Carissimo dottore,
se mi trovo nel posto sbagliato, la colpa è di mia moglie che non fa altro che chiedermi costosi regali. Da parte mia ammetto di essere uomo irritabile, critico e insoddisfatto, talmente insicuro che tremo e mi agito quando sono assalito dagli attacchi di panico. Per questo motivo cerco compagnia e rassicurazioni, altrimenti mi sento morire. Nel tempo ho avuto bisogno di amicizie forti e protettive ma più di tutti ho cercato un medico, come lei, che provvedesse alla mia salute.
Il rimedio Arsenicum album, che lei dottore illustrissimo mi prescrisse, mi ha talmente giovato che adesso, in tutta sincerità, posso affermare di sentirmi guarito. Anche se i malati come me non guariscono mai completamente. Inoltre un mio problema è rimasto ancora irrisolto: l’avarizia. E proprio l’avarizia è all’origine dei miei guai. Per esserle più chiaro, le spiego ciò che mi è successo.
Qualche mese fa mia moglie entra nel mio studio e dice: – Caro, per il mio compleanno vorrei un braccialetto d’avorio e dei capi in seta. –
– Costano parecchio. – Brontolai.
– Sei il solito taccagno.- S’indignò lei.- Ricordati che il vero amore va oltre il denaro. – Poi ha aggiunto. – Perché non li vai a prendere direttamente dove li producono? Così paghi meno.-
– Andare fino in India? Il solo viaggio mi costerà una fortuna! –
– Cerca una via più breve, così risparmierai tempo e denaro.- Fu la risposta di mia moglie che mi fulminò.
Quanto avrei risparmiato se trovavo una via alternativa? Tanto! Allora guardai le mappe, feci un paio di calcoli e compresi che se andavo per mare, grazie al vento, avrei speso molto poco. Intrapresi il viaggio e, dopo alcuni mesi, tornai indietro pieno di roba.
Purtroppo non era quella giusta. – Cosa sono queste schifezze? – Urlò mia moglie.
– Quello che ho trovato: pomodori, patate, peperoni, arachidi e fichi d’india. Roba stupenda che costa assai poco.-
– Sei un’idiota. Queste non sono le cose che ti avevo chiesto. Torna indietro e, se non trovi capi in seta e bracciali d’avorio, portami almeno una tigre.-
Non avevo mai visto una tigre. Comunque per accontentarla organizzai un secondo viaggio ma, quando tornai, mia moglie per poco non mi prese a martellate. – Cosa diavolo è questo?-
– Un tacchino.- Risposi.
– Io ti avevo chiesto una tigre.-
– Non c’erano tigri dove sono andato, ma solo tacchini.-
Lei mi guardò con disprezzo poi ordinò: – Adesso torni indietro e mi porti un elefante e un indiano che lo guidi, così ci vado a fare lo shopping al mercato. Nel vedermi, le mie amiche moriranno d’invidia.-
Quindi, viaggiando verso Ovest anziché verso Est, come avevo fatto le altre due volte, sono tornato in questa strana India, chiamata America, dove gli abitanti si definiscono pellirosse e non si vede un solo elefante in giro. Alla mia dolce metà ho deciso che porterò un altro animale, grande e grosso ma che al posto delle zanne porta le corna. Qua lo chiamano bisonte. Corre veloce, così lei durante lo shopping non riuscirà a spendere troppi soldi. Poi compirò un quarto viaggio. Perchè lo faccio? Semplice, ho trovato tanto e tanto oro, ma non lo dico né a mia moglie né a nessun altro, poiché come si dice dalle mie parti: “O cù e i dinê no se mostran a nisciun” cioè “Il sedere e i soldi non si mostrano a nessuno”.
Cari saluti dal suo sempre affezionato Cristoforo Colombo.