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19 Ottobre, 2020

Antibiotici e microbiota intestinale, attenzione all’uso non necessario

Studi scientifici dimostrano come l'utilizzo sconsiderato di farmaci è particolarmente dannoso nell'infanzia

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Nell’era dei social, la diffusione di informazioni non sempre precise ha generato confusione sulla sicurezza e sull’efficacia degli strumenti che abbiamo a disposizione per mantenerci in salute. Gli antibiotici son tra i più “chiacchierati”. E su questi ultimi vale la pena fare qualche riflessione, soprattutto alla luce delle nuove evidenze scientifiche.

Gli antibiotici sono uno strumento utile e valido, ma come tutti i farmaci, sono da utilizzare nelle condizioni opportune, in maniera oculata e per il tempo strettamente necessario.

Gli effetti collaterali possono essere svariati e sono ben documentati. Ma le ombre che si profilano all’orizzonte, forse sono anche più spaventose e l’antibiotico-resistenza è sicuramente quella più preoccupante. Dovrebbe spingerci ad essere molto più cauti nel loro utilizzo, perché pone le nuove generazioni di fronte ad un dilemma ancora senza risposta. Come potremo trattare un’infezione da super batteri resistenti agli antibiotici efficaci?

A questi si aggiunge uno studio portato a termine dai ricercatori del Karolinska Institutet in Svezia e della Harvard Medical School negli Stati Uniti, pubblicato su The Lancet Gastroenterology & Hepatology.

Lo studio evidenzia come l’uso di antibiotici, in particolare quelli con un più ampio spettro di copertura microbica, può essere associato a un aumentato rischio di malattia infiammatoria intestinale di nuova insorgenza (IBD) e dei suoi sottotipi di colite ulcerosa e morbo di Crohn.

In seguito alla scoperta dell’importanza del ruolo del microbioma intestinale nel mantenimento della salute umana, è aumentata la preoccupazione che gli antibiotici possano perturbare e alterare permanentemente queste fragili comunità microbiche. Ciò potrebbe avere un potenziale impatto sul rischio di malattie gastrointestinali ma non solo.

Il microbiota cresce e si modifica insieme a noi

Ogni essere umano presenta un microbiota intestinale frutto del suo vissuto. Queste esperienze determinano ciò che prende il nome di core microbiota, stabile nel tempo e in grado di rispondere agli eventi esterni. Infatti nel corso della vita di un individuo, il microbiota è capace di auto modularsi in risposta ai cosiddetti stressor events esterni, in modo da garantire una situazione di equilibrio nel nostro corpo.

Inoltre crescendo in simbiosi con il nostro organismo, si modifica in rapporto alle diverse fasi di vita dell’individuo.I microrganismi che vivono nel nostro intestino hanno trovato un habitat confortevole e adatto alle loro esigenze: noi abbiamo bisogno di loro, quanto loro hanno bisogno di noi. Nel corso dei millenni alcuni microrganismi insediati nel nostro intestino, hanno iniziato a rivelarsi particolarmente utili a garantire il normale funzionamento del sistema digestivo e immunitario. Scientificamente si dice che l’evoluzione è avvenuta in una relazione simbiotica, creando un sistema dinamico nel quale ciascuno trae beneficio e sussistenza dall’altro.

Una popolazione variegata ed equilibrata per il nostro benessere

Le numerose specie microbiche che costituiscono il microbioma intestinale hanno tra loro una relazione di commensalismo. Una delle due specie trae vantaggio dall’interazione con l’altra, la quale non trovandosi danneggiata in alcun modo accetta di buon grado la presenza. I microrganismi che ospitiamo appartengono a molte specie commensali diverse e il nostro organismo tollera la loro presenza finché non sono patogeni.

Accogliamo sulle nostre mucose intestinali anche specie microbiche potenzialmente patogene per l’uomo. Finché il loro numero è sotto controllo, il nostro organismo rimane in una posizione di equilibrio, senza subire nessuna conseguenze patologiche.

Il punto cruciale quindi è che nella comunità microbica esistono degli equilibri sottili entro i quali noi possiamo trarne beneficio come organismo ospite. Questo equilibrio dipende dalla qualità e dalla quantità di batteri che noi ospitiamo. Da qui in maniera semplicistica si può parlare di batteri buoni o cattivi. In ogni caso una buona biodiversità del microbioma rende il sistema stabile.

Un “organo” dalle molteplici funzioni

Il peso del microbioma è circa 800 grammi, quasi un chilo del nostro peso. Ospitiamo circa 100.000 miliardi di batteri.

Ogni microrganismo presente nel nostro intestino per sopravvivere svolge le funzioni tipiche della propria specie. Possiamo però immaginare ogni specie come parte di una squadra, dove ognuno apporta il proprio contributo e collabora con le altre. E così facendo, il microbiota intestinale nel suo insieme sarà in grado di svolgere i compiti che nessuna delle specie presenti, individualmente, è in grado di portare a termine: un vero e proprio gioco di squadra. Nell’insieme svolgono una funzione di barriera. Lo spazio nelle anse intestinali è relativamente ampio ma è completamente saturo e c’è una elevata competizione per il cibo. Il microbiota interagisce anche con la motilità intestinale e con la digestione.

Ad esso è delegato il compito di scomporre strutture biochimiche che altrimenti non sapremmo come trattare. Attraverso la fermentazione di fibre e la degradazione di composti proteici, il microbiota intestinale produce acidi grassi a catena corta fonte di nutrimento per cellule del colon. Grazie a questi processi vengono prodotte vitamine ed altri composti indispensabili.

Nuove evidenze scientifiche pongono l’attenzione su come il microbiota abbia effetti positivi sulla riduzione della permeabilità intestinale agli agenti infiammatori. Il delicatissimo ma fondamentale equilibrio del microbioma intestinale è minacciato dagli stressor events come ad esempio, un’alimentazione sbagliata o insufficiente, scarsa idratazione, eventi stressanti che si protraggono nella nostra quotidianità e infine gli antibiotici, nemici naturali dei batteri.

L’intervento degli antibiotici possono danneggiare il microbiota

Gli antibiotici sicuramente perturbano questo equilibrio ed il fenomeno dell’antibiotico resistenza può spostarlo a favore dei batteri potenzialmente patogeni. Il passaggio del farmaco sulle mucose, crea delle vittime e dei vuoti che inevitabilmente verranno occupati da specie opportuniste. Naturalmente sono favoriti gli individui antibiotico resistenti ed è ragionevole ipotizzare che proprio i batteri patogeni saranno quelli che occuperanno quegli spazi. Perché sono quelli per i quali sono stati studiati gli antibiotici e ne hanno subito la pressione evolutiva.

Ma quando si struttura il core microbiota?

Comincia a strutturarsi nel momento del parto, e continua a crescere ed a migliorare le sue competenze nei primi tre anni di vita. Anche il tipo di parto influenza la flora batterica del nascituro. Chi nasce di parto naturale ha un microbiota diverso da chi nasce di parto cesareo. E’ stato osservato che i nati di parto naturale hanno un microbiota più ricco. infatti il bambino è entrato in contatto con la flora batterica vaginale ed enterica della mamma e quindi acquisisce questa ulteriore eredità: una flora batterica presumibilmente stabile e ben bilanciata.

Questo non è l’unico fattore. L’alimentazione nel bambino del primo triennio, fa la parte del leone nella selezione e stabilizzazione del microbiota. Ed anche le terapie farmacologiche a cui sempre più spesso sono sottoposti i bambini, compromettono la salute della flora batterica. È doveroso menzionare quella che Freud chiama “fase orale”, dove i bambini imparano a conoscere il mondo portando le cose alla bocca.

Prendiamoci cura del nostro microbiota

Ma noi adulti che strumenti abbiamo per influenzare positivamente la formazione e la conservazione di un buon core microbiota nei bambini piccoli?

Operando una semplificazione possiamo definire tre regole d’oro che comunque valgono anche per ragazzi e adulti:

Un’alimentazione sana e variegata che privilegia le fibre vegetali, povera di zuccheri semplici. Quindi meno cibo spazzatura, alimenti industriali e iper-raffinati, con particolare attenzione a frutta e verdure. I batteri intestinali mangiano quello che mangiamo noi e con un’alimentazione sbagliata non favoriamo le specie batteriche più utili.
È doveroso ricordare anche ai bambini di bere molta acqua. Deve essere una buona abitudine che si porteranno anche da grandi. Come spazzolarsi i denti.
Rivolgersi sempre prima al pediatra prima di somministrare un farmaco. È fondamentale fare una terapia giusta e razionale ai nostri bambini. Gli antibiotici non sono farmaci da somministrare necessariamente al primo mal di gola. Possono essere efficaci su uno streptococco ma non su un’infezione virale. Anche un tampone orofaringeo risparmia il paziente da una terapia antibiotica inutile e quindi solo dannosa.

La scienza ci insegna che il microbiota intestinale è da considerarsi come un organo fondamentale per la nostra salute di cui non possiamo fare a meno, al pari degli altri organi. Un’entità dinamica che si modifica mentre noi cresciamo. È importante che entri nella cultura medica e nella quotidianità di tutti che prendersi cura della propria salute passa anche e necessariamente per la cura della propria flora batterica e del proprio intestino che la ospita.

È sempre più forte l’esigenza di valutare la salute in chiave olistica.

Nessun uomo è un’isola e noi non siamo soli in noi stessi.
John Donne

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