I paesi Europei, in particolare quelli del Sud, a causa del loro clima mite hanno una grande presenza e diffusione di insetti. Molti di questi fungono da vettori per diverse patologie che affliggono i nostri animali e spesso anche l’uomo. Per insetto vettore si intende un insetto capace di trasmettere agenti patogeni. Molti di questi sono insetti ematofagi, ovvero si nutrono del sangue dell’uomo e di altri animali. Tra questi vi sono diverse specie di zanzare e moscerini, le pulci e le zecche. Nel nostro Paese sono molto diffusi e sono in grado di trasmettere diverse malattie infettive. Le più conosciute sono la Leishmaniosi, la Filariosi, l’Ehrlichiosi e la Rickettsiosi. Vi sono poi diverse forme meno conosciute e meno diffuse quali la Bartonella, la Tularemia, la malattia di West Nile, etc. L’elenco purtroppo è molto lungo ma ci soffermeremo in particolare sulla Leishmaniosi, patologia che colpisce prevalentemente il cane e l’uomo.
Un po’ di chiarezza sulle malattie trasmesse da vettori
Le malattie trasmesse da vettori sono numerose. Possiamo suddividerle in base al vettore che le trasmette, ovvero quelle trasmesse da insetti come zanzare e moscerini, in particolare della classe dei “flebotomi”, pulci e pidocchi, e quelle il cui contagio è causato da punture di zecche. Sia gli insetti che le zecche possono trasmettere diversi agenti infettivi, tra i quali protozoi, vermi piatti e tondi, batteri e virus. Tra i principali protozoi ci sono gli agenti che causano la Leishmaniosi, la Babesiosi, l’Hepatozoosi; tra i vermi tondi (nematodi) quelli responsabili della Filariosi, e tra i vermi piatti (Tenie) quelli responsabili delle Teniasi. I batteri più frequentemente trasmessi sono invece la Rickettsiosi, L’Ehrlichiosi, la Babesiosi, L’Anaplasmosi, la Borreliosi di Lyme. I virus trasmessi più frequentemente in Europa da vettori sono invece il virus di West Nile, i Flavivirus che causano Encefalite Europea da zecche ed il Louping ill virus. Nel sud dell’Europa, ed in particolare in Italia sono molto presenti ed oggetto di attenzione da parte dei medici veterinari, la Leishmaniosi, L’Ehrlichiosi, la Rickettsiosi, la Filariosi. Questo non significa che le altre patologie siano sottovalutate, ma sono forse meno soggette alle luci della ribalta, sia perché vengono meno segnalate, sia perché le precauzioni che si adottano verso i diversi vettori ne impediscono la trasmissione, come per le altre patologie.
La Leishmaniosi, un problema solo del sud europa?
Come abbiamo visto le Leishmanie sono protozoi trasmessi da insetti vettori. La trasmissione avviene prevalentemente a causa della puntura di particolari moscerini della famiglia dei Febotomi. È diffusa soprattutto nelle aree a clima mite e caldo, anche se negli ultimi anni, a causa di una serie di fattori, la sua area endemica si sta estendendo sempre più verso Nord. Tra le cause principali di questa diffusione vi sono sicuramente il riscaldamento globale ed il cambio climatico, ma anche la movimentazione di animali per svariati motivi, da Sud verso Nord, come ad esempio per le mostre canine, le vacanze o anche le adozioni. L’area endemica in Europa è rappresentata da paesi quali l’Italia, la Spagna, la Grecia, il Sud della Francia ed il Portogallo. I maggiori serbatoi di Leishmaniosi restano i cani, sia domestici ed in parte anche selvatici, anche se sono state ritrovate Leishmanie in numerosi altre specie, come nei gatti, in roditori, cavalli, ovicaprini e nell’uomo. La trasmissione delle Leishmanie avviene ad opera delle femmine di flebotomo che compiono il pasto di sangue solitamente all’imbrunire, mentre di giorno restano protette dal caldo in siti umidi e bui come ad esempio crepe nei muri, dove depongono anche le uova. Nelle aree dove i cani vengono lasciati all’aperto senza opportune protezioni o dove vi sono più randagi ed animali non controllati la diffusione è maggiore. Oltre alla puntura dei flebotomi come fonte di contagio sono stati segnalati la trasmissione da madre a cucciolo attraverso la placenta, le donazioni di sangue infetto e, ancora è da chiarire se punture di altri vettori ematofagi e le ferite da morso possano essere veicolo dell’infezione.
La leishmaniosi è contagiosa da cane a uomo?
Le leishmanie hanno una forma infettante ed una per così dire quiescente. La forma infettante, o promastigote, si trova nell’intestino del flebotomo e viene trasmessa agli ospiti intermedi tramite il pasto di sangue. La forma quiescente, o amastigote, in grado però di provocare malattia in chi l’alberga, si nasconde nelle cellule dell’ospite intermedio come il cane. Il cane, pertanto, rappresenta un eccezionale serbatoio necessario al ciclo vitale di questi parassiti, ma di per sé, albergando la forma non infettante, non è in grado di trasmettere in modo diretto la malattia all’uomo. Per essere infettati si deve subire la puntura del flebotomo nel cui organismo la Leishmania si tramuta nella sua forma infettante. Pertanto, solo la puntura di questi flebotomi è in grado di trasmettere la malattia anche all’uomo e ad altri animali.
Sintomi della Leismaniosi
I sintomi della Leishmaniosi nel cane sono abbastanza vari, spaziando dalla semplice astenia e debolezza, dimagrimento, inappetenza, perdita di pelo in alcune aree del corpo, comparsa di ulcerette e dermatiti circoscritte ad alcune aree come intorno agli occhi, alla punta delle orecchie e alle estremità come in dita e punta della coda, e dalle mucose che divengono pallide. Alla visita clinica il veterinario potrà apprezzare l’aumento di volume dei linfonodi e della milza. Se vi è un sospetto concreto occorre subito sottoporre Fido ad un prelievo di sangue e ad un esame delle urine ed ovviamente la ricerca delle Leishmanie o degli anticorpi formati dal soggetto infetto. Gli screening proposti sono numerosi ma quello più accreditato per stadiare la malattia comprende un esame emocromocitometrico completo, l’elettroforesi delle proteine sieriche, l’esame delle urine completo del calcolo delle proteine perse con le urine e di altri parametri predittivi della funzionalità renale. Personalmente consiglio sempre anche di effettuare un esame biochimico completo per valutare la funzionalità di fegato e reni. La diagnosi può essere fatta attraverso la ricerca nel siero di anticorpi o nei casi più complessi e che hanno sintomatologia lieve e risultano privi di anticorpi, anche con tecniche più sofisticate di biologia molecolare, quali la PCR su tessuti che spesso contengono le Leishmanie, come i linfonodi o il midollo. Una volta accertata la presenza di anticorpi o di materiale genetico del parassita, vanno valutate le alterazioni delle altre indagini per capire in che stadio è la malattia per impostare una terapia adeguata.
Quali cure per la leismaniosi del cane?
Quando frequentavo l’Università più di 20 anni fa la Leishmaniosi era difficile da diagnosticare e molti cani purtroppo non ce la facevano. I protocolli farmacologici a disposizione erano molto pesanti per l’organismo e non tutti i soggetti reggevano gli effetti collaterali. La Leishmaniosi era davvero una patologia molto temuta e dalla quale solo pochi riuscivano a salvarsi. Ad oggi si può affermare con un certo margine di sicurezza che la malattia è molto più ben controllata, sia come diffusione che come opzioni terapeutiche. Grazie ad una serie di piani di monitoraggio ed eradicazione negli anni passati, soprattutto al Sud Italia, si sono fatte molte più diagnosi. Venti anni fa poi non vi erano prodotti efficaci come oggi, sia per prevenire il contagio che per curare gli animali ammalati. Certo è che il problema non è risolto e che sono ancora troppo numerosi i cani affetti da questa patologia, ma rispetto al passato si sono fatti molti passi avanti. Per quanto concerne la prevenzione c’è maggiore informazione da parte degli umani conviventi con cani che applicano regolarmente prodotti repellenti atti ad impedire le punture dei flebotomi. Anche sul piano delle terapie vi sono protocolli molto efficaci e meno tossici del passato ed un grande aiuto è venuto anche dalla nutraceutica e dalla fitoterapia. Bisogna quindi affrontare con fiducia e speranza un eventuale diagnosi di Leishmaniosi, adottando tutte le precauzioni e prescrizioni del nostro veterinario di fiducia.
La Leishmaniosi: una malattia “omeopatica”
Ho sempre considerato la Leishmaniosi una delle malattie dove maggiormente l’Omeopatia riesce a spiegare il concetto di terreno. Secondo la medicina omeopatica, come anche per altre medicine energetiche, l’agente patogeno non è tutto ma ciò che più che conta è il così detto terreno. Questo concetto fu espresso anche dallo stesso Pasteur che per primo isolò dei germi e, a conclusione dei suoi studi, postulò che se il terreno non è permissivo, i germi non possono causare malattia grave. Per terreno in Omeopatia si intende una predisposizione individuale ad avere una sorta di tallone di Achille, una debolezza. Molti cani che presentano anticorpi contro la Leishmania, e che quindi sono sicuramente venuti a contatto con il parassita, sono praticamente privi di sintomi. Altri per tutta la loro vita non fanno altro che avere una piccola ulceretta su un orecchio o tra le dita delle zampe. Altri ancora purtroppo vengono invece colpiti da forme severe che aggrediscono immediatamente i reni cagionandone la fine. Come è possibile che a parità di malattia un cane non ha sintomi ed un altro può anche morire? La scienza ha cercato di spiegare con vari studi questo fatto. Si è scoperto che alcuni soggetti sono completamente refrattari alla malattia e quindi, se pure si contagiano, non si ammalano mai, mentre altri sono particolarmente sensibili. Numerosi studi si sono concentrati soprattutto sulle differenti popolazioni di Linfociti T individuando alcuni soggetti resistenti ed altri più fragili. Questo studi, agli occhi di un Omeopata, non sono che la spiegazione scientifica del concetto di terreno.
Come evitare il contagio da Leishmaniosi
In molti Paesi Europei la Leishmaniosi è soggetta a piani di eradicazione nazionali che ciclicamente stabiliscono dei controlli a campione da effettuare su tutta la popolazione canina; i soggetti che risultano positivi hanno l’obbligo di trattamento, al fine di diminuire la presenza di potenziali serbatoi del patogeno. Queste attività aiutano molto l’individuazione dei positivi e attraverso il loro trattamento, la diffusione della malattia. Sempre in molti Paesi Europei la Leishmaniosi è una malattia pericolosa anche per l’uomo e la prevenzione nel cane diviene un tassello fondamentale nel limitarne la diffusione. Il cardine della prevenzione si basa sulla rigorosa applicazione di prodotti anti-puntura che vanno applicati ai cani almeno da aprile a novembre, ed in aree più calde anche tutto l’anno. Questi prodotti sono ben tollerati e ad oggi non hanno mostrato una diminuzione dei loro effetti. Anche presidi di igiene generale come non far dormire i cani all’esterno soprattutto col caldo, utilizzare in casa ventilatori, zanzariere a maglie fitte, e prodotti repellenti per le zanzare in casa ed all’esterno, possono contribuire a ridurre le punture. Quello che consiglio pertanto è di trattare tutti i cani presenti nelle aree endemiche consultandosi col proprio veterinario per il tipo di prodotto da utilizzare, e di testare almeno una volta ogni anno o due il proprio cane per valutare la presenza di anticorpi contro la malattia. Massima attenzione poi in caso Fido risultasse positivo: oltre alla terapia prescritta dal veterinario curante in questi pazienti è fondamentale l’utilizzo dei repellenti in quanto essi albergano la forma quiescente delle Leishmanie e possono essere fonte indiretta di contagio per altri animali nonché per l’uomo. Quindi attenzione raddoppiata all’uso di anti-puntura se il nostro Fido risultasse positivo.
Rafforzare il terreno
La moderna letteratura è piena di lavori nei quali integratori e nutraceutici hanno migliorato il decorso della Leishmaniosi e la resistenza dei cani che li assumevano. Le linee guida accennano a diete addizionate di acidi grassi omega 3 e 6, Zinco ed antiossidanti come ad esempio diverse vitamine. Gli studiosi sono poi unanimi sul fatto che un soggetto in equilibrio col proprio sistema immunitario risponderà meglio, sia in caso di contagio, che resistendo maggiormente alla malattia. In commercio vi sono numerosi prodotti immunomodulanti a base di Echinacea, lattoferrina, pre e probiotici, in grado di tenere attive le difese immunitarie. Un cane ben alimentato che assume una dieta sana e bilanciata avrà un microbioma e microbiota più forti ed in equilibrio che fungeranno da protezione generale. Per questo, non abbiate eccessivo timore della Leishmaniosi ma testate regolarmente il vostro cane ed affidatevi al vostro veterinario di fiducia per preziosi consigli sia sulla prevenzione che su come mantenere in equilibrio il sistema immunitario del vostro amico. Ed in caso fosse positivo alla terapia tradizionale si possono affiancare numerosi interventi terapeutici che spaziano dall’Omeopatia, alla Fitoterapia, all’Agopuntura, nonché alle integrazioni funzionali che aiuteranno Fido a stare bene.