Dott. Aldo Cichetti

Il farmaco omeopatico come via di accesso alla dimensione simbolica, tra psiche e materia

Il farmaco omeopatico come via di accesso alla dimensione simbolica, tra psiche e materia

Il presente lavoro è un tentativo di ordinamento dei fatti osservati. L’unica prova che si richiede è che l’omeopatia funzioni.  Una volta ...
Terapie domiciliari Covid-19: un omeopata a Dunkerque

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Ho deciso di entrare nel Comitato Terapia Domiciliare del Covid 19, fondato da Erich Grimaldi, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Il ...
Omeopatia come medicina sistemica

Omeopatia come medicina sistemica

È noto che, dal XVII secolo, la cultura occidentale si è sdoppiata in due forme di sapere, due culture, scientifica e umanistica, che utilizzano ...

Mi sono laureato in Medicina a Perugia nel 1981 e specializzato in Psichiatria alla Sapienza di Roma nel 1986. Vivo e lavoro a Roma.
Ho iniziato ad interessarmi alle medicine non convenzionali subito dopo la laurea in medicina, nel 1981: dapprima l’agopuntura tradizionale cinese, poi la medicina omeopatica e infine la floriterapia di Bach. Nel frattempo, stavo completando la mia formazione come psicoterapeuta junghiano, e mi rendevo sempre più conto della convergenza tra quest’approccio e quello delle medicine naturali, soprattutto la medicina omeopatica.
I due metodi hanno una sinergia simile a quella del circolo ermeneutico descritto da Gadamer: le informazioni che emergono in psicoterapia aiutano a trovare il giusto rimedio, e questo, a sua volta, facilita l’emersione di elementi fondamentali per la psicoterapia.
Inoltre, il setting psicoterapeutico non è disturbato dal fatto che il terapeuta prescriva anche dei farmaci, come fanno in genere gli psichiatri, mentre è difficile conciliarlo con interventi sul fisico, come l’applicazione di aghi.
Ho quindi iniziato a lavorare come psicoterapeuta ed omeopata, seguendo l’esempio di E. C. Whitmont, omeopata classico e psicoanalista junghiano, e ricollegandomi, per quanto riguarda i sintomi fisici, anche al lavoro di pionieri della medicina psicosomatica come G. Groddeck, L.Chiozza o W. Weizsäcker, quest’ultimo medico e filosofo.
Poiché queste discipline sono di solito considerate secondarie dalla scienza ufficiale, ben presto ho sentito l’esigenza di individuare una base teorica adeguata per questi approcci, ed ho trovato un solido punto di partenza per questo lavoro nelle riflessioni epistemologiche di Gregory Bateson, che ho cercato di verificare e sviluppare.
Per dare una maggiore solidità alle mie ricerche mi sono iscritto alla facoltà di Filosofia – una materia che mi aveva appassionato fin dai tempi del liceo – e nel 2018 mi sono laureato alla Sapienza di Roma, con una tesi in Estetica.

Nel 2019 ho pubblicato il risultato dei miei studi in un libro, Ripensare la bellezza. Oltre Bateson – Mimesis edizioni, nel quale, continuando il cammino indicato da Bateson, ho potuto affermare che le ecologie e le medicine fondate sulla conoscenza non matematizzata, che per questo si possono definire umanistiche – ad esempio la filosofia del paesaggio, la medicina psicosomatica o l’omeopatia classica – sono più adatte delle corrispondenti conoscenze tecnico-scientifiche ad amministrare l’ecologia di un territorio e la salute degli esseri umani.