Il mio cane è aggressivo: come comportarmi?
Nei precedenti articoli abbiamo visto le diverse cause e moventi dei comportamenti aggressivi nel cane. Alcuni di queste sono fisiologiche, come ad esempio la protezione dei cuccioli da parte delle cagne puerpere o la difesa di risorse come il territorio o il cibo. Ma quando le aggressioni vengono messe in atto non a seguito di situazioni come quelle succitate, allora l’aggressività diventa un problema.
Il primo consiglio che vale su tutti in caso di aggressioni subite da parte del proprio cane o di cani che tendono ad aggredire i propri conspecifici o altri animali o l’uomo, è quello di recarsi quanto prima da un medico veterinario esperto in comportamento che possa valutare la situazione. Mai come in tema di disturbi comportamentali vale infatti la regola dell’individualità: ogni animale è differente, ha una storia personale differente e soprattutto vive in un determinato contesto ed interagisce con umani ed altri animali diversi e pertanto non può esistere una ricetta che valga per tutti i cani aggressivi.
Sicuramente ci sono delle situazioni che vanno attenzionate ed evitate e dei contesti che devono essere modificati in generale, ma soltanto l’occhio clinico di un professionista può portare a risultati soddisfacenti nel controllare l’istinto di aggressione dei cani.
…Che razza di cane aggressivo!
È convinzione diffusa che alcune razze canine siano più aggressive rispetto ad altre e sotto alcuni punti di vista non è del tutto sbagliato crederlo. Il problema dell’inclinazione all’aggressività dipende però non dalla razza in sé ma piuttosto dalla motivazione della razza che consideriamo. In un precedente articolo abbiamo già trattato quali sono le motivazioni dei cani e molte razze sono state selezionate nei decenni per accentuare alcune di queste motivazioni in quanto utili all’uomo ed allo svolgimento delle sue attività.
Ad esempio le motivazioni predatoria ed esplorativa sono molto utili nelle razze da caccia, come anche quella epimeletica, ovvero che riguarda la cura di cuccioli sia propri che di altre specie, e la motivazione collaborativa sono molto ricercate nelle razze da compagnia. Allo stesso modo nelle razze di cani utilizzate per la guardia e la difesa sia dell’uomo che ad esempio delle greggi sono stati selezionati nei decenni esemplari che spiccavano per altri tipi di motivazione, come ad esempio le motivazioni protettiva o difensiva e quella affiliativa. È chiaro infatti che un cane deputato alla difesa delle greggi da parte di predatori come lupi o altri cani non possa avere una spiccata motivazione esplorativa, altrimenti invece di badare al suo gregge scapperebbe continuamente in cerca di una preda.
Guardando le razze canine quindi, anche in questo caso la mano dell’uomo è quella che si macchia della colpa dell’aggressività e soprattutto delle aggressioni. Molto spesso alcuni cani appartenenti a particolari razze sono costretti a condurre una vita complicata: cani da caccia o da salvataggio che vivono in appartamento e possono sgambare in un parco 1 volta ogni 10 giorni, cani da difesa relegati in giardini da soli senza poter mai socializzare con altri cani o esseri viventi, cani da lavoro geneticamente progettati per lavorare 8 ore al giorno con il loro conduttore, magari nella ricerca su macerie, e che vengono portati in passeggiata al guinzaglio stretto soltanto per 10 minuiti 3 volte al giorno.
Tutte queste situazioni nelle quali l’etogramma di razza e le motivazioni dei cani vengono completamente ignorate e non rispettate creano nei soggetti che le subiscono una condizione di stress psicologico cronico il quale, a lungo andare, può portare ad aggressioni. In conclusione quindi non ci sono razze di cani più aggressive di altre ma semplicemente esseri umani che non sanno averci a che fare, che comprano cani soltanto per il loro aspetto estetico e si ritrovano con caratteri ed esigenze che non sanno gestire.
Aggressivi si nasce o si diventa?
Salvo rari casi mi espongo a dire che aggressivi si diventa. E per diventare aggressivo un cane può subire una serie di traumi invisibili che agli occhi dei più non sono considerati tali. Si parla sempre più spesso infatti di maltrattamento invisibile del cane e questa forma di abusi si perpetuano in modo molto sottile ed impercettibile. Ad esempio sono forme di maltrattamento invisibile privare i cani di passeggiate all’aria aperta nella natura, impedirgli di correre liberi e soprattutto di interagire liberamente tra loro senza che siano controllati da collare e guinzaglio, come anche impedirgli di rotolarsi su un prato o di sporcarsi in una pozzanghera di fango.
Quando si decide di iniziare una convivenza con un cane bisogna prevedere quali saranno le sue necessità a sostegno del suo benessere psicologico ed emotivo, altrimenti si fa prima ad impiegare il proprio tempo libero in altro modo. Messi alle strette i cani che subiscono questo maltrattamento invisibile per lunghi periodi, possono andare infatti incontro a problemi comportamentali legati allo stress, come ad esempio una risposta esagerata a stimoli irritativi. L’esempio più classico è il cane di piccola taglia o peggio di razza toy che viene trattato alla stregua di un piccolo peluche; viene lavato e tolettato continuamente, gli vengono messi vestitini e cappottini, non tocca mai terra e vive la maggior parte della sua vita in una borsetta. Con tutte queste continue negazioni della sua natura il piccolo cane inizia ad essere stressato, ad incamerare un disagio emotivo enorme ed alla fine mal sopporterà tutte le manipolazioni che i suoi umani gli fanno per renderlo simile ad un pupazzetto, reagendo per quello che è e soprattutto nell’unico modo che conosce, ovvero mordendo.
In casi come questo però, chi è l’aggressore e chi l’aggredito? Personalmente ritengo che il cane morsicatore 9 volte su 10 morda perché messo alle strette. E 9 volte su 10 il morso e l’aggressione potrebbero essere prevenute se solo gli esseri umani imparassero a rispettare la natura dei cani ed a leggere il loro linguaggio corporeo.
Attenzione ai messaggi inviati dal cane
Immaginiamo l’animo di un cane come un lavandino vuoto con i due rubinetti dell’acqua calda e di quella fredda. Dai rubinetti esce l’acqua che sono le emozioni, calde quelle negative e fredde quelle positive. Durante tutto il giorno accadono fatti nella vita di quel cane-lavandino che fanno aprire i rubinetti e se non si trova una valvola di sfogo per far defluire l’acqua ad un certo punto questa esce fuori debordando. Ecco, questa metafora che ho ascoltato una volta ad un convegno di etologia nel quale si citava la prof.ssa Sarah Heath, docente universitaria di comportamento animale, ed ideatrice della metafora stessa, rende chiaramente l’idea di cosa accade prima che un cane aggredisca. Non solo le emozioni negative tra le altre cose concorrono a riempire il lavandino, ma paradossalmente anche quelle positive.
Prima di mordere un cane mette in atto una serie di strategie tese ad evitare lo scontro. Mi è capitato di vedere sul web un video di una bambina che abbraccia un cagnolino, probabilmente il suo cagnolino, e che viene poi morsicata. Guardando il video alla moviola, si possono leggere tutti i segnali di disagio e tutti i segnali calmanti che il cane ha lanciato prima di arrivare a mordere la sua piccola umana. Il cane, in quel caso, non è stato “ascoltato” e la grande responsabilità di quell’aggressione non è sua, ma dell’adulto che si preoccupava più di girare un video divertente da postare sul web, invece di occuparsi della salute emotiva del suo cane e perfino di quella fisica della sua bambina.
Va sempre contestualizzata quindi un’aggressione da parte di un cane ed è questo il motivo per il quale il medico veterinario comportamentalista è molto attento a fare domande sul contesto nel quale i cani mordono.
Si può prevenire l’aggressività?
Sicuramente vi sono una serie di strategie che si possono mettere in pratica per evitare fenomeni di aggressione da parte del proprio cane nei confronti di altri cani o di altri animali, e dell’uomo. Ci sono situazioni che nel 99% dei casi possono portare ad un’aggressione o ad un comportamento aggressivo, come ad esempio la competizione per una risorsa come un gioco o del cibo, ed è quindi bene evitare di lanciare cibo o una pallina a due o più cani contemporaneamente onde evitare che scatti la competitività per accaparrarsi la risorsa.
Anche avvicinarsi all’umano di riferimento o al gruppo di riferimento di un cane con fare minaccioso può far scaturire reazioni aggressive; se incontriamo per la strada un nostro amico con il suo cane è bene non fiondarsi urlando verso di lui e sbracciandosi, anche se mossi da sincero affetto, in quanto il cane potrebbe leggere il nostro entusiasmo come un’aggressione a suo carico ed a carico del suo umano.
Altra situazione tipica nella quale si possono verificare morsicature ed aggressioni è quella di sottrarre una risorsa, come un gioco o del cibo o la cuccia, ad un cane particolarmente attaccato a quella risorsa, il quale, in alcuni casi, può cercare di difendere il suo “bottino” mordendo.
Queste sono solo alcune delle situazioni da evitare ma poiché ogni cane ed ogni contesto sono differenti, concludo con lo stesso consiglio iniziale: in caso sospetti che il tuo cane sia aggressivo prima che la situazione divenga ingestibile, contatta un medico veterinario esperto in comportamento che potrà guidarti nel percorso migliore volto a risolvere la problematica. Nel caso dell’aggressività il fai da te può causare danni veramente gravi a te, al tuo cane ed a terze persone o animali, mentre ascoltare i consigli di un professionista può davvero fare la differenza e regalare serenità ed equilibrio alla relazione con il cane.