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4 Settembre, 2024

Analisi critica delle abitudini alimentari e dell’attività fisica negli adolescenti italiani

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Il terzo report tematico della Sorveglianza HBSC-Italia 2022 (Health Behaviour in School-aged Children) ha recentemente messo in luce dati allarmanti sulle abitudini alimentari e l’attività fisica degli adolescenti italiani. Lo studio, condotto su un campione di 89.321 adolescenti di 11, 13, 15 e 17 anni di età, rivela tendenze preoccupanti che potrebbero avere significative implicazioni per la salute pubblica futura.

L’indagine ha evidenziato che il 26,8% degli adolescenti non fa “mai” colazione, un pasto considerato fondamentale per il corretto sviluppo e rendimento scolastico. Inoltre, solo il 7,5% degli adolescenti pratica attività fisica quotidianamente, mentre il 13,8% non la pratica mai. Le abitudini alimentari mostrano un quadro altrettanto preoccupante. Il 7,6% degli adolescenti consuma snack salati più di una volta al giorno, il 6,9% consuma bibite zuccherate o gassate con la stessa frequenza, e il 12% ha abitudini simili con i dolci. Il 6% non consuma mai frutta, mentre il 7,4% non include mai verdura nella propria dieta. Il consumo di alimenti ad alto contenuto di grassi e zuccheri è particolarmente diffuso: il 29,4% li consuma “tra 2 e 4 giorni a settimana”, e il 26,2% “almeno una volta al giorno tutti i giorni”. Solo il 14,8% li consuma “meno di una volta a settimana o mai”.

Cause del consumo di cibo poco salutare

Diversi fattori contribuiscono a queste abitudini alimentari poco salutari:

  1. Disponibilità e accessibilità di cibi ad alto contenuto calorico e basso valore nutrizionale.
  2. Influenza dei pari e delle tendenze sociali.
  3. Stress e utilizzo del cibo come conforto
  4. Mancanza di educazione alimentare adeguata
  5. Limitato tempo per la preparazione di pasti sani a causa di stili di vita frenetici.

L’industria alimentare gioca un ruolo significativo nell’influenzare le scelte degli adolescenti. I prodotti industriali spesso contengono quantità elevate di grassi e zuccheri, rendendoli particolarmente appetibili. Le strategie di marketing mirate agli adolescenti, l’uso di packaging accattivante e la collocazione strategica dei prodotti nei punti vendita contribuiscono ulteriormente a questo fenomeno. Lo studio ha inoltre rilevato differenze legate allo stato socioeconomico delle famiglie: il consumo quotidiano di dolci varia dal 28,2% per i ragazzi delle famiglie in fascia economica più bassa al 24,7% per quelli in fascia più alta. Emergono anche differenze regionali, con le regioni del sud che mostrano una maggiore prevalenza di consumo di bibite zuccherate/gassate, particolarmente tra gli 11 e i 13 anni.

Attività fisica e sedentarietà

La mancanza di attività fisica è un altro aspetto critico emerso dallo studio. Le ragioni di questa tendenza includono:

  1. Aumento del tempo trascorso davanti agli schermi (il 12,1% degli undicenni e il 26,5% dei diciassettenni trascorre 5 ore o più al giorno sui social media)
  2. Riduzione delle opportunità di attività fisica nelle scuole e nelle comunità per insufficienza di strutture
  3. Influenze sociali negative
  4. Scarsa motivazione
  5. Fattori economici
  6. Insicurezze personali
  7. Percezione di mancanza di tempo dovuta a impegni scolastici e extracurricolari
  8. Preferenza per attività sedentarie e intrattenimento digitale

Queste abitudini si riflettono inevitabilmente sulla salute degli adolescenti. Tra il 15% e il 20% degli adolescenti è sovrappeso, mentre tra il 3% e il 5% è obeso. Si nota una tendenza alla diminuzione di sovrappeso e obesità con l’età: la percentuale di maschi obesi passa dal 5% tra gli 11enni al 3,4% tra i 17enni, mentre il sovrappeso scende dal 19,3% a 11 anni al 15,9% a 17 anni.

I dati emersi da questo studio non sono semplici numeri su un foglio, ma un grido d’allarme che risuona attraverso la nostra società. Dietro ogni percentuale si celano le storie di giovani vite minacciate da abitudini che potrebbero comprometterne il futuro. L’immagine che emerge è quella di una generazione in bilico, sospesa tra le tentazioni di un mondo iper-tecnologico e iper-processato e la necessità biologica di nutrizione e movimento.
Questo scenario ci pone di fronte a una domanda fondamentale: che tipo di società stiamo costruendo per il domani? Un futuro in cui una parte significativa della popolazione potrebbe essere gravata da problemi di salute cronici non è solo un problema sanitario, ma una questione sociale e umana di primaria importanza. La sfida che ci troviamo ad affrontare necessita di un ripensamento profondo del nostro rapporto con il cibo, con l’attività fisica e, in ultima analisi, con il nostro corpo e la nostra salute. Richiede un cambiamento culturale che coinvolga ogni aspetto della società, dalle politiche educative alle strategie di marketing, dalla pianificazione urbana alle politiche sanitarie. Dobbiamo ricreare un ambiente in cui le scelte salutari siano non solo possibili, ma attraenti e gratificanti per i nostri giovani. Un ambiente in cui il movimento sia parte integrante della vita quotidiana e il cibo sano sia accessibile, desiderabile e fonte di piacere. D’altronde, come diceva Oscar Wilde, “La salute è il primo dovere della vita.”

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