2 geneticamente diverse, tra cui Omicron, Delta e Alpha”.

Un rischio per lo sviluppo di nuove varianti

Secondo il team di studiosi, il caso in esame “si somma alla crescente letteratura che sostiene che il virus stia sfruttando le persone immunocompromesse per mutare. Ci sono state altre segnalazioni sparse di persone con una grave comorbilità, come il cancro, che hanno sperimentato rapide mutazioni del virus. È impossibile sapere quante persone sono portatrici di un virus in rapida mutazione. C’è poco che possiamo fare per impedire al Covid di mutare frequentemente una volta trovato un ospite adatto”.

L’Omeopatia e la Medicina della Persona offrono un approccio terapeutico che, essendo centrato sul singolo, rafforza la sua risposta individuale e conseguentemente immunitaria, donando maggiori prospettive per superare questa situazione e tornare a un miglior equilibrio di salute.

LEGGI ANCHE: Omicron 5: aggiornamenti su Long Covid e reinfezioni

Lascia il primo commento