Redazione

È allarme per il dilagare degli psicofarmaci tra i minori

La somministrazione di antidepressivi in bambini sempre più piccoli è cresciuta negli anni fino a raggiungere livelli allarmanti: in 7 anni +54% in Gran Bretagna, + 60% in Danimarca, + 49% in Germania. L'allarme della Rete Sostenibilità e Salute
6 Dicembre, 2019
Tempo di lettura: 2 minuti

Gli anni dell’infanzia possono essere molto problematici, soprattutto nei minori appartenenti a categorie a rischio, come quelli proveniente da famiglie molto povere o che abbiano genitori con pendenze penali o sottoposti a trattamenti sanitari. Disagi a volte molto profondi, di straordinaria complessità, che rischiano di lasciare nei più giovani ferite che non si rimargineranno nel corso degli anni.
Purtroppo ormai da anni si è scelto sempre più frequentemente di ricorrere, nel trattamento di queste situazioni di malessere, a rapide scorciatoie che non riescono ad affrontare il problema alla radice, ma si limitano a celarne gli effetti più evidenti. Tra queste l’abuso di terapie psicofarmacologiche è forse la strada più percorsa, soprattutto nei paesi a larga industrializzazione. Un approccio terapeutico che spesso non è accompagnato dal fondamentale intervento psicologico non farmacologico.
Una situazione allarmante che viene riportata all’attenzione pubblica dalla Rete Sostenibilità e Salute (RSS), un insieme di associazioni attive nella promozione di un corretto modello di approccio alla Salute. Nel documento stilato dalla RSS, si sottolinea come nel mondo si sia ormai superata la soglia dei 15 milioni di minori sottoposti a trattamenti psicofamacologico, nonostante la comunità scientifica abbia in più occasioni sottolineato i danni che questo tipo di somministrazioni possono portare in organismi il cui sistema nervoso non sia ancora completamente formato.
I dati riportati dal documento fanno impressione: negli ultimi 7 anni, in Gran Bretagna il numero antidepressivi prescritti ai minori è cresciuto del 54%, del 60% in Danimarca, del 49% in Germania, del 26% negli Stati Uniti e del 17% in Olanda; maggiori incrementi si sono registrati nelle fasce d’età tra 10 e 19 anni, e i farmaci più utilizzati sono quelli a base di citalopram, fluoxetina e sertralina. . “L’uso di antidepressivi nei giovani è preoccupante – ha commentato il Dott. Shekhar Saxena, già Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze dell’OMS – una preoccupazione aggravata dal fatto che i farmaci prescritti ai giovani nella maggior parte dei casi non sono autorizzati per gli under 18”.
Particolare allarme suscitano le diagnosi di e Sindrome di Iperattività e Deficit di Attenzione (“ADHD”): questo tipo di disturbo si riscontra molto più frequentemente nei bambini provenienti da situazioni economiche disagiate, o in cui non vengano loro date le sufficienti attenzioni e il necessario affetto di cui avrebbero bisogno per uno sviluppo sano della personalità. In contesti come questo, è opinabile che il “malato” sia effettivamente il minore, e che non sia invece il contesto in cui si trova a crescere ad essere “malato”. In questi casi intervenire semplicemente con la somministrazione di medicine per la soppressione del sintomo vuol dire accettare la sconfitta nel rimuovere le situazioni di disagio e decidere di adattare il minore alla sua condizione disagiata.
A tutto ciò si somma la possibilità di casi di disease mongering, dove con questo nome si identificano i casi in cui le case farmaceutiche fanno pressione sugli organismi di controllo per “allargare le maglie” di diagnosi di alcune patologie, per aumentare il bacino di possibili acquirenti dei loro farmaci. È il caso ad esempio dello “scandalo Paxil”: secondo l’imponente revisione sistematica promossa dal British Medical Journal, i dati che finora hanno giustificato la prescrizione a bambini e adolescenti di questo antidepressivo – prescritto massicciamente anche in Italia – erano stati falsati dal produttore, la multinazionale farmaceutica GSK – GlaxoSmithKline. Nello stesso studio si conclude che questa molecola è “inefficace e pericolosa”.
Il documento si conclude con un appello al ministro della Salute Roberto Speranza perché vigili con particolare attenzione sulla prescrizione e somministrazione di questo tipo di farmaci così delicati.

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