Gli incontri impossibili: Hahnemann e Arthur Conan Doyle.     

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5 Luglio, 2024
Tempo di lettura: 2 minuti

Zorro entrò in casa di Hahnemann e rubò la sua Bibbia. – Al ladro! – Gridò il medico tedesco, inseguendo l’uomo dal volto mascherato. Zorro, appena fu in strada, con un balzo felino montò sopra il suo cavallo e si allontanò al galoppo.

– Che succede?- Domandò Melanie.

Hahnemann, che preparava i suoi rimedi succussandoli sopra la Bibbia, si gettò a terra sconvolto: – Sono rovinato.-

– Ci penso io.- Lo rincuorò Melanie. Dopo cinque minuti Hahnemann vide sbucare da dietro un palazzo un carro trainato da un vecchio e spelacchiato ronzino. Alla guida c’era Arthur Conan Doyle e Melanie sedeva al suo fianco.

Melanie disse: – Sir Conan Doyle, creatore di Sherloch Holmes, il detective più famoso al mondo, ci aiuterà a trovare il ladro.- 

Hahnemann osservò lo scrittore con una certa preoccupazione. Doyle aveva il viso cianotico, gli occhi gonfi e febbricitanti, respirava a fatica e con una mano si teneva premuto il petto come se volesse placare le fitte che provenivano dall’interno della gabbia toracica. Il suo cavallo stava peggio di lui: era vecchio e decrepito, ormai prossimo alla morte per sfinimento.

– Riuscirà a prenderlo?- Domandò Hahnemann.

Doyle si sbottonò il colletto della camicia, quasi volesse liberarsi da una fastidiosa costrizione alla gola:- Elementare Watson!-

Hahnemann, per nulla rassicurato, obiettò: – Io mi chiamo Hahnemann e non Watson. Inoltre mi pare inverosimile che questo povero animale possa ancora muoversi.-

Doyle, massaggiandosi la parte sinistra della testa che gli doleva maledettamente: – Dopo aver eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità.-

Improvvisamente Zorro apparve alle loro spalle. Con la spada incise la famosa Z sul posteriore del medico tedesco e, tra i fulmini che cadevano dal cielo, fuggì al galoppo.

– Faccia qualcosa!- Gridò di rabbia e di dolore Hahnemann.

– Nulla è insignificante per una mente superiore.- Approvò Doyle, pallido per il dolore al petto, facendosi vento con un fazzoletto. 

Hahnemann: – Più che cacciatori di banditi, lei e il suo cavallo mi sembrate due inutili mummie.-

Doyle sospirò:- Siamo abituati al fatto che gli uomini disprezzino ciò che non comprendono.- Diede un colpo di frusta vicino all’orecchio del suo ronzino. Il cavallo, dopo un flebile nitrito di sofferenza, stramazzò a terra.

Il medico tedesco, deluso, si allontanò dal carro ma non si accorse dell’arrivo di un somaro, cavalcato da un grasso soldato. Il ciucchino travolse Hahnemann e continuò la sua folle corsa. – Chi è lo scemo che guida un asino come se fosse un cavallo da corsa?- Mormorò Hahnemann, intontito e confuso dal trauma.

– È il sergente Garcia che sta inseguendo Zorro.- Spiegò Melanie.

Hahnemann, ormai prossimo a perdere i sensi, mostrò un sorriso ebete: – Zorro, il sergente Garcia, Conan Doyle: tutto è così innaturale! – 

– Non c’è nulla di più innaturale dell’ovvio.- Sottolineò Doyle.

Hahnemann, a fatica,  gli consegnò un flacone di Naja tripudians. – Lei soffre di un grave problema cardiaco. Sa come prendere un rimedio omeopatico?- Il medico tedesco si afflosciò a terra tra un cinguettare di usignoli interni alla sua testa.

Doyle, medico pure lui, aprì il flacone e ne riversò il contenuto sotto la lingua:- Elementare Watson … anzi Hahnemann!-     

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