Lettera dalle Hawaii

30 Settembre, 2022
Tempo di lettura: 2 minuti

Dottore carissimo,

le scrivo per richiamare la sua attenzione sull’angoscia che mi assilla in questo particolare momento, assieme ad una grande avversione per il limone, per il sole e per i rumori troppo forti. In passato lei mi curò con Natrum muriaticum e la mia vita cambiò. L’utilizzo di questo rimedio è stato determinante per guarire la timidezza e l’introversione che per molti anni mi hanno costretto a stare chiuso in casa. Il vizio di mangiarmi le unghie è scomparso appena ho smesso di rimuginare sui fatti spiacevoli accaduti nella mia infanzia. Così pure si è dissolta la ricerca dell’alcol per vincere le mie inibizioni: infatti da parecchio tempo non bevo un sorso di whisky. Quindi è merito dell’Omeopatia se io ho navigato per mari e per oceani. Sono stato ovunque. Ho superato il Circolo polare antartico, ho viaggiato dalla Terra del Fuoco all’Australia, ho scoperto la Nuova Caledonia e le isole Sandwich Australi. Tahiti, Tonga, l’Isola di Pasqua sono luoghi che ormai conosco come le mie tasche. Ho esplorato e tracciato le mappe che vanno dalla costa della California allo Stretto di Bering. Ho scoperto terre sconosciute e non ricordo quanti luoghi portino il mio nome. Infine sono arrivato qua, alle isole Hawaii, dove gli abitanti mi hanno paragonato a Lono, il loro dio della fertilità e mi hanno invitato a questo sontuoso banchetto. L’invito, in fondo, non mi è dispiaciuto. Anzi, dentro di me sono felice che un popolo tanto caloroso e ospitale abbia organizzato una festa in mio onore. Lo giudico un pensiero cortese. Però, adesso che si avvicina il momento di mangiare, mi assillano alcuni problemi, dovuti a questo strano modo che gli indigeni hanno di preparare il pranzo. Soprattutto provo fastidio, come ho già scritto, per il limone, per l’acqua troppo calda, per il sole troppo intenso, per la musica e i rumori troppo forti. Situazioni normali di un convivio, penserà lei, dottore illustrissimo. Io, però, non sono convinto che questo sia un normale banchetto. Quindi per farmi meglio capire le spiego dove mi trovo in questo momento. Sono circondato da un gruppo di indigeni locali che, con la scusa che io sono l’ospite d’onore, mi hanno messo direttamente dentro il pentolone pieno d’acqua assieme al resto del cibo che stanno cocendo. Poi mi hanno infilato un limone in bocca. A questo punto, lo chef, cioè il re Kalani`ōpu`u, ogni volta che mi osserva, si lecca le labbra e urla in modo fastidioso: – Gnam! Gnam! – E’ mezzogiorno, il sole a picco mi martella la testa e la mia pelle è arroventata dall’acqua bollente. Quindi adesso cosa mi consiglia di fare? Ritiene che il rimedio Natrum muriaticum, in passato tanto utile alla mia salute, possa ancora giovare a questo mio stato di agitazione? Crede che riprendendolo possa modificare queste avversioni nei confronti dell’acqua troppo bollente, del sole, del limone e dei rumori forti che mi assillano e mi caricano di tensione?

In attesa di una sua cortese risposta, le invio i miei più “calorosi” saluti dalle isole Hawaii.

                                                                      Comandante James Cook 

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