I miomi (miomatosi, fibromatosi uterina o fibromi) rappresentano la più frequente patologie genitale femminile. La loro incidenza varia tra il 20 e l’80% della popolazione, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 30 e i 40 anni. In Italia ne sono affette circa tre milioni di donne (statistica relativa al 2017) con la più alta prevalenza tra i 40 – 50 anni.
Le loro terapie tradizionali allopatiche basate sulla chirurgia (asportazione dell’utero o del mioma), farmacologica (soppressione ormonale), fisica (embolizzazione dell’arteria uterina ed elettromiolisi) non trovano una soddisfacente risposta terapeutica, in quanto sono gravate da: recidive,
- esiti cicatriziali con possibile comparsa di dispareunia, disfunzione sessuale, dolore pelvico cronico, disuria, campi di disturbo elettromagnetici,
- squilibri posturali pelviperineali con prolassi urogenitali, incontinenza, ritenzione urinaria, sindromi disfunzionali della dinamica minzionale (urge – frequency).
Curare la persona non solo il sintomo
La strategia omeopatica unicista, diversamente dall’impostazione allopatica, non mira alla semplice “eliminazione” del sintomo (mioma) ma si pone l’obiettivo della sua comprensione “psicobiologica”, per curare “la persona affetta dalla fibromatosi uterina”.
La paziente viene “accolta” nella sua totalità complessa “essere umano – famiglia – ambiente” e avviata a un percorso terapeutico personalizzato, considerando il mioma come la “punta di un iceberg” di un vissuto conflittuale cronico nascosto nella profondità della sua anima, da far emergere – rielaborare – processare.
I miomi sono “tumori benigni” dell’utero, difficilmente (< 1 %) vanno incontro a degenerazione carcinomatosa (sarcoma).
Sintomi caratteristici sono:
- dolore pelvico cronico,
- mestruazioni irregolari (menometrorragia, spotting intermestruale)
- aumentata incidenza di aborto, sterilità,
- dispareunia,
- disuria.
Il prezioso linguaggio del corpo
La lunga esperienza clinica personale supportata da quella di altri ricercatori ha rilevato in quasi tutte le donne affette da miomatosi uterina un sentito conflittuale comune: “paura di non poter avere una gravidanza e/o di portarla a termine”. Il Mioma trascende come “trasposizione biologica” di un figlio mai concepito, con il significato intrinseco di “neo – plasia (nuove cellule) per rafforzare l’utero”, per renderlo capace di avere una gravidanza e portarla a termine. La localizzazione del mioma è un’ulteriore colorazione emozionale; ne vediamo una sintesi.
- Intramurale (il più frequente): paura di non possedere un utero abbastanza forte per avere una gravidanza e portarla termine, timore di malformazioni fetali. Ambiente familiare ambiguo e poco affidabile.
- Istmo tubarico: rifiuto inconscio della gravidanza per sfiducia – insoddisfazione verso la situazione familiare – ambientale che ritiene precaria. Come se volesse ostruire la via agli spermatozoi verso la tuba. Partner ritenuto inaffidabile per la difesa del “nido territorio”.
- Sottomucoso: il mioma rappresenta inconsciamente la trasposizione della sofferenza conflittuale individuata nel partner, ritenuto inidoneo, dannoso, l’origine dei suoi mali, da “eliminare”. Desiderio di uscire da questa situazione, liberarsi del partner.
- Mioma sottosieroso: paura di non poter aver figli, di perdere tutto anche il partner, da cui si sente “dipendere”.
- Infralegamentario: sensazione di aver perso tutto, senza speranze. Situazione familiare fallimentare.
- Utero plurimiomatoso (fibromatosi propriamente detta): una lunga storia di delusioni e fallimenti. Tanti noduli miomatosi uterini, altrettante storie tristi represse.
Il conflitto biologico vissuto dall’utero – miometrio è quello comune agli organi che derivano dall’endoderma: “conflitto di sopravvivenza – riproduzione” per la conservazione – evoluzione della specie. I Codici Biologici archetipici legati al sentito emozionale conflittuale del miometrio sono: “paura di abortire”, di non essere in grado di portare a termine la gravidanza e brava madre per partorire – accudire il figlio.
Riprendere la “via degli alti fini dell’esistenza”
La strategia terapeutica mira a creare un’interazione empatica per aiutare la paziente ad aprire la cassaforte dei ricordi dolorosi rimossi, per far emergere, processare e rielaborare vecchi conflitti sepolti nell’inconscio: gli “stati d’animo patogenetici, veri ostacoli alla guarigione”. Il “rimedio informazionale omeopatico simillimum” si rivela un formidabile “alleato” per stimolare una “reazione di coraggio” per accedere alle proprie angosce profonde, liberarsi dalle paure, delusioni, rancori, rimuginazioni ossessive che impediscono di vivere liberi.
Secondo il pensiero di Hahnemann (Organon), possiamo riconsiderare e rivalutare il sintomo locale come espressione del Tutto Mentecorpo.
“Tutti questi segni osservati (forma del mioma, sua localizzazione e relativo sentito conflittuale) costituiscono la malattia nel suo complesso totalitario ossia costituiscono la forma morbosa vera ed unica concepibile” (ξ6, Organon).
“Unica la Forza Vitale morbosamente perturbata provoca le malattie, in modo che le manifestazioni di malattia percepibili dai nostri sensi, come pure tutte le alterazioni interne (sensazioni conflittuali – sintomo locale mioma), esprimono la perturbazione totale morbosa del principio dinamico interno e rappresentano tutta la malattia…” (ξ12).
Mente (energia, yang) e mioma – corpo (materia, yin) sono due facce (manifestazioni) della stessa realtà (Forza Vitale, Chi),.
Il sintomo locale modalizzato attraverso l’analisi patobiografica e psicobiologica (embriologica – ontogenetica) rappresenta “la malattia nel suo complesso totalitario, forma morbosa vera ed unica concepibile”: quello, cioè che va curato.
La Forza Vitale che si ammala chiede aiuto (e quello di cui ha bisogno), mediante la manifestazione morbosa psicofisica.
Mioma e fibroma
Va differenziato il mioma (leiomioma) che deriva dalle cellule mesencefaliche (endoderma) della muscolatura liscia uterina, dal fibroma che origina dalle cellule connettivali di derivazione mesodermica.
I miomi riflettono la paura di “perdita della funzione – capacità di gestire, trattenere la gravidanza” nell’utero. Il fibroma rivela, invece, il “conflitto di autosvalutazione” mesodermico, di non riuscire a gestire il rapporto – convivenza col partner, a proteggere se stessi e la famiglia. Paura di essere costretti a subire rapporti sessuali o una gravidanza indesiderata.
Il mioma possiede recettori ormonali prevalentemente estrogenici, ma anche progestinici. Possiamo definire il 17 B estradiolo (E2) l’ormone “protettore della casa – famiglia”. L’iperestrogenismo relativo (alla carenza di progestinici) rivela il conflitto inconscio di sfiducia nei confronti del partner, che non si ritiene adatto per costruire un buon “nido”. Il progesterone, che rappresenta la “casa, la famiglia, l’accoglienza, la gravidanza”, viene prodotto in scarsa quantità per disistima verso il partner.
L’ormone antimulleriano (AMH) viene considerato un marker (direttamente proporzionale) alla quantità (riserva ovarica) di ovociti. Vissuto conflittuale (che determina il suo deficit): preoccupazione di fare un figlio e poi farlo vivere in una realtà precaria, insicura,infelice.
Sindrome della paura
Fondamentale liberarsi dal pregiudizio “malattie neoplastiche = cose brutte da combattere e distruggere”. La “mal – attia” dovrebbe essere chiamata “ben – attia”: meccanismo (“condanna”) ad adeguarsi, strutturalmente e funzionalmente, alla sopravvivenza – evoluzione. Non si può “combattere” il meccanismo naturale millenario di autoguarigione del corpo!
Il pericolo della sindrome della paura si manifesta quasi esclusivamente nella fase iniziale post conflittuale, allorché i sintomi di riparazioni infiammatoria sono più eclatanti: dolore, dismenorrea, meno – metrorragia, spotting intermestruale, congestione pelvica, mastodinia, astenia, adinamia, febbre.
Scienza Umana
L’omeopatia classica associata all’analisi psicobiologia degli organi rappresentano il paradigma ideale della “Scienza Umana”, per scoprire le connessioni bio – logiche tra i sintomi e ogni network biochimico, cellulare, organico e tissutale, per capire e guarire le “malattie”.
La vera guarigione è ritrovare l’armonia con se stessi, con la propria famiglia – ambiente, sentirsi apprezzati, utili, amati. Essere gratificati dalla gioia della conoscenza, dell’arte e della scoperta. Poter contribuire all’evoluzione dell’Organismo Tutto Ambiente in coerenza con la Forza Vitale che guida la Vita, nutrendosi di amore e solidarietà verso “gli alti fini dell’esistenza”.
La mente è energia pura. Tutto succede nella mente. Puoi guarire veramente solo ritrovando l’armonia con te stesso, l’ambiente e la via del tuo destino, con “gli alti fini dell’esistenza”
G. Alvino, Pelviperineologia olistica: la donna tra corpo, mente e anima. Edizioni Salus Infirmorum. 2020.
F. M. Bianchi. La decodifica della realtà. Tra filosofia, scienza ed esistenza umana. SEKMET edizioni, 2016.
S.C.F. Hahnemann. Organon, dell’arte del guarire. Red edizioni 2006
C. Sabbah et al., Dictionnaire des codes biologiques des maladies. Asbl Tégalité avec E. Van den Bogaert. 3ª edizione 2007.